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GELOSIA

VI PREGO CALDAMENTE DI VISITARE UNA MAMMA AFFRANTA DAL DOLORE PER LA PERDITA DEL FIGLIO NIKI.
IL LINK LO TROVATE TRA I MIEI PREFERITI : ORNELLA

Se volessimo definire la gelosia potremmo definirla come un complesso stato emotivo che può manifestarsi nei confronti del/la partner, ma anche nei confronti di un figlio, di un genitore, di un amico e persino di un oggetto.

Nessuno di noi può dichiararsi estraneo a questo sentimento che parte dal presupposto che potremmo perdere, da un momento all’altro, ciò che abbiamo di più “caro”. Il solo pensiero che qualcuno possa sottrarci ciò che riteniamo prezioso ci procura inevitabilmente una serie di sensazioni negative quali paura, ansia, rabbia, tristezza. E’ fondamentale però operare una distinzione fra una gelosia “sana” ed una gelosia “irrazionale”, in taluni casi “patologica”.

La gelosia “sana” è quella che avvertiamo quando si profila una minaccia “concreta” alla nostra relazione affettiva, è un sentimento inseparabile dall’amore per il/la partner ed è naturale se è presente a livelli accettabili.

Parliamo invece di gelosia “irrazionale” quando il timore di perdere qualche cosa che si ritiene essenziale per il proprio benessere - e che altri possano impossessarsene - si manifesta anche in assenza di un motivo valido. Questi timori tormentano costantemente la persona gelosa che assume i seguenti comportamenti:

- Mostra una costante ed irrazionale paura dell’abbandono e sentimenti di tristezza per la possibile perdita

- Sorveglia continuamente il/la partner

- Sottopone il/la partner a controlli, trappole, limitazioni e ritorsioni

- Sottopone il/la partner a punizioni

- Sottopone il/la potenziale “rivale” a punizioni La gelosia “irrazionale” prende origine da sospetti che non hanno una prova nella realtà e la cui origine è da collocare in uno stato di angoscia che prende forma solo “nella mente” della persona senza avere alcun riscontro nella realtà. Nella mente del geloso patologico si creano continue distorsioni della realtà ed interpretazioni erronee degli eventi, fino ad arrivare a dei veri e propri “deliri di gelosia ” che spesso sono all’origine di fatti di cronaca come i delitti passionali.

E’ bene che chi soffre di questa forma morbosa di gelosia venga spinto a farsi aiutare da un esperto del settore perché la minaccia è quella della rottura della relazione.

L’aiuto di uno psicologo permette a colui che è affetto da gelosia “irrazionale” innanzitutto di comprenderne l’origine (che il più delle volte risiede in una cattiva relazione con i genitori che non hanno adeguatamente rinforzato il bambino nella fiducia per sè stesso e nell’autostima contribuendo così a determinare un adulto geloso proprio perchè insicuro), di imparare poi a riconoscere e correggere le sue distorsioni interpretative della realtà e a relazionarsi con il/la partner in modo più funzionale al benessere della coppia.

Dott.ssa Francesca Saccà

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ENIGMA

VI E' MAI CAPITATO DI RICREDERVI SU UN BLOGGER ?
60

A 60 ANNI . . .


Sulla rubrica "Cuori allo specchio" de La Stampa di domenica,ho letto la lettera di un sessantenne inviata, per un parere, al giornalista Massimo Gramellini.

Ho letto con attenzione l'articolo, perchè il titolo mi attizzava:

PERCHE' NO,A 60 ANNI UNA PASSIONE D'AMORE ?

DOMANDA

L'autore della missiva,cresciuto a pane e Lucio Battisti, si innamora ed è ricambiato da una sua coetanea, ma alla sua età ha paura ...

Cosa ne pensate ?
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IL MAESTRO PERBONI

E.De Amicis

CUORE

- Pubblicato a Milano nel 1886, è, dopo Pinocchio, il più celebre libro per ragazzi scritto in Italia e uno dei più famosi del mondo. Come scrive nella breve prefazione, l'autore finge che un ragazzo di terza elementare, Enrico Bottini, di facoltosa famiglia borghese di Torino, abbia raccolto in un suo quaderno le impressioni, le vicende, la storia dell'anno scolastico e che poi le note siano state rivedute dal ragazzo stesso in età più matura, e dal padre che però avrebbe cercato, fin dov'era possibile, di non alterare il testo originale.

Assai ammirato ai suoi tempi, Cuore è oggi considerato con molte riserve, per l’eccesso dell’esaltazione dei valori patriottici e sociali dell’Italia post-unitaria e per il sentimentalismo retorico e un po’ eccessivo che De Amicis fa esprimere ai suoi personaggi, ma è stato il libro più amato, non solo dai bambini, per molti decenni.

" Il nostro maestro

18, martedì

Anche il mio nuovo maestro mi piace, dopo questa mattina. Durante l'entrata, mentre egli era già seduto al suo posto, s'affacciava di tanto in tanto alla porta della classe qualcuno dei suoi scolari dell'anno scorso, per salutarlo; s'affacciavano, passando, e lo salutavano: - Buongiorno, signor maestro. - Buon giorno, signor Perboni; - alcuni entravano, gli toccavan la mano e scappavano. Si vedeva che gli volevan bene e che avrebbero voluto tornare con lui. Egli rispondeva: - Buon giorno, - stringeva le mani che gli porgevano; ma non guardava nessuno, ad ogni saluto rimaneva serio, con la sua ruga diritta sulla fronte, voltato verso la finestra, e guardava il tetto della casa di faccia, e invece di rallegrarsi di quei saluti, pareva che ne soffrisse. Poi guardava noi, l'uno dopo l'altro, attento. Dettando, discese a passeggiare in mezzo ai banchi, e visto un ragazzo che aveva il viso tutto rosso di bollicine, smise di dettare, gli prese il viso fra le mani e lo guardò; poi gli domandò che cos'aveva e gli posò una mano sulla fronte per sentir s'era calda. In quel mentre, un ragazzo dietro di lui si rizzò sul banco e si mise a fare la marionetta. Egli si voltò tutt'a un tratto; il ragazzo risedette d'un colpo, e restò lì, col capo basso, ad aspettare il castigo. Il maestro gli pose una mano sul capo e gli disse: - Non lo far più. - Nient'altro. Tornò al tavolino e finì di dettare. Finito di dettare, ci guardò un momento in silenzio; poi disse adagio adagio, con la sua voce grossa, ma buona: - Sentite. Abbiamo un anno da passare insieme. Vediamo di passarlo bene. Studiate e siate buoni. Io non ho famiglia. La mia famiglia siete voi. Avevo ancora mia madre l'anno scorso: mi è morta. Son rimasto solo. Non ho più che voi al mondo, non ho più altro affetto, altro pensiero che voi. Voi dovete essere i miei figliuoli. Io vi voglio bene, bisogna che vogliate bene a me. Non voglio aver da punire nessuno. Mostratemi che siete ragazzi di cuore; la nostra scuola sarà una famiglia e voi sarete la mia consolazione e la mia alterezza. Non vi domando una promessa a parole; son certo che, nel vostro cuore, m'avete già detto di sì. E vi ringrazio. - In quel punto entrò il bidello a dare il finis. Uscimmo tutti dai banchi zitti zitti. Il ragazzo che s'era rizzato sul banco s'accostò al maestro, e gli disse con voce tremante: - Signor maestro, mi perdoni. - Il maestro lo baciò in fronte e gli disse: - Va', figliuol mio".

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MAESTRO UNICO


La tenera severità del maestro Giulio Perboni e la timida dolcezza della maestrina dalla penna rossa: nell’immaginario collettivo degli italiani la figura del maestro unico si identifica soprattutto con loro, protagonisti del libro Cuore di Edmondo De Amicis.

E ora che il Consiglio dei ministri ha espresso parere favorevole all’intenzione del ministro Gelmini di reintrodurre il maestro unico (o maestra) , molti nostalgici gongoleranno nel ricordare quei modelli ideali rilanciati anche da alcune riduzioni televisive di successo del romanzo pedagogico deamicisiano. Dalla prima, diretta da Duilio Coletti e interpretata da Vittorio De Sica nel 1947, passando per lo sceneggiato di Luigi Comencini del 1984, con Johnny Dorelli nei panni di Perboni e Giuliana De Sio in quelli di Margherita Capuano (ispirata a De Amicis da una maestrina reale, che si chiamava Eugenia Barruero e pare abbia abitato in una casa torinese con tanto di targa ricordo fino al 1953), fino ad arrivare all’ultima fiction tv a puntate, diretta da Maurizio Zaccaro, con Giulio Scarpati e Anna Valle nel ruolo dei maestri. Sono soprattutto loro, i docenti Perboni e Capuano ad essere diventati icone del maestro unico.

Innovativo cent’anni fa fu il metodo educativo di una straordinaria donna-pioniera come Maria Montessori.

Mario Lodi, pedagogista e scrittore che, ispirandosi alla pedagogia popolare di Célestin Freinet, ridisegnò il valore e i metodi della comunità educante, contribuendo con Bruno Ciari e Giuseppe Tamagnini alla nascita di quel Movimento di Cooperazione Educativa (Mce) che influenzò tra gli altri Albino Bernardini, classe 1917, maestro ”militante” e autore nel 1968 di Un anno a Pietralata, il suo primo libro-testimonianza .

Gianni Rodari sperimentò proprio da maestro le sue grammatiche della fantasia destinate a lasciare un segno in molte scuole di borgata, come quella al Trullo di Maria Luisa Bigiaretti, che la racconta nel libro La scuola anti tran-tran.

Tra i contemporanei, c’è il popolare maestro-scrittore Angelo Petrosino e l’indimenticato Giuseppe Pontremoli, scomparso a 48 anni nel 2004. E se sul versante religioso non si può infine dimenticare la lezione pedagogica di Don Lorenzo Milani, su quello laico - grazie alla tv - dal 1960 1l ’68 il «maestro d’Italia» per antonomasia è diventato e resta, per tutti, Alberto Manzi, morto 83enne nel 1997. Fu lui a ricordare, ad analfabeti e baby boomers, che in fondo
non è mai troppo tardi, per imparare.



Riassunto dal sito "Se mi dicevi prima"

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FANTASIA IN CLASSE



L'UCCELLO LIRA

Due più due quattro

quattro più quattro otto

otto più otto sedici…

Ripetete! dice il maestro.

Due più due quattro

quattro più quattro otto otto otto sedici.

Ma ecco che nel cielo

passa l'uccello

il bambino lo vede

il bambino lo sente

il bambino lo chiama:

Aiuto, vieni a giocare con me

uccello!

E l’uccello viene giù

e gioca con il bambino

Due più due quattro

Ripetete! Dice il maestro

e il bambino gioca

e gioca l’uccello con lui…

E l'uccello - lira suona

e il bambino canta...

E i vetri ridiventano sabbia

l’inchiostro ridiventa acqua

i banchi ritornano alberi...

Jacques Prévert
L'apprendimento è sforzo,fatica,spesso rinuncia e nessun'altra istituzione è per sua natura educativa come la scuola. Nei momenti più duri,la fantasia fornisce la giusta dose di evasione.
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E' FACILE AMMETTERE I PROPRI SBAGLI ?


La locuzione latina errare humanum est, perseverare autem diabolicum, tradotta letteralmente, significa commettere errori è umano, ma perseverare [nell'errore] è diabolico. La frase, ormai entrata nel linguaggio comune, viene attribuita a Lucio Anneo Seneca [senza fonte].

Assioma filosofico con il quale si cerca d’attenuare una colpa, un errore, una caduta morale. Già nella letteratura classica si possono trovare alcuni precedenti in Livio (Storie, VIII, 35): "Venia dignus est humanus error" ("ogni errore umano merita perdono"), e Cicerone: "Cuiusvis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare" ("è cosa comune l’errare; è solo dell’ignorante perseverare nell'errore").

Il significato è chiaro: siamo esseri umani, e l'errore capita. Questo, però, non deve essere un'attenuante per giustificare la trascuratezza, ma un invito ad imparare dall'esperienza per ridurre il numero di errori commessi.

DOMANDA

E' facile ammettere i propri sbagli ?

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PARLARE IN PUBBLICO


Cari amici ho scopertoDimensione caratterecon stupore che molti hanno timore di parlare in pubblico o di intervenire durante un dibattito.
Non l'avrei mai detto:in un gruppo di 50 persone circa,solo 4 o 5 hanno asserito di non avere problemi in tal senso.


DOMANDA


Ti spaventa l'idea di parlare in pubblico?


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CERTI MOMENTI. . .


A volte ho bisogno di musica,rumore degli altri,a volte il silenzio è d'oro


Certi momenti ho bisogno di silenzio e di solitudine

Certi altri ho bisogno di compagnia e di amore

Certi momenti ho bisogno di musica

a tutto volume

Certi momenti ho bisogno di musica. . .

Ma di abbassare il volume

Certi momenti ho bisogno di scrivere

Certi momenti ho bisogno di leggere

Certi momenti ho bisogno di parlare

di sfogarmi,di dominare

di agire,di fare

e di modificare

Certi altri ho bisogno di stare zitto

di ascoltare

di non agire

di non interferire


di lasciar perdere.


di Vasco Rossi

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COME UNA ROSA BLU


Solo la sensibilità di una donna poteva tracciare un ritratto così delicato e umano dell'handicap,quel misterioso timbro della diversità che la natura imprime nella carne e nello spirito di alcune persone. Un marchio che significa sofferenza,non di rado emarginazione,ma forse anche sensazioni misteriose che agli altri sono negate. E gli altri possono ricevere da queste creature più di quanto non possano dare.

Jenny è diversa.
Diversa?
Sì diversa da quasi tutte le altre.
Ma chi ha detto che tutte le persone
devono essere uguali ?

Per me Jenny è come una rosa blu.
Una rosa blu ?
Un giardiniere sarebbe felice
di avere una rosa blu.
La gente verrebbe da lontano
per vederla.
Sarebbe rara,
diversa,bella.
Anche Jenny è diversa.
Ecco perchè,in qualche modo,
è come una rosa blu.

E' come se Jenny
vivesse dietro uno schermo
che non riusciamo a vedere.
Forse ha colori magnifici;
forse quei colori,
a volte,distraggono Jenny
dal prestare attenzione
a quello che le diciamo.
O forse ascolta una musica
che noi non possiamo sentire,
perchè non abbiamo orecchi
abbastanza fini.

Sì,forse Jenny ode
suoni che noi non udiamo.
Forse per questo,a volte,
balza in piedi e intreccia
misteriosi passi di danza.

Jenny è come un uccellino,
un uccellino dalle ali molto corte.
Per un uccello così,
volare è difficile:
Ci vuole più forza,
più fatica,più tempo.

. . .

Ma c'è un'altra Jenny.
Una Jenny che,
in un triste pomeriggio d'inverno,
siede in poltrona e si dondola,
con la sua bambola tra le braccia.
E' molto turbata,è confusa.
Lentamente mi dice : "Mamma,
Sally ha detto che sono ritardata.
Che vuol dire,mamma,ritardata ?
i bambini dicono ritardata e ridono.
Perchè ridono,mamma ?"

Ci sono molte cose
che Jenny non capisce.
Ci sono molte cose di Jenny
che gli altri non capiscono:
che Jenny è come un gattino senza coda ;
che Jenny sente una musica diversa ;
che Jenny ha le ali corte ;
che Jenny deve essere protetta.

Jenny è come una rosa blu,
delicata e bellissima.
Ma le rose blu sono così rare
che ne sappiamo poco,troppo poco.
sappiamo solo che hanno bisogno di essere aiutate di più.
Di essere amate di più.

Gerda Klein


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LETTO SFATTO ? E' MEGLIO !


"Sveglia alle sette,doccia,colazione e via.Con mia madre che brontola perchè resta in camera un casino. Ho provato a spiegarle che la mia piazza e mezzo senza trapunta prende aria,non ci crede. Aiutate un figlio disperato!"

Enrico. (Como)

Mariti frettolosi e figli svogliati osserveranno: "Te lo avevo detto!". E i più pigri l'accoglieranno come la scusa perfetta. Eppure è vero : non riordinare il letto la mattina fa bene alla salute.

Lo studio : meno allergie con le coperte all'aria.

L'incombenza quotidiana può essere depennata dall'agenda dei lavori domestici,secondo uno studio dell'Università di Kingston,in Inghilterra,perchè lasciare lenzuola e coperte all'aria fa respirare meglio,può aiutare a evitare attacchi d'asma e a sviluppare altre forme allergiche.

Dalla ricerca emerge che i letti sono il nido preferito degli acari della polvere,che vi trovano un ambiente umido,quindi perfetto per la loro sopravvivenza.
Ce ne possono essere 12mila per ogni grammo di polvere e fino a circa un milione nel materasso.
Per gli acari le condizioni dentro il letto sono migliori rispetto a quelle fuori.
Lasciandolo in disordine,queste condizioni diventano uguali a quelle del resto della stanza più rapidamente.
Gli acari,infatti,possono sopravvivere solo ricavando l'acqua di cui hanno bisogno dall'ambiente.

Lasciare il letto sfatto durante il giorno è sufficiente a eliminare l'umidità da lenzuola,cuscini e materassi.
Così gli acari si disidratano e poi alla fine muoiono.


Esistono altri accorgimenti che si possono adottare per ridurre il numero di questi artropodi che si nutrono di polvere e scaglie di pelle umana.
Per esempio,alzare la temperatura da 16 a 18 gradi in camera da letto,senza ridurre la ventilazione,fa abbassare il numero degli acari di dieci volte.

Ogni anno bisogna cambiare i cuscini.

Contrariamente a quanto si pensa, i vecchi materassi a molle producono meno umidità rispetto a quelli in poliuretano e quindi raccolgono meno acari.

In generale è buona norma rimpiazzare il materasso e i cuscini regolarmente (ogni tre anni il primo,ogni anno i secondi),lavare la biancheria del letto a una temperatura superiore ai 60 gradi ogni settimana e cercare di abbassare l'umidità in tutta la casa.

da "OK"
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60 ANNI AUGURI A TE SIRIO !

Credo in te, Amico.


Credo nel tuo sorriso,
finestra aperta nel tuo essere.
Credo nel tuo sguardo,
specchio della tua onestà.
Credo nella tua mano,
sempre tesa per dare.
Credo nel tuo abbraccio,
accoglienza sincera del tuo cuore.
Credo nella tua parola,
espressione di quel che ami e speri.
Credo in te, amico,
così, semplicemente,
nell'eloquenza del silenzio.

Elena Oshiro



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IL SANTINO


Stella nasce in Irpinia,dove vive fino al'età di 16 anni con la sua famiglia di umili origini. Nel 1963 raggiunge i genitori emigrati a Torino e lì completa gli studi magistrali con un anno di anticipo.

Alla tenera età di 17 anni inizia a lavorare a Loano (Savona) come educatrice presso la Scuola "Colonia Città di Torino". Tale esperienza,con responsabilità diretta,24 ore su 24,su classi di 35 alunni,durerà cinque anni e lascerà un segno indelebile sulla sua formazione.

Durante tale periodo,infatti,impara ad affrontare le difficoltà del percorso educativo,si crea un bagaglio pedagogico molto forte e comincia a plasmare il suo modello di insegnamento tutto basato sulla relazione con l'allievo e sull'equilibrio tra dolcezza e severità.

Tornata a Torino,a 22 anni,si sposa e comincia a lavorare nelle scuole elementari torinesi come supplente.Nel 1975 vince il concorso statale ed inizia il suo insegnamento di ruolo.
Nello stesso anno nasce suo figlio Loris (oggi trentenne,sposato,laureato in Scienze della Comunicazione,project manager di una importante azienda dolciaria italiana) a cui dedica gran parte del suo tempo libero.

Dal 1975 al 2004 insegna presso la Scuola Elementare "Sibilla Aleramo" di via Lemie 48 dove è ancora ricordata con grande affetto come la "maestra Gianna". In questo tempo dedica tutta se stessa all'insegnamento crescendo diverse generazioni di allievi e offrendosi come punto di riferimento costante per i genitori dei suoi ragazzi anche a conclusione dei cicli di insegnamento.

Nel tempo libero continua ad operare nel sociale con particolare attenzione ai bambini e agli anziani. In Circoscrizione è conosciuta inoltre per la simpatia e la vivacità con cui ha partecipato a numerose manifestazioni culturali a scopo benefico con il ruolo di presentatrice e di dicitrice.


Andata in pensione,come sapete,mi sono dedicata a diverse attività. Tre anni fa mi sono buttata anche in politica,pur essendo principiante, forse per ricordare mio padre che affermava che di politica non ne capivo niente ed aveva ragione.

Questa esperienza mi ha arricchita molto...non potete immaginare quanto...
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GRATITUDINE


Meditazione sulla gratitudine


Questa è una breve meditazione sulla gratitudine, sul mistero della gratitudine.

Essere grati, sentirsi grati.

La gratitudine che esprimiamo, la gratitudine che non esprimiamo ed altra gratitudine ancora, sepolta più in fondo, che non sappiamo nemmeno di avere.

Siamo grati.

Può darsi che abbiamo paura della gratitudine.
Può darsi che ne abbiamo paura e non lo sappiamo.

Paura che ci faccia sentire inferiori, paura che ci lasci alla mercé dell'altro.
Paura.

Quando cominciamo a capire che questa paura ci separa, che è una barriera crudele dentro di noi e tra noi e gli altri, allora cominciamo a lasciar andare, e la gratitudine può affiorare.

Essere grati significa sentire di più.
Significa scoprirsi esseri umani più completi.

Che cos'è la gratitudine? Da dove parte? Com'è? Perché?
Occasioni di gratitudine: persone, paesaggi, animali verso cui sentiamo gratitudine.

È come una carezza.
Praticando si diventa più grati.

Forse chi è veramente maturo dentro di sé passa la vita a ringraziare invece che a chiedere: di lì la gioia, il privilegio della gratitudine, il privilegio di ringraziare.

Nei momenti di sofferenza, la consapevolezza che li avvolge può assumere a volte un sapore di accettazione molto simile alla gratitudine.

C'è qualcosa di forte e di dolce nel soffrire con gratitudine ed accettazione.
C'è l'intuizione oscura di una vita più grande di quella che viviamo, dove anche la sofferenza ha un senso.

La gratitudine per le piccole cose è una grande cosa.
L'amicizia è fatta di gratitudine.

"Improvvisamente", ha detto un poeta, "mi sentii grato.
Ma per chi e per che cosa, non so."

La gratitudine unisce.
Sentirsi grati è come sentirsi a casa: perciò siamo così contenti. Allora la nostra vera casa, la nostra vera origine, non è altro che gratitudine.

Che tutti noi si possa essere grati.
Che tutti si possa percepire la gratitudine dentro di noi e quella che ci viene da fuori. Che tutto il mondo possa essere più grato.

Che ondata di calma e di gioia, se soltanto la gratitudine generale aumentasse un poco!
Quando pensiamo che le cose ci siano dovute, non possiamo essere grati.

Quando abbiamo capito che nulla ci è dovuto, allora incominciamo ad essere fervidamente grati, allora ci coglie di sorpresa la gratitudine.

Quando non diamo più le cose per scontate, ci ritroviamo in mano la gratitudine.


Tratto da: L'età dell'Acquario di Isabella Bresci Editore.


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TRA FINZIONE E VERITA'


TRA FINZIONE E VERITA'

Non il tuo stare all'ombra
di un silenzio
non il senso
del nulla
abbandonato al misero giorno
o il gesto,
non compiuto
venduto alla vigliaccheria
non
il continuo rimuginare
malesseri interiori
che pesti nel mortaio
dell'attenzione
non
il vittimismo
con cui vesti
l'inedia
per chiudere le imposte
alla luce
ma la polvere ...
la polvere che non sveli
le parole che hai rubato
il sole che non possiedi
la verità celata
consapevole
colpevole
non da' tutto questo
ferita...
ma sgomenta
mi chiedo:
è solo la fiducia tradita
sciupata
sgualcita
che ti riporta
all'uomo qualunque
incontrato per strada?
Buon giorno e buona sera!
oggi davvero
ho una tristezza profonda,
perché
ho scoperto che:
Babbo Natale
è una finzione!

L'albero dei soldi
è una finzione

Pinocchio invece è vero
in carne ed ossa!
come del resto il gatto e la volpe!

Janas


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IL TUO PROFILO

Non vi faccio attendere oltre.

Come potete vedere era un giochino per grandi e piccini.

Complimenti a chi si è impegnato, arrivando fino in fondo.
SOLUZIONE

Maggioranza di 1 : sei così dolce che potresti fare coppia fissa con Gabbana. Così perfetto che per trovare la tua circonferenza devi moltiplicarti per pi-greco

Maggioranza di 2 : sei un essere umano massacrato. Tu sei la persona che il mondo cerca di imbrogliare. Sei di animo nobile. Al mondo non servi a niente.

Maggioranza di 3 : il tuo unico scopo nella vita è quello di trattare male il prossimo.Te ne freghi di tutto e di tutti. Meglio perderti che trovarti.

Maggioranza di 4 : la tua cultura è stata fatta leggendo le istruzioni per montare le sorprese degli ovetti Kinder. Sei un disastro umano! hai ottenuto un punteggio peggiore di quello che otterrebbe una scimmia scegliendo a caso le risposte. Non tri vergogni nemmeno un po'?

Maggioranza di 5 : non male: hai un futuro come boscaiolo! Il tuo livello di cultura è pazzesco! Nemmeno le foche ottengono valori così elevati!

Maggioranza di 6 : MENEFREGHISTA

Maggioranza di 7 : sei così inesperto della vita agreste che credi che le galline facciano le uova a Pasqua e il panettone a Natale. O che le mucche,che bevono acqua e sapone,diano il latte detergente.
Divertiti e soddisfatti ?
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TEST UNIVERSALE - seconda parte

SCOPRI LA TUA PERSONALITA' (seconda parte)

a ) Com'è il tuo locale ideale ? Dove ti senti veramente a tuo agio come fossi a casa tua ?
5. Una porcilaia,credo sia il posto più adatto a me.
6. Dove si possa ruttare senza problemi.
7. Un locale dove non si lava da anni il pavimento.

b) Di cosa hai bisogno per mungere una mucca ?
1. Di un secchio e di uno sgabello.
3. Solo di un secchio : tanto la mucca non si siede.
2. Perche prendersi la briga di mungere una mucca quando si possono mungere le autocisterne?

c) Quante uova può produrre la stessa gallina in una giornata ?
2. Può produrre un uovo duro,ma solo se lavora sodo.
4. Può produrre venti uova.
6. Nessun uovo : le tue galline muoiono subito.

d) Quale di queste battute a tema bovino racconteresti a tavola ?
1. Perchè il vitello è tonnato!
3. Le mucche se facessero il caffè si chiamerebbero mokke?

e) Qual è l'animale che preferisci nella fattoria ?
7. IL maiale,perchè è umile,vive da porco e muore da salame...

f) Qual è il tuo rimedio abituale contro le zanzare ?
1. IL fornelletto con agente chimico che esala un gas letale per la zanzara (e a volte anche per
l'uomo).
2. Aggiungere l'ennesima macchia rossa al muro bianco mediante cuscino,giornale o ciabatta.
3. Per le zanzare sono una sorta di Rambo.Per i vicini invece un maleducato che urla sconcerie
alle 3 del mattino.

g) Cosa fai il giorno prima dell'inizio delle lezioni ?
4. Metti in ordine libri e quaderni seconda una precisa scala cromatica.
7. Cerchi disperatamente di fare all'ultimo secondo i compiti della vacanze,che non hai nemmeno
sfiorato.
5. Ti chiudi nudo in un congelatore sperando di prendere un febbrone da cavallo.

h) Qual è la scusa che ti sei preparato per non aver fatto i compiti delle vacanze ?
6. Il cane ha mangiato tutti i miei compiti.Tre quaderni di temi,otto libri e tutta la matematica.
Adesso però è molto istruito.
2. Sentivo vicina la fine del mondo e mi sembrava stupido passare le ultime ore sui libri.

i) Quando hai partecipato alla tua prima lezione di aerobica,tu...
1. Hai dovuto fermarti a metà perchè ti eri dimenticata la bombole di ossigeno a casa.
3. Sei finita in ospedale perchè hai investito la tua compagna (ahia).

l) Il tuo indumento preferito :
7. Un vecchio maglione slabbrato e confortevole.
4. Vestiti all'ultima moda griffatissimi.
2. Un paio di robusti jeans pieni di toppe.

m) La sua stanza è :
1. Come la cella di un monaco francescano: essenziale e semivuota.
3. Come un negozio di antiquariato : piena di cianfrusaglie.

n) Il tuo cibo preferito :
5. Cucina esotica.
4. Una bella pizza.
3. Un bicchiere di latte.

o) Preghi sempre per le guerre per la fame,per la povertà,per le malattie del mondo :
2. I risultati non si fanno attendere: stanno tutti aumentando.
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TEST UNIVERSALE - prima parte


SCOPRI LA TUA PERSONALITA' (prima parte)

a) Ti rubano la bicicletta : qual è la tua reazione ?
1. Impreco,spacco tutto e me la prendo con il mondo.
2. Rubo la prima bicicletta che trovo.
3. Mangio molto cioccolato.
4. Mi reco dai carabinieri per la denuncia.

b) A Natale sono tutti più buoni,come dicono i cannibali.Tu cosa hai fatto ?
5. Ho aiutato una vecchietta ad attraversare la strada. Cioè,ho provato,ma in autostrada non si
fermano.
6. Ho segregato professori e preside in un pozzo a tenuta stagna.Se lo dici a qualcuno ti taglio la
lingua.

c) Come hai pensato di prepararti per il tragico momento della firma della pagella ?
1. Oramai,a 16 anni e dopo 8 bocciature e imprevisti vari,la pagella la firmi tu.
3. Hai tutti 8. Da dividere tra scritto e orale,però:4 e 4.
7. Eccelli in edicazione fisica,Storia dell'arte e Ricreazione.

d) Tra sotterfugi e autogestione,occupazione e raffreddori,rapimenti alieni e scioperi dei trasporti, la tua situazione interrogazioni è...
7. Molto buona. Sei riuscito a saltarle tutte.
2. Stai seriamente meditando un rapimento dei prof che ancora ti attentano.
1. Devi ancora interrogare un paio di prof per vedere se hanno seguito il corso d'aggiornamento.

e) Quale premio pensi meriteresti per il tuo impegno ?
1. Ah,non so,l'anno scorso mi hanno proposto il carcere minorile.
3. Potrebbero anche slegarmi dal banco adesso.

f) Passeggi nel bosco in cerca di funghi quando vedi una bimba di rosso vestita intenta a percuotere un lupo...
1. Sgridi la bambina per aver picchiato il lupo.
3. Chiami la LAV per denunciare l'accaduto.
5. Arriva il cacciatore e spara alla bimba.

g) Nello stesso bosco vedi una casetta di marzapane col comignolo di cioccolato. Cosa fai ?
4. Stacchi la porta per colazione e la intingi nel laghetto al latte lì vicino.
3. Escogiti un piano per liberare i due bambini prigionieri.

h) Ecco arrivi a tre casette : una di paglia,una di legno e una di mattoni...Pensi
6. Ecco dove siamo arrivati con l'abusivismo!
1. Prendi il giornale e appicchi il fuoco alla casetta di paglia.
2. Proponi la candidatura dei 3 porcellini come architetti nazionali.Tanto,c'è chi ha costruito con
materiali peggiori...

i) La tua mamma ti impone di apparecchiare la tavola.Come disponi le posate ?
3. A sinistra forchette,a destra coltello e cucchiaio e tovagliolo piegato a fiore al centro.
4. Posi in sacchettino di carta salva-fragranza rigorosamente di plastica.
5. Cosa sono queste "posate" ? Da te si mangia rigorosamente con le mani

l) La forfora sta meglio sulla giacca blu o su quella marrone ?
6. Boh.
7. Dove sono i capelli.
3. Sull'albero di natale.

m) Finisci con i piedi nel fango. Al momento di entrare in casa,come ti comporti ?
1. Entro senza problemi tanto vivo sotto un ponte.
7. Dò qualche calcio alla porta del vicino per staccare il grosso.
2. Le lascio sullo zerbino del mio vicino di casa.
4. Le pulisco usando il mio fazzoletto.
3. Racconti alla mamma la storia di improbabili draghi...

n) Stai mangiando la pizza con le mani (unte) quando devi salutare improvvisamente un vecchio amico appena arrivato. Come lo saluti ?
2. Lo abbraccio e mi pulisco le mani sulla sua giacca.
3. Mi passo le mani tra i capelli per togliere il grosso.
1. Ci sputo sopra e le frego sulla tovaglia.

Avrete capito di dovervi annotare i numeri corrispondenti alle vostre risposte,che saranno poi affiancati a quelli della seconda parte che saranno proposti nel prossimo post.

Alla fine conterete quante volte avete ripetuto il vostro numero,e così avrete il vostro PROFILO.
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I MORALISTI


MORALISTI

L'obiettivo del moralista non è la difesa dei valori morali, ma la distruzione di alcune persone concrete: la moralità è uno strumento. La persona da colpire slealmente è un avversario politico, un concorrente economico, un rivale nella professione,o in amore.
Altre volte il moralista è mosso da spirito vendicativo,o dall'invidia: critica un comportamento solo perché non ha avuto la possibilità di essere al posto del suo bersaglio, e di fare peggio.

Infine, non è raro scoprire che i moralisti più feroci sono quelli che hanno qualcosa da nascondere: denunciare i presunti vizi altrui è un modo per costruirsi una patina di onorabilità che distolga l'attenzione dai vizi proprî!
Si crea il capro espiatorio, volendo illudere gli altri (e forse anche se stessi) che basti sacrificarlo per purificare la società.
Tutti i benpensanti che ho conosciuto erano dei moralisti!...
da tenere alla larga!

Angela
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VERSO IL GIORNO


La poesia "VERSO IL GIORNO" di Luigi Civita , mi aveva subito conquistata,mi era capitata tra le mani per un concorso di poesie a scopo benefico.
La interpretai con un sottofondo musicale,l'insieme fece commuovere i presenti in sala; alcuni di essi ,alla fine dello spettacolo, si precipitarono a chiedermene una copia perchè ritenevano la lirica un inno alla speranza.
Desidero condividerla con voi.

VERSO IL GIORNO


Spingi il tuo pensiero oltre la paura,

dove lacrime e sorrisi si confondono.

Aspetta che l'alba ridesti la tua anima

assopita dai tradimenti.

Credi nelle parole del tuo cuore

e non abbandonarlo a se stesso,

quando il mare agitato ingoia ogni cosa

e il fulmine cade violento sulla tua vita.

Cerca compagnia nella solitudine,

e quanto più grande sarà il dolore,

tanto più ampio dovrà essere il sorriso.

Ridi con il cuore,

e quando le lacrime affiorano, accompagnale

con una musica dolce.

Stringi le mani di chi è intorno a te,

dona e ricevi attraverso di esse Amore.

E quando sarai stanco,

quando capirai che a nulla sono serviti i tuoi sforzi,

quando i sogni sfuggiranno al controllo,

quando tutto questo sarà troppo,

ricomincia dall'inizio.

Spingi il tuo pensiero oltre la paura….

Luigi Civita


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AFORISMI DI KAHLIL GIBRAN


La solitudine è una tempesta silenziosa che spezza tutti i nostri rami morti ; e tuttavia spinge le nostre radici viventi piu' a fondo nel cuore vivente della terra vivente.

La perplessita' è l'inizio della conoscenza.

Ci sono misteri nell'anima che nessuna ipotesi puo' scoprire, nè nessuna intenzione puo' rivelare.

Siamo amici : io non desidero niente da te, tu non vuoi nulla da me: Io e te dividiamo la vita.

Non si puo' toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

Io non conosco verita' assolute, ma sono umile di fronte alla mia ignoranza : in cio' è il mio onore e la mia ricompensa.
61

SUPERSTIZIONE


SEI SUPERSTIZIOSO ?

Molti lo sono,ma pochi lo ammettono; c'e chi lo nega o sostiene "non è vero ma ci credo",come diceva Totò.

Crederci o non crederci ? Questo è il dilemma. C'è lo studente convinto che se attraverserà il cortile dell'università da destra a sinistra,l'esame andrà bene. O il manager che usa sempre la stessa penna per ogni riunione importante.

Mio figlio,quando partecipava alle gare di dama indossava sempre la stessa maglietta,quella che gli aveva fatto vincere la prima coppa.

Tony Blair ha portato lo stesso paio di scarpe per 18 anni.

Barack Obama tiene sempre in tasca l'aquila ricevuta da un nativo americano,il Dio scimmia d'oro,le catenine e i simboli cristiani

Quando si diventa scaramantici? Da bambini. Gli atteggiamenti di questo tipo corrispondono a una necessità di assicurazione. Presso i popoli primitivi e alcune civiltà i rituali magici e propiziatori erano e sono parte integrante della visione del mondo.

Alcuni rimedi contro la iella :
- corno,va sfregato energicamente fra le dita,non si compra,ma va regalato o rubato,secondo la scaramanzia napoletana
- ferro di cavallo,porta massima fortuna quando proviene dalla zampa posteriore di una cavalla grigia
- sale,se lo si rovescia bisogna gettarne un pizzico dietro la spalla sinistra per evitare guai .Un tempo era usato come denaro,tanto da generare il termine salario,dal latino salarium "razione di sale"
- quadrifoglio,amuleto contro la sfortuna.

C'è chi definisce la superstizione una forma di ignoranza.
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ZIO PAPERONE


Non ditelo a zio Paperone,lui ci piace così.
Ma l'avarizia non è solo uno dei sette vizi capitali,come ci hanno insegnato le Sacre Scritture.
E nemmeno il difetto divertente grazie al quale prendere in giro l'amico o lo zio.

In certi casi può essere una malattia.
Ma attenzione anche all'eccessiva prodigalità : secondo una ricerca,spendere troppo potrebbe essere sintomo di uno stato depressivo.

Ma mettiamoci l'animo in pace : taccagni o scialacquatori si nasce.
E spesso lo sono anche i vip più insospettabili.

Tirchi o generosi ? Dipende dai geni. Una ricerca del dipartimento di psicologia dell'Università ebraica di Gerusalemme avrebbe isolato il gene dell'avarizia.

L'avarizia o la prodigalità hanno radici culturali e sociali antiche. Ne parla la Bibbia ("l'avidità del denaro è la radice di tutti i mali"),ne parlano i Vangeli (l'ammonimento :"Non potete servire Dio e Mammona",ma anche la parabola del figliol prodigo,che torna a casa dopo aver speso tutto).

Tanto nell'Inferno quanto nel Purgatorio danteschi,gli avari e i prodighi sono insieme sottoposti alla medesima pena,poichè il loro vizio ha lo stesso movente : il desiderio inestinguibile di ricchezza.

Sarà poi il celebre Arpagone,della commedia L'Avaro di Molierè,a inculcarci definitivamente la caricatura del "riccastro" che si culla amorevolmente lo scrigno dei denari.

Lo psichiatra Giacomo Dacquino dice :"Se nella vita siamo avari o prodighi,strozzini o scialacquatori,queste caratteristiche si manifesteranno anche nelle relazioni affettive con gli altri".

L'essere scialacquatori rischia di minare la vita sentimentale : potremmo essere indotti a dare troppo,aspettandoci quindi una risposta adeguata.
Fonte : Airone
55

E' RIAPPARSA LA LUCE


È riapparsa la luce,

negli occhi tuoi spenti,

tra dolori e rimpianti

è riapparsa la luce.

Ho visto il tuo viso

tacito e confuso,

ho visto i tuoi occhi

specchio dell’anima.

È riapparsa la luce

sopra un sorriso

laconico e profondo.

È riapparsa la luce

luce di speranza

passione e tormento.

Ho visto il tuo viso

marcato dal tempo,

da un lontano ricordo

che è sempre presente.

Da un cielo perduto

ricordo quel volto

che ha lasciato nel tempo

un pianto silente,

ed ha riposto sul volto

un dolce sorriso.

Autore : il mio amico blogger Domenico

Questa poesia mi ha suscitato emozioni forti e mi ha ricordato tanto di me.

Desidero dedicarla ai lettori in attesa della "luce"
.



34

SOLIDARIETA'

Sosteniamo la famiglia di Giuseppe Casu

non permettiamo che ancora una volta si

possa ignorare una morte per malasanità

Clicca qui per le informazioni
51

UNA RISATA

Dopo due post impegnativi, meritate una risata!


Sono riuscita a farvi ridere un po' ?
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IL MESTIERE PIU' ANTICO DEL MONDO


Se ne parla molto in questi ultimi tempi ed è un bene.

La prostituzione in Italia è un nodo irrisolto: la piaga dello sfruttamento,saldamente nelle mani della criminalità organizzata,sta trasformando molte donne,straniere soprattutto,in schiave del sesso,la diffusione crescente della prostituzione su strada pone problemi di ordine pubblico.
L'Agenzia delle entrate reclama i suoi diritti su un business miliardario,fino ad oggi non dichiarato ed esentasse.

In alcuni comuni italiani,a cominciare da Padova,Vicenza e Verona per finire con Reggio Emilia e Modena,sono state approvate ordinanze anti-prostituzione che prevedono maxi-multe da 500 euro per i clienti delle lucciole.

Da più parti,si è proposta una revisione legislativa o un'abolizione della legge Merlin che aboliva le case chiuse.

Ed ora è arrivato il disegno di legge del ministro Mara Carfagna con l'introduzione del reato di prostituzione in strada e in luogo pubblico.

PERCHE' AGLI UOMINI PIACE IL SESSO A PAGAMENTO ?
Risponde Gianni Ferrucci,psicologo,psicoterapeuta e dirigente Asl di Bari.

"La prostituzione è sempre esistita,in ogni epoca storica ed ha sempre avuto un ruolo sociale ben definito: valvola di sfogo,mezzo di affermazione dell'identità maschile,rito di passaggio dall'adolescenza all'età adulta,esercizio del sesso fine a se stesso.
Oggi,tuttavia,è meno socialmente accettata di un tempo: c'è più ipocrisia e pochi uomini confesserebbero o dichiarerebbero in pubblico di aver pagato per fare sesso.
Tuttavia lo fanno.Perchè? Viviamo in una società in cui le donne assumono un ruolo sempre più predominante: sono forti,esigenti,autonome...Con una prostituta,un uomo si sottrae al coinvolgimento affettivo e all'impegno psicologico che la relazione con una donna impone; con una prostituta il rapporto è più semplice e sbrigativo,più chiaro e senza tante complicazioni.
E poi, il "possesso" del corpo di una prostituta dà ad alcuni uomini l'apparente sensazione di avere quel potere che in realtà hanno perso di fronte alle donne d'oggi".
18

OMAGGIO A GIANNI69






CREAZIONI DI GIANNI69

Cari lettori,desidero ringraziare pubblicamente l'artista Gianni69.

Con il suo estro e la sua creatività ha realizzato per me queste grafiche che hanno dato un tocco
particolare al mio blog.

Le violette non sono sparite,ma io le vedo nella boccia di vetro che sovrasta il mondo.

Gianni,ti sono infinitamente grata!
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CELLULARE IN CLASSE ?


Libri,quaderni,penne,matite,diari e,ovviamente...telefonino.

"No,quello no!" Tuonano professori,presidi e genitori.
Niente di nuovo,direte voi : In Italia c'è addirittura una legge che vieta ai minori di essere intestatari di una utenza telefonica.

Ma la tentazione resta forte e negli zaini i "cell" pullulano,persino in quelli dei piccoli delle elementari,perchè con il telefonino ormai si fa di tutto.
Si digita sotto il banco per "chattare" con gli amici a colpi di sms,si gioca,si realizzano foto e filmati.

Capitano anche purtroppo fenomeni di bullismo in cui le "imprese" vengono immortalate nelle immagini e poi fatte circolare come trofei tra amici e compagni.

I cellulari,dunque,meglio lasciarli a casa e se proprio non se ne può fare a meno,vannmo tenuti rigorosamente spenti.

I professori,per primi,dovrebbero dare l'esempio.

In classe,infatti,il telefonino distrae,spostando l'attenzione dei ragazzi su una comunicazione diversa da quella principale che viene dall'insegnante.

E poi consente un'ulteriore fuga dalle regole sociali e dai confini imposti,almeno per alcune ore,dalla scuola.

Bando ai telefonini in aula,dunque,senza demonizzazioni ma con fermezza e facendo attenzione anche ai furbetti che ne portano addirittura due : uno per l'eventuale "sequestro" da parte dei professori e l'altro per continuare indisturbati a farsi i propri affari.
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SOLUZIONE DEGLI INDOVINELLI

INVITO caldamente i miei lettori a leggere un post molto interessante,cliccando su :

http://lanostramatematica.splinder.com/post/18631049#more-18631049

SOLUZIONE DEGLI INDOVINELLI

Alloooora, partiamo dalla prima foto,quella più in alto :

-Solo io potevo accoccolarmi,con la testa appoggiata alla professoressa ! Ero in terza media

-La seconda : ma dai, il sorriso è sempre lo stesso, no ? Sono in prima fila,seconda da sinistra.Avevo vent'anni e lavoravo già da due come insegnante a Loano.

-La terza : che seria,chissà a cosa stavo pensando,con quel tamburello in mano.Avevo quindici anni.

-La quarta : sono la seconda da sinistra. Anche nelle foto "ufficiali" mi dovevo distinguere. La maglietta è diversa....perchè non potevo diversamente. Ero all'ultimo anno delle Magistrali,diciotto anni da compiere!

-La quinta : qui era veramente difficile individuarmi; da bambini ad adolescenti e oltre, la fisionomia cambia moltissimo e questa fotografia ne è la prova. Sono la terza da destra,in prima fila!




Il bene in noidiGiannaDesign byIole