67

IL MESTIERE PIU' ANTICO DEL MONDO


Se ne parla molto in questi ultimi tempi ed è un bene.

La prostituzione in Italia è un nodo irrisolto: la piaga dello sfruttamento,saldamente nelle mani della criminalità organizzata,sta trasformando molte donne,straniere soprattutto,in schiave del sesso,la diffusione crescente della prostituzione su strada pone problemi di ordine pubblico.
L'Agenzia delle entrate reclama i suoi diritti su un business miliardario,fino ad oggi non dichiarato ed esentasse.

In alcuni comuni italiani,a cominciare da Padova,Vicenza e Verona per finire con Reggio Emilia e Modena,sono state approvate ordinanze anti-prostituzione che prevedono maxi-multe da 500 euro per i clienti delle lucciole.

Da più parti,si è proposta una revisione legislativa o un'abolizione della legge Merlin che aboliva le case chiuse.

Ed ora è arrivato il disegno di legge del ministro Mara Carfagna con l'introduzione del reato di prostituzione in strada e in luogo pubblico.

PERCHE' AGLI UOMINI PIACE IL SESSO A PAGAMENTO ?
Risponde Gianni Ferrucci,psicologo,psicoterapeuta e dirigente Asl di Bari.

"La prostituzione è sempre esistita,in ogni epoca storica ed ha sempre avuto un ruolo sociale ben definito: valvola di sfogo,mezzo di affermazione dell'identità maschile,rito di passaggio dall'adolescenza all'età adulta,esercizio del sesso fine a se stesso.
Oggi,tuttavia,è meno socialmente accettata di un tempo: c'è più ipocrisia e pochi uomini confesserebbero o dichiarerebbero in pubblico di aver pagato per fare sesso.
Tuttavia lo fanno.Perchè? Viviamo in una società in cui le donne assumono un ruolo sempre più predominante: sono forti,esigenti,autonome...Con una prostituta,un uomo si sottrae al coinvolgimento affettivo e all'impegno psicologico che la relazione con una donna impone; con una prostituta il rapporto è più semplice e sbrigativo,più chiaro e senza tante complicazioni.
E poi, il "possesso" del corpo di una prostituta dà ad alcuni uomini l'apparente sensazione di avere quel potere che in realtà hanno perso di fronte alle donne d'oggi".

  1. trovo che vendersi per denaro sia tra le cose più tristi dell'esistenza. quale sia il "rimedio" alla prostituzione non saprei, ma di certo è assurdo pensarla come elemento della nostra società.

    RispondiElimina
  2. Stella, che sia la Carfagna ad introdurre questo disegno di legge, mi viene da ridere..senti da che pulpito..mi verrebbe da dire..
    Una che fa i calendari e i pom...i a Berlusconi.." scusa la parolaccia"
    Comunque fiumi di parole si potrebbero scrivere, ed in qualche modo tutti giusti, sia di chi ne è favorevole, chi pensa il contrario..
    Il fenomeno della prostituzione non si fermerà mai, hai voglia di fare le leggi..
    Ciao Stella, e scusa ancora per la schiettezza nella parolaccia, semi.visibile..

    RispondiElimina
  3. Bella l'idea di pubblicare un ritratto della Carfagna nelle sue vesti consuete.
    Sono quelle che le donano di più.
    Ops.

    RispondiElimina
  4. Laura,hai ragione...eppure è un mestiere che non si esaurisce,purtroppo!

    RispondiElimina
  5. Davide ho fatto un post sulle parolacce,pertanto bene espressa la tua opinione!Non devi scusarti...

    RispondiElimina
  6. Note disambigue benvenuta e già mi gratifichi!

    RispondiElimina
  7. passavo per i bloggers un saluto affettuoso da Domenico.....

    RispondiElimina
  8. Ciao domenico,grazie.
    Ricambio con un abbraccio affettuoso.

    RispondiElimina
  9. Ma non è che stiamo confondendo

    "Prostituzione"
    con
    "Sfruttamento della prostituzione",
    vero?...

    Perché sono cose parecchio diverse, ed a parlare di certi argomenti, occarre avere le idee chiare!

    Lucio Musto

    RispondiElimina
  10. Senza essere uno psicologo, credo che a molti uomini piaccia il sesso che non impliche rapporti al di fuori di quello sessuale, fossero gratis vedremmo ancor più persone lungo i viali..

    RispondiElimina
  11. Non stiamo confondendo, caro lucio,si parla di due argomenti diversi. Tu quale vuoi commentare?

    RispondiElimina
  12. Russo condivido,ma perchè secondo te che sei un uomo?

    E ho tenuto fuori le malattie che si contraggono e si propagano poi in famiglia...

    RispondiElimina
  13. Bella immagine quella della Carfagna. Accostamento al tema puramento CAUSALE.
    Vale

    RispondiElimina
  14. La legge Merlin non ha abolito, cosa evidente, la prostituzione. Ha, invece, fatto in modo che, cosa disdicevole, lo Stato non riscuotesse più le tasse su simile mercimonio.

    RispondiElimina
  15. Caro sergio temo che questa piaga non sarà mai debellata,se i clienti aumentano,invece di diminuire...

    PERCHé secondo te?

    RispondiElimina
  16. Io ho sempre provato una gran pena per quelle ragazze in mezzo alla strada.. Ma pena nel senso di dispiacere non in senso dispregiativo.

    RispondiElimina
  17. stella, sarò onesto.
    dopo aver visto la foto non ho capito più nulla
    fammi un riassuntino! :D

    RispondiElimina
  18. Mat,fai un lungo respiro e poi solo poi,leggi il post!

    Capirai qualcosa...

    RispondiElimina
  19. Il mestiere più antico del mondo non è quello della prostituta: ma quello dello stupratore, del violentatore. Se la prostituzione esiste dall'antichità, con la donna figura "più debole" della società e facilmente soggiogabile, è solo colpa dell'uomo: che ha inventato la pratica della schiavitù femminile per affermare su di queste la sua presunta supremazia, che è solo brutalità fisica. E nient'altro.

    C'è tanta ipocrisia su questo argomento, anche e soprattutto oggi, ma per risolvere questo problema... il solo modo è che l'uomo cambi mentalità.

    RispondiElimina
  20. Silvia,aspettavo un commento come il tuo.
    Perchè esistono tante lucciole?
    Perchè richieste e desiderate dagli uomini,per uso e consumo...L'ho sempre pensato.

    RispondiElimina
  21. Ritengo che la prostituzione sia inammissibile per il semplice fatto che non si può mettere a disposizione il proprio corpo e onore per guadagnarsi da vivere.
    Purtroppo rimedi a qusto non ce ne sono...

    RispondiElimina
  22. scusa Stella mi sto buttando via dal ridere...ma è un caso che mi hai messo la foto della carfagna su questo post? adoro questa scelta!!!

    RispondiElimina
  23. Personalmente non credo che la prostituzione si possa sconfiggere con una legge. Preferirei che anche le lucciole pagassero le tasse e fossero controllate anche da un punto di vista "sanitario". Come in Olanda insomma...
    Buona serata.
    Maximilian

    RispondiElimina
  24. Caro mr, la logica dice questo,ma la realtà è ben diversa,purtroppo!

    RispondiElimina
  25. Lo continua a ridere,così mi contagi...
    Sono felice per le tue "emozioni"!

    RispondiElimina
  26. Maxim mi trovi d'accordo con il tuo commento.

    RispondiElimina
  27. veramente è un argomento che mi stimola sensazioni contrastanti. in generale però non sono proprio d'accordo sul fatto che una donna si venda per sesso. perché "la vendita" del proprio corpo la trovo una cosa allucinante e l'"acquisto" del sesso persino più assurda. quindi in questo garbuglio di pensieri, sbagliano sia l'uomo sia la donna... un abbraccio!!!

    RispondiElimina
  28. Tutti e due gli argomenti, voglio commentare, "Prostituzione" e "Sfruttamento della prostituzione", ma mentre il primo è ampio e molto ramificato, il secondo è breve e banale.

    "Sfruttamento della prostituzione" è un abuso, e come tale va estirpato dalla società. Come la schiavitù, come il lavoro nero, come la suddivisione in classi, come ogni altra sopraffazione.
    In una società civile non è ammissibile ed ogni azione volta al suo sradicamento, è benemerita.

    "Prostituzione" invece è strumento raffinatissimo di rapporto fra individui la cui analisi va assai oltre i limiti "spaziali" e "temporali" di un blog, anche solo per enunciarlo.

    Dovremmo cominciare dalla prostituzione "naturale", quella che condividiamo con gli animali ed andare a studiare la stessa, per passare a quella carnale e mercenaria in senso stretto, a quella psicologica, sociale, politica...
    Prostituzione è anche quella che analizzo in una non brevissima riflessione autobiografica, "Le compagne di viaggio", che se Stella ritiene posso postare qui come mio piccolo contributo al discorso... inevitabilmente lunghissimo!

    Lucio Musto

    RispondiElimina
  29. Piccolissimo OFF TOPIC:

    Ho scoperto che Alessia, alias Bluab, è riemersa dal suo letargo.

    NATURALMENTE SONO STATO IL SUO PRIMO COMMENTATORE!!!

    (Grazie degli applausi!)

    Lucio Musto

    RispondiElimina
  30. Certamente laubel,ho risposto precedentemente che si vende,perchè c'è chi acquista...altrimenti il triste problema non esisterebbe.
    Ti abbraccio.

    RispondiElimina
  31. Lucio le tue riflessioni sono gradite,ok!
    Da Alessia sono passata prima di te,ma c'era scritto : No comments...
    Solo per amore di verità!

    RispondiElimina
  32. Carissima Stella, io sono daccordo con il pensiero di Lucio, nel senso che lo "sfruttamento della prostituzione" è cosa che per definizione fa si che uno guadagni sulle spalle dell'altro, quindi io lo assocerei allo "sfuttamento dei mezzi televisivi di propanda", "sfruttamento di posizioni politiche per tornaconto"," sfuttamento di potere di riflesso", " sfuttamento dei lavoratori precari", "sfruttamento delle casalinghe", " sfruttamento degli immigtrati che lavorano a nero" e tante belle amenità di questo genere.
    La prostituzione intesa come sesso in cambio di soldi, be, c'è, ci sarà e probailmente la troviamo anche in pianeti alieni tra extraterresri, e se vogliamo possiamo anche darle un valore sociale non indifferente se si potesse regolarizzare in posti come le case dove almeno le "lucciole" non le sfruttano o le ammazzano o le brutalizzano o le rapinano o le picchiano.
    E ti dirò di più, io creerei le case anche di uomini che si prostituiscono perchè non vedo il motivo per cui se io voglio fare del sano sesso, allegro e rilassante e non posso per varie ragioni ( sono timida, sono "matura", sono bruttina, sono ninfomane, sono trasgrassiva, sono sposata con un impotente che amo, sono sposata e voglio provare qualcosa di nuovo ecc ecc), non posso farlo a pagamento.
    Dopo tutto non tutte le prostitute non sono consapevoli di quello che mettono a disposizione.
    E poi non tutti i clienti sono persone che lo fanno per tutta quella serie di ragioni esposte nel tuo post: io ho avuto amici che avevano difficoltà di approccio fisico con le donne che frequentavano prostitute, per latro tanto gantili con lui, e così riusciva a sbarcare il lunario fino a quando ha trovato la donna giusta.
    Marcuse parla proprio di una aggressività umana dovuta alla mancanza di eros sereno e condiviso anche dalla società.
    Insomma peace&love( anche a pagamento), ma con il rispetto delle persone...che non ci scordiamo che esistono prostutuzioni ben più gravi tipo quella delle idee, del proprio tornaconto, della propria libertà di espressione e della vendita degli ideali per ipocrisia.
    Bacioni affettuosi cara Stella.

    Ps: grazie a te e al carissimo Lucio della visita a casa mia, mi fa piacere che mi siate vicini.
    Mega bacio.
    Alessia alias Luce alias Bluab ( madonna! mi sto incasinando con tutti questi nomi!!:-) )

    RispondiElimina
  33. Luce ti rispondo elencandoti alcuni "clienti" celebri:
    -l'attore Hugh Grant
    -il calciatore Cristiano Ronaldo
    -il cantante Sting
    -l'ex governatore di New York Elliot Spitzer, promotore tra l'altro di campagne di moralizzazione
    -il deputato Cosimo Mele
    -il manager Fiat Lapo Elkann.

    RispondiElimina
  34. Presso i popoli orientali e presso i Greci la prostituzione era sacra, poichè con l'atto sessuale si sprigiona energia positiva che allora si offriva alla DEA MADRE.
    Le prostitute erano rispettate,alcune di esse erano sacerdotesse e si accoppiavano col sovrano,non solo, offrivano la loro verginità alla Dea.Operavano nel tempio,dove c'era un gran via vai.
    veniva lasciato un obolo che serviva alla gestione del tempio.
    Oggi la prostituzione è mercinomio del corpo a favore del pappone e della mafia,spesso non è una scelta,ma una costrizione in stato di schiavitù,in generale si sceglie di prostituirsi per necessità non come alternativa a un lavoro,nessuno è così scemo
    da rischiare la vita per quattro soldi considerato che nessuna di loro lavora in proprio.
    furono chiuse le case d'appuntamento come si chiamavano allora favorendo la malavita,anche questo rientra nel piano del degrado a cui si voleva portare l'Italia.
    E' INCCETTABILE che si punisca il cliente e la prostituta mentre il pappone se ne sta tranquillo nella sua villa holywoodiana,da ciò si capisce la mancanza di volontà ad affrontare seriamente il problema...al solito tanto fumo e niente arrosto.
    carisssimo saluto
    angela

    RispondiElimina
  35. Angela grazie per aver rispolverato la storia,ne sappiamo un po' di più:contributo prezioso il tuo,come sempre.Solo un però,ho letto anche :"Lavoro sulla strada per scelta,mi prostituisco, ma questo non vuol dire che io sia uno scarto sociale!Io mi vendo a viso aperto e odio l'ipocrisia di certe "sante" che fanno sesso per fare carriera o ottenere vantaggi..."

    RispondiElimina
  36. Condivido l'analisi dello psicologo e i commenti di chi individua come responsabili maggiori del mercimonio i loro protettori, i cosiddetti "papponi" che rendono le prostitute autentiche schiave. A questo proposito racconto la brutta esperienza vissuta da mio marito il 18 ottobre del 2007. Tornava a casa alle 22 in scooter, dopo essere stato da un amico a riparare il PC, quando improvvisamente, si è trovato davanti l'auto di uno di questi sfruttatori, a fari spenti, in mezzo alla strada, che stava scaricando 2 prostitute, perché c'era la doppia linea continua e divieto di svolta a sinistra dove c'è il piazzale di ritrovo delle "donnine". Così non è riuscito a frenare in tempo e lo ha tamponato, distruggendo lo scooter, cadendo rovinosamente a terra e fratturandosi entrambe le braccia. Invece di soccorrerlo l'individuo ha spostato subito la sua auto richiamando le due ragazze (forse clandestine) che invece lo stavano aiutando e hanno chiamato subito il 118. Poiché le assicurazioni partono dal presupposto che chi tampona ha sempre torto, non ha avuto, grazie anche alla falsa testimonianza di un altro pappone, il riconoscimento neanche di un concorso di colpa.

    RispondiElimina
  37. Non so, non mi convince del tutto l'analisi dello psicologo... allora perché la prostituzione esisteva anche quando le donne erano sottomesse? (non che adesso siano molto liberate, secondo me, ma quella è un'altra storia. In tutti i modi, sono d'accordissimo con Davide... se è vero ciò che dicono della signora Carfagna, la cosa è veramente ridicola...
    gatta susanna

    RispondiElimina
  38. agli uomini piace il sesso a pagamento perché esclude il dover conquistare una donna ed accontentarla quando a voglia di essere coccolata, o vuole parlare ed essere ascoltata...
    con le donne a pagamento si va subito al sodo senza dover avere nessun tipo di rapporto... è più comodo e veloce e soprattutto loro, per lavoro, non si sottraggono a niente....
    certo, l'ironia della sorte è che sia proprio la Carfagna ad introdurre questo disegno di legge. lei è arrivata lì grazie al mestiere più antico del mondo...
    molta gente è costretta a lavorare esentasse perché lo stato taglia le gambe con le tasse a chi cerca di sopravvivere.... basta pensare a quante attività aprono e chiudono dopo un anno perché non ce la fanno parlo di negozi o laboratori artigianali...
    l'unico rischio è per le donne che vengono costrette a farlo e rese schiave... solo quello è grave!
    ma è solo ma mia modesta opinione

    ciao e buon pomeriggio

    RispondiElimina
  39. Luigina carissima,grazie della tua testimonianza! E' giusto fare chiarezza su un problema,così spinoso.Se ho postato le parole dello psicologo, è perchè le condivido.
    Il fenomeno è sempre più in aumento e gravi malattie sono latenti,dalla sifilide al papilloma virus,all'ads...

    RispondiElimina
  40. Susanna nella Roma antica(| sec.) la professione di meretrix era ammessa legalmente,ma considerata degradante. Nel ||sec.molte prostitute esercitavano il mestiere nei bordelli(lupanaria,postribola).
    Quelle che battevano di notte,usavano piccole lanterne ed erano perciò chiamate noctilucae(lucciole).

    Nella nostra epoca la situazione è come l'ha descritta lo psicologo,a mio avviso.

    RispondiElimina
  41. Alcune donne vengono rese schiave e l'uomo vuole subito arrivare al dunque...
    Pupottina mi trovi d'accordo!

    RispondiElimina
  42. Eccola qui la mia riflessione autobiografica.
    M'è venuta di associarla alla "prostituzione" quando si è gridato a quella, per la battuta fatta dalla Vezzali al presidente del Consiglio giocando al doppio senso del verbo "toccare", fra lo sportivo ed il mandrillesco.

    Si, se per quella frase si può definire "prostituta" la nostra campionessa, anche tutti noi, "compagni di viaggio", lo siamo!

    --------------------------

    Le compagne di viaggio

    Rivolgendo il pensiero a quelle donne che in un modo o nell’altro ti sfiorano nella vita, non posso che pregiudizialmente citare Fabrizio de André e ripetere la dedica della sua splendida canzone: “Le passanti”.

    Io dedico questa canzone
    ad ogni donna,
    pensata come amore.

    Il discorso che faremo vale anche per gli uomini con cui vieni in contatto nel tuo viaggio terreno. Buttar via l’occasione di un incontro senza farne un atto d’amore, una comunione d’anime, è veramente sprecare i doni di Dio, ma nel discorrere è più agevole ed efficace parlare d’amore pensando come destinatario una donna. Siamo legati da troppi pregiudizi e preoccupati di essere fraintesi nella nostra mascolinità. Seguiamo Fabrizio allora e parliamo solo di donne, ricordando che, con gli opportuni distinguo, tutto vale anche per gli uomini nostri compagni di viaggio.

    Le “compagne di viaggio” sono quelle donne che ti restano vicino molto a lungo per motivi contingenti non dipendenti quindi dalla loro volontà. Le colleghe quindi, le clienti, quelle donne che frequentano i tuoi stessi ambienti, come le cameriere del ristorante dove pranzi o del bar.
    Cominciamo con l’inquadrarle.

    Sono innanzi tutto persone, e devi perciò aspettarti tutto quanto può accadere con delle normali persone, uomini o donne che siano, senza imputare nulla allo stato di forzato contatto o promiscuità. Ci puoi litigare o innamorartene e magari sposarla, portarla a letto. Può diventare la tua amica del cuore o la tua commercialista. Può capitare con queste come con qualunque altra donna che incontri o conosci in qualunque altro posto. Sotto questa ottica non interessano la nostra indagine.

    Detto questo, cominciamo a guardarle nel ruolo che ci interessa, e scopriamo che per prima cosa sono anche letteralmente, delle compagne di viaggio. Proprio quelle che ti ritrovi nello scompartimento del treno quando sei in viaggio. Persone perfettamente sconosciute che non ti interessano affatto e delle quali incrocerai lo sguardo nelle prossime ore molte più volte di quanto fai con tua moglie per una settimana intera. Gli scienziati hanno scoperto che ogni persona considera (istintivamente, non coscientemente) un certo spazio attorno a sé come proprio territorio, esattamente alla stregua delle bestie selvatiche, e la aggressività di ognuno di noi si mette in allarme non appena tale spazio viene violato. Puoi farci caso anche tu: nota per esempio come quattro persone che non si conoscono, quando entrano in un ascensore, anche molto spazioso, si schiaccino nei quattro angoli, il più distante possibile l’uno dall’altro. Ebbene nello scompartimento del treno, ma anche nell’ufficio, il rispetto di questa “distanza di sicurezza” viene violato, e solo l’educazione al vivere civile soffoca reazioni aggressive (e certe volte non ci riesce). O meglio, la cosiddetta “buona creanza” le mutua in atteggiamenti di tipo diverso; atteggiamenti “permessi” nello spazio riservato. Gli atteggiamenti familiari.
    Ed allora ti senti in dovere di chiacchierare e di socializzare con quelli che coabitano nel tuo scompartimento, anche se la cosa non ti interesserebbe affatto, di essere affabile e sorridente con le signore anche se lo vedi che sono brutte e racchie ed antipatiche, esageratamente disponibile con gli uomini. In forza di regole sociali che hai accettato ed assimilato, queste persone troppo vicine, di cui tuo malgrado respiri i feromoni sono, momentaneamente, il tuo gruppo, la tua tribù.
    Così è nell’ufficio. Le donne dell’ufficio sono le “tue” donne, anche se non te ne scoperesti una manco se ti pagassero, e saresti pronto a difenderle con un accanimento obiettivamente ingiustificabile se non si fosse stabilito (spesso nostro malgrado) questo involontario spirito di clan.

    Per completezza di ragionamento dirò che è esattamente agli stessi motivi che è dovuto il forte antagonismo, non solo emulativo, nei confronti dei colleghi dello stesso sesso e dei diretti superiori. E’ l’eterna lotta per il predominio gerarchico nel branco che ancora una volta sbuca fuori. La carriera, soprattutto oggi e soprattutto negli uffici pubblici e soprattutto ai gradini medi e bassi, si fa annaspando nella massa, non uno contro uno nel piccolo ambiente di un’agenzia o del reparto. Se Tizio ha dieci anni di anzianità più di te è del tutto inutile che vi battiate per la carriera, e lo sapete.
    Chi è più vecchio, resterà avanti.
    I vostri attriti sono lotte per la posizione “sociale” nel gruppo locale.

    Quello che ho cercato di chiarire chiamiamolo “Effetto treno”.

    C’è poi un’altra funzione tipica delle colleghe di ufficio, anzi normalmente di una sola delle colleghe di ufficio (o delle clienti, le bariste ecc.), quella di CvC, ovvero di Compagna di viaggio Coccolatrice, cioè quella persona (quasi sempre di sesso opposto) sulla quale andare a scaricare le tensioni, le ansie, le bili che ti colano fuori dagli occhi nel quotidiano tuo arrancare nel mondo del lavoro. Tu vai lì, da lei, e le passi parte delle tue angosce nella presunzione, del tutto gratuita che “Lei” possa assorbire tutto, capire tutto, risolvere tutto. E’ naturalmente solo una tua fisima personale, ma funziona egregiamente, come quando vai a dare soldi allo psichiatra per stenderti sul suo lettino e raccontare i tuoi guai veri o immaginari, che a lui non interessano nemmeno un po’ e per i quali comunque non può, non sa, non vuole fare niente.
    Naturalmente il tuo, o la tua CvC avrà a sua volta un consolatore, diverso da te, su cui scaricare le sue, di inquietudini, e via dicendo. Probabilmente tu stesso sarai strumento volente o nolente “sorteggiato” da qualcheduno come suo confidente; ed i suoi guai ti immalinconiranno.
    La Funzione CvC di cui stiamo parlando è la versione “adulta” e condizionata dagli spazi sociali della “casetta sull’albero” o “posto mio” di quand’eravamo piccoli. Un angolo sicuro (i più miserelli di noi non avevano di meglio che le coperte del letto) in cui rifugiarsi quando le cose andavano male, quando si aveva voglia di piangere e nessuna giustificazione per farlo in presenza di mamma o papà, quelle volte che volevamo morire, e solo morire e non sapevamo perché. Ora, da grandi, è la spalla di qualcheduno. Più agevolmente, per i maschietti, di qualcheduna.

    Ricordo un giovane collega del Centro Elettronico, che per addirittura due o tre anni tutti i giorni (o quasi tutti i giorni) veniva nella mia stanza e si sedeva davanti alla mia scrivania. Ci stava un quarto d’ora, talvolta un po’ di più, poi andava via. Senza dire quasi mai una parola, senza chiedere nulla, senza giustificare il suo comportamento. Ero più giovane anch’io, allora, e non ci capivo granché; lasciai correre per un po’, poi un giorno, cercando di farlo con delicatezza, chiesi spiegazione di questo strano comportamento. «Perché con te lo posso fare», mi rispose. Continuai a non capire ma chiusi la bocca. Mi chiedo ancora se venisse per cercare conforto ai suoi pensieri o per darmi forza nelle mie battaglie.
    Si chiama Bruno Voce ed ora è un grosso dirigente industriale in Toscana.

    Questo lo chiameremo “Effetto rifugio”, e secondo me, è un bene che ci sia.

    Poi ci sono i “Foulard”.
    Non ho mai saputo perché abbiano questo nome, ma si sono sempre chiamati così, al Centro Elettronico. E ce ne sono stati sempre tantissimi.
    Il fenomeno, in una realtà ampia ed articolata come il Centro Elettronico, aveva molti aspetti. Tante situazioni non si creeranno forse in ambienti più piccoli, ma lì ci trovavi tutta o quasi la casistica.


    Preciserò che la popolazione del Centro Elettronico era di oltre cinquecento persone, di età media decisamente bassa, con larga fascia di ventenni e trentenni e con i vertici dirigenziale (il Capocentro era Condirettore Centrale) quarantenni e qualche cinquantenne. Personale scelto, molti tecnici e gente con la presunzione di essere almeno geniale, tutti allupati nel fisico e rampanti carrieristi nel lavoro.

    “Foulard” è il generico rapporto uomo-donna che tracima di poco o di molto l’asettica definizione di colleganza o subordinazione gerarchica in ambito lavorativo.
    “Foulard” è anche il sacrosanto diritto al pettegolezzo più fantasioso e becero di chicchessia finalizzato al rompere la monotonia del lavoro d’ufficio ed avente come vittime un povero cristo ed una povera crista che magari per la seconda volta si sono trovati a prendere un caffè al bar aziendale nello stesso momento.
    Naturalmente ben pochi “Foulards”, anzi nessuno, è così innocente come un fortuito incontro al bar aziendale. Se su cinquecento persone ci sono duecentocinquanta colleghe, nel corso degli anni ognuno di noi avrà “provato a fare qualcosa” con almeno duecentoventi, duecentotrenta di esse. Naturalmente il numero delle “buche” (combinazioni con ripetizione di n colleghi su k colleghe) è astronomico, ma anche altissimo è il numero dei tentativi andati in porto (“quagliamienti” secondo la terminologia partenopea), considerando i “Foulards” sfociati in stabili relazioni più o meno extramatrimoniali (perché ci sono anche quelle consenzienti o accettate), gli innamoramenti passeggeri, le cotte, gli amori plutonici e quelli platonici, le scopatine ratte (cioè veloci) ma soprattutto, ed è questo che rende intrigante il discorso, gli “opportunismi”.

    E su quest’ultima categoria dobbiamo soffermarci un attimo.
    In un ambiente di ufficio ampio, ma comunque circoscritto, un sacco di cose fanno “prestigio”.
    Avere la responsabilità di un progetto nuovo, essere mandati in missione con una certa frequenza o essere “distaccati” presso altre sedi o altre strutture ecc. Pressappoco come essere nominati capoclasse a scuola o stare alla lavagna col potere di segnare i Buoni e i Cattivi.
    Ma anche cose molto più piccole, dettagli più miserevoli o meschini sono desiderati e cercati. Tipo essere sempre chiamati nelle riunioni di Direzione, andare a pranzo con i Dirigenti o ostentare una particolare considerazione da parte degli stessi, aver accesso a settori particolari dell’attività dello stabilimento o interessarsi per esempio del “Phisical Planning” o di qualunque cosa abbia un nome strano o vagamente esotico.
    Ed ancora, questa è la parte peggiore e quasi allucinante, fa “prestigio” mostrarsi in sintonia o in amicizia con le persone che in quel momento sono in auge o particolarmente considerate. Per sentirsi ed essere considerato importante occorre essere vicino al funzionario rampante o al sindacalista vincente, al segretario particolare del Capo o al casinista più contestatore che più pericoloso non si può.
    Ma soprattutto essere vicino alle donne.
    E’ fondamentale intrecciare relazioni (che appaiano) intime il più possibile con quella più apprezzata dal Direttore, con quella più appariscente, con quelle considerate più efficienti e competenti in qualsivoglia settore. Ed in ordine d’importanza:
    Andar via dall’ufficio con quella considerata più seria.
    Far la pausa pranzo con la più troia.
    Collaborare nel lavoro con quella più raccomandata.
    Farsi notare in ascensore con la segretaria del Capocentro
    Farsi notare in compagnia della segretaria del Vice Capocentro.
    e via così.

    Conquistarsi l’attenzione di una di queste potenze, questi “numero uno”, equivale quasi ad una promozione.
    E non ha importanza se la posizione di spicco derivi da acclamazione popolare (tipico: il più bel culo!) o per illuminazione dall’altro (la “nota di merito”). L’importante è che sia persona al centro dell’attenzione e dei discorsi.
    Se la femmina è una “che vale”, e io mi ci faccio vedere insieme, tutti ne dedurranno che anch’io valgo.

    Naturalmente le cose sono più complesse di come le vado raccontando, poiché sono tantissimi i colleghi impegnati a tessere queste sottili ed elaborate ragnatele di alleanze.
    Perché se “lui” cerca una “lei” di successo per impostare un bel “Foulard”, anche “lei” cerca un “lui” utile per salire in classifica.
    Ed allora amori ed amorazzi, simpatie e passioncelle, assai spesso nascono e si consumano sotto gli occhi inquisitori delle mezze-maniche annoiate, senza aver nulla di sentimentale, nessun interesse né spirituale né fisico, ma solo carrieristico e di convenienza.

    Come dire, non c’è più una sintonia fra lo scopo e la scopata.

    Certi casi naturalmente fanno eccezione. Soprattutto quando si hanno vent’anni e ott’ore di tempo al giorno tutti i giorni.
    A volte la noia ti tende il tranello, a volte non stai troppo attento, a volte ti lasci influenzare, quasi sempre sei troppo ingenuo.
    E magari era partita un’alleanza strategica, o forse un “Foulard” di piccolo calibro, o il sano desiderio di un’avventurella passeggera, e ti ritrovi impastoiato in un romanzone sentimentale che non avresti osato scrivere, e neppure concepire.
    Ti ritrovi nei casini della Collega che magari si doveva sposare e non vuol sposarsi più, di tua moglie che non gli va per niente giù che tu fai il cretino con una più giovane di dieci anni e che riesce ad averti vicino sveglio ogni giorno il triplo delle ore che passi a casa, e per questo considera quella concorrenza una concorrenza sleale ed un affronto personale a lei, che comunque è riuscita a sposarti, dei figli che aizzati dalla madre ti vedono come un mostro a due teste, dei suoceri eccetera. Naturalmente i colleghi, ed hanno le loro ragioni, trovano la cosa ideale per diluire la monotonia della quotidianeità lavorativa e ci ricamano sopra, si inventano sfumature frizzanti e retroscena boccacceschi, e il dramma sentimentale di uno diventa favola rosa per tutti, argomento di conversazione al bar, intrigo di palazzo. Senza malizia certo, è solo per distrarsi, tanto “sono cose che capitano”…

    E la vita continua.

    Lucio Musto 3 dicembre 2002 parole 2161

    RispondiElimina
  43. Povere donne che sono vittime della malavita e che lo fanno con costrizione!

    RispondiElimina
  44. Come uomo non capisco e mi fanno schifo gli altri uomini che 'usufruiscono dei servizi' di una prostituta.

    E' un problema dai tanti aspetti.

    Ciao

    RispondiElimina
  45. In effetti è semplice capire che con una prostituta paghi e ottieni quello che vuoi punto, senza complicazioni sentimentali, senza corteggiamenti, senza doversi mettere in gioco e avere la paura di non essere all'altezza della donna.
    Tanti i motivi ma se non piacesse, e a parecchie persone, non sarebbe nè il mestiere più antico del mondo nè quello che resiste nonostanti le crisi economiche!
    Ciao

    RispondiElimina
  46. Scusa Stella se mi permetto, dopo aver pubblicato il mio commento ho letto quello di Renato
    che chiede che vuole fare Mara Carfagna,
    io da burlona ho avuto una risposta che ora pubblico, ma ci tengo a dire da burlona:
    Renato:
    semplicemente non vuole concorrenti!
    Ciao :)

    RispondiElimina
  47. Mamma mia Lucio, con questo puoi pure permetterti di scrivere le sceneggiature di Beautiful!
    Del resto sono scenari che si possono vedere e verificare ovunque anche se tutti negherebbero la realtà.
    Sintetizzando il tuo pensiero la prostituzione ha uno scopo preciso: un interesse personale che sia il corrispettivo di un alto guadagno, che sia migliorare la propria posizione sociale...
    Solo che prima c'era il piacere fisico ora si è spostato il tipo di interesse!
    Io in questi termini non colpevolizzo, anche se non lo condivido, ma è una questione mia personale, tuttavia se due persone sono grandi e consenzienti saranno pure affari loro!
    Mentre lo sfruttamento della prostituzione come te penso sia da eliminare come ogni forma di abuso, delitto...
    Ciao

    RispondiElimina
  48. IS,grazie dei tuoi graditi commenti!

    RispondiElimina
  49. Caro lucio, hai scritto un poema...
    Si commenta da sé!

    RispondiElimina
  50. Ciao stella,e se invece i signori maschietti come me vedessero nella loro donna,moglie o compagna che sia
    "colei con cui è stata fatta una scelta di vita",ma sinceramente e lo sottolineo,il problema non ci sarebbe.
    La crescita di una coppia è un cammino costante,va avanti giorno per giorno.
    Chi vive da solo e sfoga i suoi istinti sessuali con le prostitute,secondo me è un disadattato sociale,con qualche problema relazionale.
    Dice molto bene Gianni Ferrucci :
    "E poi, il "possesso" del corpo di una prostituta dà ad alcuni uomini l'apparente sensazione di avere quel potere che in realtà hanno perso di fronte alle donne d'oggi".

    Ciao,gran bel post!

    RispondiElimina
  51. Caro sirio ti ringrazio immensamente del tuo commento che condivido in pieno !

    RispondiElimina
  52. Caro lucio,scusa la domanda indiscreta,ma con tutta la tua verve perchè non crei un blog tutto tuo? Sarebbe bello.

    RispondiElimina
  53. Cara Stella,inutile dire che con l'esempio di Lucio sono perfettamente daccordo e poi per come è scritto e scorre, direi che covince ancora di più del nostro ministro delle pari opportunità.
    Buonanotte e sogni d'oro.

    RispondiElimina
  54. Ishtar, concordo perfettamente con te!

    Infatti già precedentemente avevo detto tutto il mio pensiero sullo sfruttamento della prostituzione, ma lo ripeto volentieri

    "LO SFRUTTAMENTO è un turpe abuso, e come tale va eliminato. Al più presto, possibilmente"

    La "PROSTITUZIONE", inteso come il prostituirsi o il prostituire è una raffinatissima arte, è mezzo di scambio, è arma di potere, è arma da guerra.
    Ed in un modo o nell'altro ce l'hanno gran parte degli animali... dai cefalopodi in su.

    Lucio Musto

    RispondiElimina
  55. Luce a te buongiorno con un abbraccio.

    RispondiElimina
  56. Te lo dirò, Stella, perché non creo un blog tutto mio.

    Perché ho troppe cose da fare e penso che un blog mio mi porterebbe via troppo tempo.
    Una volta ci provai pure, ma non riuscii mai a scriverci nulla... Anzi credo che esista ancora, perché non riuscii a chiuderlo.

    No. credo di essere troppo lunatico per un blog mio.
    Ma se pensi che nel tuo dia fastidio, puoi anche solo farmelo intuire, e vado via subito e senza alcun rancore!

    Lucio Musto

    RispondiElimina
  57. Lucio,non scherzare.

    Il motivo è che avrei avuto un tuo punto di riferimento,per scambiarci visite e premi.
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  58. Grazie Stella, sei affettuosissima, come sempre.
    E' un vero piacere, conoscerti

    Lucio Musto

    RispondiElimina



Grazie del tuo gradito commento.

Il bene in noidiGiannaDesign byIole