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La tenera severità del maestro Giulio Perboni e la timida dolcezza della maestrina dalla penna rossa: nell’immaginario collettivo degli italiani la figura del maestro unico si identifica soprattutto con loro, protagonisti del libro Cuore di Edmondo De Amicis.
E ora che il Consiglio dei ministri ha espresso parere favorevole all’intenzione del ministro Gelmini di reintrodurre il maestro unico (o maestra) , molti nostalgici gongoleranno nel ricordare quei modelli ideali rilanciati anche da alcune riduzioni televisive di successo del romanzo pedagogico deamicisiano. Dalla prima, diretta da Duilio Coletti e interpretata da Vittorio De Sica nel 1947, passando per lo sceneggiato di Luigi Comencini del 1984, con Johnny Dorelli nei panni di Perboni e Giuliana De Sio in quelli di Margherita Capuano (ispirata a De Amicis da una maestrina reale, che si chiamava Eugenia Barruero e pare abbia abitato in una casa torinese con tanto di targa ricordo fino al 1953), fino ad arrivare all’ultima fiction tv a puntate, diretta da Maurizio Zaccaro, con Giulio Scarpati e Anna Valle nel ruolo dei maestri. Sono soprattutto loro, i docenti Perboni e Capuano ad essere diventati icone del maestro unico.
Innovativo cent’anni fa fu il metodo educativo di una straordinaria donna-pioniera come Maria Montessori.
Mario Lodi, pedagogista e scrittore che, ispirandosi alla pedagogia popolare di Célestin Freinet, ridisegnò il valore e i metodi della comunità educante, contribuendo con Bruno Ciari e Giuseppe Tamagnini alla nascita di quel Movimento di Cooperazione Educativa (Mce) che influenzò tra gli altri Albino Bernardini, classe 1917, maestro ”militante” e autore nel 1968 di Un anno a Pietralata, il suo primo libro-testimonianza .
Gianni Rodari sperimentò proprio da maestro le sue grammatiche della fantasia destinate a lasciare un segno in molte scuole di borgata, come quella al Trullo di Maria Luisa Bigiaretti, che la racconta nel libro La scuola anti tran-tran.
Tra i contemporanei, c’è il popolare maestro-scrittore Angelo Petrosino e l’indimenticato Giuseppe Pontremoli, scomparso a 48 anni nel 2004. E se sul versante religioso non si può infine dimenticare la lezione pedagogica di Don Lorenzo Milani, su quello laico - grazie alla tv - dal 1960 1l ’68 il «maestro d’Italia» per antonomasia è diventato e resta, per tutti, Alberto Manzi, morto 83enne nel 1997. Fu lui a ricordare, ad analfabeti e baby boomers, che in fondo
non è mai troppo tardi, per imparare.
Riassunto dal sito "Se mi dicevi prima"
MAESTRO UNICO
La tenera severità del maestro Giulio Perboni e la timida dolcezza della maestrina dalla penna rossa: nell’immaginario collettivo degli italiani la figura del maestro unico si identifica soprattutto con loro, protagonisti del libro Cuore di Edmondo De Amicis.
E ora che il Consiglio dei ministri ha espresso parere favorevole all’intenzione del ministro Gelmini di reintrodurre il maestro unico (o maestra) , molti nostalgici gongoleranno nel ricordare quei modelli ideali rilanciati anche da alcune riduzioni televisive di successo del romanzo pedagogico deamicisiano. Dalla prima, diretta da Duilio Coletti e interpretata da Vittorio De Sica nel 1947, passando per lo sceneggiato di Luigi Comencini del 1984, con Johnny Dorelli nei panni di Perboni e Giuliana De Sio in quelli di Margherita Capuano (ispirata a De Amicis da una maestrina reale, che si chiamava Eugenia Barruero e pare abbia abitato in una casa torinese con tanto di targa ricordo fino al 1953), fino ad arrivare all’ultima fiction tv a puntate, diretta da Maurizio Zaccaro, con Giulio Scarpati e Anna Valle nel ruolo dei maestri. Sono soprattutto loro, i docenti Perboni e Capuano ad essere diventati icone del maestro unico.
Innovativo cent’anni fa fu il metodo educativo di una straordinaria donna-pioniera come Maria Montessori.
Mario Lodi, pedagogista e scrittore che, ispirandosi alla pedagogia popolare di Célestin Freinet, ridisegnò il valore e i metodi della comunità educante, contribuendo con Bruno Ciari e Giuseppe Tamagnini alla nascita di quel Movimento di Cooperazione Educativa (Mce) che influenzò tra gli altri Albino Bernardini, classe 1917, maestro ”militante” e autore nel 1968 di Un anno a Pietralata, il suo primo libro-testimonianza .
Gianni Rodari sperimentò proprio da maestro le sue grammatiche della fantasia destinate a lasciare un segno in molte scuole di borgata, come quella al Trullo di Maria Luisa Bigiaretti, che la racconta nel libro La scuola anti tran-tran.
Tra i contemporanei, c’è il popolare maestro-scrittore Angelo Petrosino e l’indimenticato Giuseppe Pontremoli, scomparso a 48 anni nel 2004. E se sul versante religioso non si può infine dimenticare la lezione pedagogica di Don Lorenzo Milani, su quello laico - grazie alla tv - dal 1960 1l ’68 il «maestro d’Italia» per antonomasia è diventato e resta, per tutti, Alberto Manzi, morto 83enne nel 1997. Fu lui a ricordare, ad analfabeti e baby boomers, che in fondo
non è mai troppo tardi, per imparare.
Riassunto dal sito "Se mi dicevi prima"
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Hai citato Rodari e tanti altri che hanno dato molto alla scuola. Ci sono anche tanti e tante docenti che fanno quotidianamente questo lavoro con passione e voglia di dare ai loro allievi.
RispondiEliminaCredo che il maestro unico però sia una figura oramai anacronistica e soprattutto oggi di difficile attuazione visto che la situazione in una scuola è ben diversa da quella di anni fa.
Io ammetto che all'inizio l'idea di un maestro unico almeno per le prime due classi elementari (anche se era ed è previsto mi pare per tutte e 5 le classi) mi stuzzicava memore del mio passato.
Ma la realtà cambia e le situazioni si evolvono ed oggi il maestro unico, a mio avviso, è una delle tante assurdità della "Manovra Gelmini" come ho sentito definirla. Manovra, esatto, perchè poi altrol non è che un modo per privare la scuola di fondi oltre che un bieco tentativo di affossare la scuola pubblica a vantaggio delle "loro" scuole private.
hai tempi di de amicis un insegnante era più che sufficiente... ora i tempi sono cambiati...
RispondiEliminaconcordo con daniele
Infatti daniele oggi questa figura è anacronistica :altri tempi,altri bambini,ALTRI PROGRAMMI...
RispondiEliminaGrazie per il commento!
Pupottina,infatti!
RispondiEliminaBy Paratore University Library of Chieti
RispondiEliminaDa quello che scrivi mi sembri nostalgica dell' insegnante unico. Non ritieni che i tempi moderni invece sollecitino un diverso tipo di insegnamento? La scuola pubblica deve fornire, fin dalle elementari, tutto quello che e' necessario per gli studi, come le lingue straniere e l' informatica. Ritieni che un unico insegnante sia in grado di fare cio'? Chi puo' ci pensa da se'. I miei figli che hanno avuto sempre l' insegnante unico hanno sempre studiato l' inglese fin da piccoli, e hanno anche studiato all' estero, sono stati privilegiati rispetto agli altri.
Leggo in te una certa nostalgia: ti ricordo che il maestro unico i ricchi, i potenti, gia' nell' ottocento, l' avevano soppiantato con i diversi istitutori. La ratio allora era che lo studio, il sapere, doveva essere per i pochi privilegiati, i quali potevano cosi' mantenere anche il potere politico ed econonomico. La Gelmini e quel personaggio collodiano che e' il cavaliere vogliono questo: la scuola pubblica senza fondi e con le pezze al fondo schiena, la scuola privata (????) sovvenzionata dallo stato nonostante le rette da capogiro, per i privilegiati di sempre, i ricchi e i potenti, per poter continuare ad essere ricchi e potenti. Agli altri distribuzione gratis di vasellina...
Vale
Nostalgica sì...,ma pure tu ci sei cascato???
RispondiEliminaOggi come oggi è impensabile il maestro unico!,non esiste proprio...E ne avevo già parlato,pierluì.
Questa è una pura provocazione!!! Buon relax!
un saluto da Domenico
RispondiEliminacome al solito riesci a centrare sempre il problema .
un abbraccio Stella. Ciao ^_^
RispondiEliminaUna scuola che negli anni si è sempre autorigenerata e modernizzata grazie ai grandi personaggi da te citati, rischia oggi per colpa della politica di tornare un bel po' indietro.
RispondiEliminaAdesso il post con il trabochetto per vedere se gli scolari sono stati attenti.
RispondiEliminaProprio da ''maestrina'' neanche dalla penna rossa, la quale era comprensiva e mai e poi mai avrebbe utilizzato quest trucchetti, soprattutto con i ripetenti...
Vale
Pierluì non vale,mi hai declassata !
RispondiEliminaIo ero comprensiva eccome e...facevo i tranelli ai bambini infatti,non solo ai ripetenti!
Buon lavoro,visto da dove scrivi!
Domenico grazie,ricambio.
RispondiEliminaOttimo post. Ho visto l'anno scorso una mostra dedicata a Alberto Manzi: se ti capita, valla a vedere: è straordinaria.
RispondiEliminaPenso che la principale difficoltà per il ritorno al maestro unico sia il fatto che maestri come quelli citati NON ESISTONO oggi.
RispondiEliminaSono per da re dare spazio all'aspetto più poliedrico che la cultura scolastica possa dare con più insegnanti, attesi i tempi attuali non di certo uguali a quelli del secolo scorso.
RispondiEliminapenso che ne i maestri sono come quelli di una volta, neanche i bambini e sopratutto i genitori. I genitori sono terribili di questi tempi, mi dicono le mie amiche maestre e non alle prime armi, gente con carattere ed esperienza. Mi dicono che quasi ogni giorno c'è qualche genitore che si presenta contestando il nodo di lavorare, il modo di gestire la classe, ecc. Mettendo in discussione l'operato e le scelte dell'insegnante, motivando che è nei loro diritti protestare visto che sono loro che pagano lo stipendio all'insegnante. Io dico cose dell'altro mondo, non credi??
RispondiEliminaciao A.
Venus ciao,ricambio di cuore l'abbraccio.
RispondiEliminaDu è così,una volta le vere riforme duravano anni,ora a seconda di chi è il ministro della pubblica istruzione,tutto viene rimesso in discussione...e io,avendo i requisiti, sono andata in pensione.
RispondiEliminaGiorgio grazie!
RispondiEliminaSergio sono cambiati i programmi ministeriali.
RispondiEliminaIn quattro ore un docente non può materialmente svolgere tutte le attività educative come si dovrebbe.
Ti faccio un esempio.Dopo 20 anni di insegnante unica sono passata al tempo pieno.
Mi dedicavo all'area logico- matematica che comprende:
-logica
-aritmetica
-problemi
-geometria
-misura
-probabilità,statistica informatica.
In più scienze (con esperimenti vari), geografia (con costruzione di cartine e ricerche), attività motoria.
Il mio collega insegnava :italiano,disegno,musica e storia nelle altre quattro ore.
Trai tu le conclusioni!
Peppe,leggi la mia risposta a Sergio
RispondiEliminaCara Aliza,credi ciecamente alle tue amiche.
RispondiEliminaI genitori (non tutti per fortuna) sono arrivati a mettere in discussionme pure il metodo didattico dell'insegnante.
I figli hanno sempre ragione e li giustificano anche.
Te ne racconto una.
Di fronte a una verifica scritta sulle tabelline zeppa di errori,una mamma ebbe il coraggio di dirmi: a casa,le tabelline le sa...!
mamma mia chissà ch esuccederà...mi sento sotto assedio....mi hai chiesto se mi manca fuggire con la fantasia...no cara Stella non mi manca...perchè lo faccio ancora spesso...solo che da grande ho imparato i trucchi per non farmi sgridare
RispondiEliminaLo traquilla,tutto si appianerà.
RispondiEliminaIo lotto,pur non essendo più in servizio!!
Non so ancora quale sia la soluzione migliore, parlo però di un'esperienza vissuta personalmente: in classe di mia figlia, che frequenta la quinta elementare, in 3 anni si sono avvicendate tre insegnanti di matematica... una materia, a mio parere, fondamentale, nel senso che se l'approccio al "ragionamento" che è alla base della matematica non è dei migliori nei primi anni, non lo sarà a maggior ragione anche in seguito.... Era solo un esempio... perchè poi, al di là della qualità dell'insegnamento, c'è anche che la "discontinuità" nel metodo non fa sicuramente bene al bambino... Per questo, io non discuterei tanto di maestro unico o di maestri "multipli" ma di "qualità" degli insegnanti... e di "coscienza" nell'attribuzione dei posti di ruolo o anche di supplenza... e nella valutazione degli insegnanti, perchè spesso si trovano capre che farebbero bene a starsene a casa.. eppure girano come mine vaganti...
RispondiEliminaMi fermo...
Un caro saluto a tutti
Ciao Stella, questa sera sono veramente ko per ragionare lucidamente.
RispondiEliminaA dirti la verità non ho ancora capito bene cosa succederà, abitando in una zona montana e con la maggior parte di scuole organizzate con il modulo,pluriclassi, avremo delle altre regole rispetto le zone non montane, si parla sempre del tempo pieno....
Spero comunque che si trovi una soluzione che possa accontentare tutti e che non ridimensioni la nostra scuola!
Ciao
Maurizio non posso replicare...
RispondiEliminaGli alunni che per 5 anni hanno i medesimi insegnanti e che godono pure di ottima salute, quindi sempre presenti, sono i più fortunati!
gturs so che alcune scuole montane saranno accorpate,con quali criteri ???mah...
RispondiEliminaUn carissimo saluto.
Cara Stella: grazie per i tuoi gentili saluti!
RispondiEliminaRiguardo il post, lo leggerò quando avrò più tempo (in questo ultimo periodo è sempre poco..). Comunque vedo già che è interessate come è nel tuo stile.
Ciao,
Romano
Grazie romano,non preoccuparti,mi bastano i tuoi saluti.
RispondiEliminaUn abbraccio grande!
Proprio: non è mai troppo tardi per imparare.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Voluto,marco!
RispondiEliminaVorrei dirla anch’io, una parolina, ma sommessamente, perché pur essendo stato scolaro per una volta, babbo di scolari per quattro volte e nonno per cinque, ed avendo vissuto in famiglia di insegnanti, non mi sento tanto preparato e qualificato come la maggior parte delle persone che sento parlare.
RispondiEliminaE voglio dire che ascoltando un po’ dappertutto, ché l’argomento è di generale interesse, mi sono convinto che si, una riforma ci vuole, e che no, quella del maestro unico non va bene.
Infatti a mio parere non è da discutere se occorra un maestro per classe elementare, o più maestri o un pool da far girare in questo o quel modo.
A mio avviso occorre domandarsi se il maestro sia utile oppure non serva più affatto!
E forse questa, è la risposta. Il maestro non serve più, perché la sua funzione è stata assunta da altre entità, da altre strutture, da una diversa organizzazione sociale.
Ed infatti, di maestri non se ne parla affatto!... si parla di professori, professori che insegnano nei primi anni della scuola dell’obbligo, d’accordo, ma di professori, non di maestri!
Ed io temo che gran parte delle persone che così fieramente fanno valere il proprio parere, nemmeno sanno più che differenza ci sia fra maestro e professore… perché forse ormai, la differenza non esiste più!
E se ho ragione, il discorso da fare è del tutto differente!
Lucio Musto
Ciao stella,se ancora oggi ricordo la mia maestra delle elementari un motivo ci sarà pure!
RispondiEliminaNon posso che concordare con te: altri programmi,altri bambini...altri genitori!!
La "riforma" della Gelmini è riduttiva e solo a livello economico,di qualità non se ne parla proprio!
In meridione i maestri sono stati chiamati sempre professori,da quando ero piccola.Il termine usato per educare i bambini delle elementari ora si può modificare, perchè,se non erro, oggi è necessaria la laurea.
RispondiEliminaIl termine "maestro "è più amichevole ed affettuoso.
Lucio,ma perchè ti sto venendo dietro? Cosa importa il nome?
L'importante è che sia un bravo educatore!
Infatti si parla di tutto,tranne dei bambini e dei programmi...
RispondiEliminaBuona notte,sirio.
Stanno distruggendo tutto. Sono incazzatissimo; è uno schifo!!!
RispondiElimina:(((
Dolce Stella bellissimo post...
RispondiEliminatutto vero...
un abbraccio
Elsa
Mi permetterò di chiarirla allora la differenza fra “maestro” ed “professore”, e quale era all’inizio, e quale forse non è più!
RispondiEliminaE partirò semplicemente ricordando il diverso tipo di preparazione che (almeno una volta) si chiedeva alle due figure professionali, egualmente essenziali, egualmente dignitose ma assai diverse!
Il “maestro” si addestrava al suo lavoro, alle scuole “Magistrali” e magari al Magistero, il professore specializzava la propria cultura nelle Università, e si laureava.
Ma in cosa, fondamentalmente, il maestro che studiava pedagogia, igiene, psicologia infantile, economia domestica eccetera si differenziava dal professore che studiava botanica, chimica, fisica e mineralogia?...
Nella funzione “educativa” appunto, come ci ricorda Stella. Perché anche loro erano “Educatori”, come i genitori, il prete, il caporale istruttore, l’allenatore sportivo…
Il compito del “Maestro” era quello, fondamentale, di traghettare gli scolari dal mondo della “Famiglia” a quello della “Comunità” col maggior tatto possibile per non traumatizzare la psiche ancora fragile del bambino.
Il Maestro doveva essere essenzialmente una via di mezzo fra genitore ed insegnante estraneo.
Toccava poi ai “Professori” trasmettere cultura, ognuno secondo il proprio sapere, nella fase successiva delle scuole medie e superiori…
Probabilmente, ipotizzavo nel mio precedente intervento, la funzione del Maestro non serve più, assorbita o surrogata dalle scuole materne, il nido, l’asilo, la piscina e la scuola di danza, la televisione… e chi più ne ha più ne metta!...
Ma se non serve più va tolta, e cominciamo direttamente con l’inculturazione, che è molto meglio!... Se non altro, non vedremo più i nostri nipoti che vanno a scuola già sapendo scrivere correntemente a scocciarsi di dover tornare ai disegnini imposti dai programmi ministeriali!.
Ripeto di non essere un esperto, ma se il maestro servisse ancora, ancora di più oggi dovrebbe essere singolo, anzi “single” per meglio traghettare il bambino dal mondo familiare a quello sociale!
Cordialità a tutti e scusate le molte parole
Lucio Musto
Caro lucio, nella prima parte del tuo commento mi dai ragione.
RispondiEliminaNon concordo io sulla seconda parte.
In prima elementare, soprattutto per i bimbi che non hanno mai frequentato la scuola materna,la maestra viene vista come una seconda mamma... viene considerato il primo vero distacco dalla famiglia .Ci sono bambini che piangono...
Per quanto riguarda già il saper leggere e scrivere... beh,ci sarebbe da rimproverare e sgridare gli adulti. Ci sono alunni che giungono a scuola senza i pre-requisiti...neanche distinguono i colori ancora e allora lucio come la mettiamo?
I figli degli insss,compreso il mio,giungono a scuola che non sanno né leggere né scrivere,proprio perché non possano annoiarsi nel corso dell'anno.
Per esempio saper contare fino a 100 è una filastrocca, una numerazione, non è "conoscere i numeri" come alcuni genitori pensano (e, comunque ,si comincia dallo zero,non dall'uno) 0 1 2 3 4...infatti le cifre sono dieci.
Spero di essere stata chiara.
Pino mio, che dirti?
RispondiEliminaSono molto amareggiata!
Ciao elsa,grazie!
RispondiEliminaSi, grazie, chiarissima!
RispondiEliminaDovrò ricordarmene, che le cifre sono dieci.
Anzi, mo' quasi quasi me lo scrivo, come direbbe Masssimo Troise!
Lucio Musto
Grazie a te lucio che mi hai "riportata" nella scuola,di cui sento ancora la mancanza,nonostante tutto...
RispondiEliminaSono proprio irriducibile!
''Io ero comprensiva eccome e...facevo i tranelli ai bambini infatti''
RispondiEliminaEcco svelata la tua vera identita': la strega cattiva, poveri innocenti sotto le tue grinfie.
Vale
E' vero pierluì.Mi baciavano e mi abbracciavano così forte che mi dovevo tenere,se no rischiavo di cadere!
RispondiEliminaA te in bocca al lupo e torna presto!
'Maestro unico' sì o no? Credo che dipenda dalla preparazione del maestro e dalla richiesta formativa degli alunni. Se la formazione del maestro è tale da rispondere alle necessità di studio degli alunni perché no?
RispondiEliminaRomano ora i programmi ministeriali sono infiniti e in 24 ore di insegnamento è impossibile attuarli,cosa che non sta emergendo a Ballarò.
RispondiEliminaAl di là della bravura dell'insegnante!