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La lavagna era triste triste.
"Non ce la faccio più" pensava.
"Sono stanca di vedere bambini spaventati,bambini che piangono,che mi guardano come se fossi una strega portasfortuna. Un giorno o l'altro me ne vado".
E un bel giorno,anzi una bella notte se ne andò : uscì dalla scuola e,toc toc,se ne andò per il mondo.Il concellino le rotolò dietro piagnucolando: "Signora lavagna,vengo con te".
Andarono insieme.Il cancellino cancellava le nuvole del cielo perchè la notte fosse più chiara;cancellava i semafori rossi perchè la lavagna potesse passare;cancellava i ciottoli sulle stradine di campagna,cancellava le montagne troppo alte.
Una notte cancellò perfino tre banditi che volevano rapire la povera lavagna per scriverci il conto delle rapine che avevano fatto.
Cammina e cammina,una bella notte la lavagna si fermò.Disse:"Cancellino,sono molto stanca,ho bisogno di dormire".
Il cancellino cancellò sterpi,rovi,pietre che si trovavano intorno e così la lavagna potè sdraiarsi sull'erba pulita,sotto la chioma di un grosso albero.
"Signora lavagna"disse il cancellino."Ti sei stesa sotto un castagno,è pericoloso.Se ti cade un riccio sulla faccia ti punge,ti fa male.Io lo cancello quest'albero".
Ma la lavagna si era già addormentata e stava facendo un sogno.
Sognava di essere in piedi in mezzo a un prato,con tanti bambini intorno.E i bambini erano i bambini della sua scuola,però erano allegri,scrivevano con gessi colorati,inventavano poesie,inventavano parole,inventavano numeri,inventavano disegni. Lei era felice.
Da lontano sentiva la voce del cancellino:"Signora lavagna,svegliati,è giorno."No" rispondeva lei"Non voglio svegliarmi,non mi sveglierò finchè il sogno che sto facendo non sarà diventato realtà".
I.BORSETTO
IL SOGNO DELLA LAVAGNA
La lavagna era triste triste.
"Non ce la faccio più" pensava.
"Sono stanca di vedere bambini spaventati,bambini che piangono,che mi guardano come se fossi una strega portasfortuna. Un giorno o l'altro me ne vado".
E un bel giorno,anzi una bella notte se ne andò : uscì dalla scuola e,toc toc,se ne andò per il mondo.Il concellino le rotolò dietro piagnucolando: "Signora lavagna,vengo con te".
Andarono insieme.Il cancellino cancellava le nuvole del cielo perchè la notte fosse più chiara;cancellava i semafori rossi perchè la lavagna potesse passare;cancellava i ciottoli sulle stradine di campagna,cancellava le montagne troppo alte.
Una notte cancellò perfino tre banditi che volevano rapire la povera lavagna per scriverci il conto delle rapine che avevano fatto.
Cammina e cammina,una bella notte la lavagna si fermò.Disse:"Cancellino,sono molto stanca,ho bisogno di dormire".
Il cancellino cancellò sterpi,rovi,pietre che si trovavano intorno e così la lavagna potè sdraiarsi sull'erba pulita,sotto la chioma di un grosso albero.
"Signora lavagna"disse il cancellino."Ti sei stesa sotto un castagno,è pericoloso.Se ti cade un riccio sulla faccia ti punge,ti fa male.Io lo cancello quest'albero".
Ma la lavagna si era già addormentata e stava facendo un sogno.
Sognava di essere in piedi in mezzo a un prato,con tanti bambini intorno.E i bambini erano i bambini della sua scuola,però erano allegri,scrivevano con gessi colorati,inventavano poesie,inventavano parole,inventavano numeri,inventavano disegni. Lei era felice.
Da lontano sentiva la voce del cancellino:"Signora lavagna,svegliati,è giorno."No" rispondeva lei"Non voglio svegliarmi,non mi sveglierò finchè il sogno che sto facendo non sarà diventato realtà".
I.BORSETTO
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Bella si. Ma anch'io da studente ho avuto un cattivo rapporto con la lavagna, e non solo per il terribile stridio dei gessetti ...
RispondiEliminaChe carino questo racconto. Mi ricorda i tempi della scuola quando mi chiamavano per le interrogazioni. Quelli si che erano incubi...ma da sveglia^____^! Baci! Anto
RispondiEliminaCiao, bellissima fiaba, mi hai fatto venire voglia di ritornare Bambino, a scuola, con una bella lavagna nera a fare disegni.
RispondiEliminabuona serata
XPX, con la lavagna o con l'insegnante?
RispondiEliminaBel racconto. L'unico momento bello vissuto con la lavagna era per fare gli esercizi di matematica. Lì eravamo un tutt'uno, ma poi... per il resto...
RispondiEliminaSai una cosa? Questo racconto mi ha fatto immaginare Stella maestra cn i suoi alunni e mi è sembrata un'immagine tenerissima
Annagi tenerissima,come stella...!
RispondiEliminaAnto lieta di aver risvegliato ricordi...
RispondiEliminaChe bello adamus,vero?
RispondiEliminaChe bella favoletta!
RispondiEliminama non sarebbe stato meglio per la lavagna svegliarsi e cercare di realizzare il suo bellissimo sogno con le proprie forze, anziché stare lì ad aspettare che il sogno si avverasse???
P.S.Non mi hai più detto cosa ti ricorda il quaderno ad anelli del mio blog... sono curioso!
La lavagna non ne poteva niente,non dipendevano da lei i bimbi tristi...
RispondiEliminaQuanti quaderni ad anelli ho corretto...ed erano scomodi...!
Nostalgia...canaglia...tarkan.
Bella fiaba...che incubo la lavagna alle interrogazioni di matematica e fisica al Liceo...
RispondiEliminaUna volta la lavagna serviva anche per andarci dietro, ma solo se eri ... cattivo!
RispondiElimina... oppure veniva divisa in due e, da una parte, i "buoni" e dall'altra i "cattivi"!!!!
RispondiEliminaPino, meglio ora ? ...O torneresti indietro?
RispondiEliminaSergio solo ricordi negativi?
RispondiEliminaEri tra i buoni o i cattivi?
Vedo nella "lavagna" ciò che vorrei sempre per la mia vita interiore, ciò che spero, niente brutture o spaventi ma solo colori e cose belle.
RispondiEliminaBuona giornata Stella
Ciao Calliope,durante l'intervallo la mi lavagna era sempre coloratissima così!
RispondiEliminache bello ricordare le lavagne!
RispondiEliminaio che potendo, più che volendo, dovrei essere un'insegnante... considerati i problemi della scuola... credo che rimarrò sempre una segretaria... insomma per me la lavagna rimarrà sempre un ricordo ed un sogno.... irrealizzabile ...
buon mercoledì
a me le lavagne piacciono, ne ho una in cucina dove ci scriviamo tuto eccetto che le cose da ricordare....
RispondiEliminae anche andrea ne aveva una in camera (benedetta ikea) dove scarabocchiava di tutto con i gessetti colorati, peraltro dietro la lavagna non mi ci hanno mai mandato!!!!
povera lavagna mica solo lei vede tutti questi bambini tristi
Quando frequentavo la scuola i gessetti colorati non li ricordo...ma ricordo molto bene alle superiori una lavagna con il pentagramma,naturalmente la lezione di musica era la mia preferita!
RispondiEliminaPer le altre materie,voglia di studiare saltami addosso,io cerco di spostarmi...!!
Quella bellissima lavagna era scappata da scuola sapendo che arrivava la Gelmini.
RispondiEliminaTutti si sono soffermati sulla lavagna, ma questo cancellino che cancella le cose più belle non mi piace, e come se sul nostro cammino per farci sentire a nostra agio ci fosse qualcuno che cancella le bellezze della natura, e no non mi piace. Purtroppo nella nostra realtà c'è sempre qualcuno che cancella i nostri sogni.
RispondiEliminaCiao Stella
Salvo
Bellissima questa storia...
RispondiEliminaPS: Bruno il tuo commento sulla gelmini mi ha fatta morire dal ridere ^^
Io odiavo la lavagna! Ora però le chiedo scusa ho capito che non era colpa sua..
RispondiEliminaPupottina, mai dire mai...nella vita.
RispondiEliminaE' bello insegnare,ma quante responsabilità...!
Zefirina ottima idea aver regalato una lavagna al tuo piccolo.
RispondiEliminaDovevi essere una scolara modello e ti sono rimasti i buoni sentimenti...
Caro sirio,il bel tempo si vede dal mattino...musica da piccolo e musica da adulto!
RispondiEliminaBC sei fortissimo e non solo come vignettista!
RispondiEliminashaina grazie della visita.
RispondiEliminaTorna ancora!
Salvo,interessante! Sei stato colpito più dal cancellino che rendeva agevole il percorso della lavagna...
RispondiEliminaMa la lavagna pensava ai suoi bimbi tristi...
Du...ok !!!
RispondiEliminaChe bel racconto!!!
RispondiEliminaQuando andavo a scuola avevo proprio paura di stare accanto alla lavagna, era il segnale che mi dovevan interrogare!!! ahahahahhah
Ciao e Buona Giornata
La leggerò ai miei fanciulli. Mi ricorda tanto lo stile di Rodari. Complimenti
RispondiEliminaCiao
Il cancellino spesso è volentieri lo usavamo come una palla o per fare dei piccoli dispetti... :P :DDDDD che bei ricordi.. Grazie! :)
RispondiEliminae il gioco del silenzio ve lo ricordate? uno era designato a scrivere sulla lavagna i nomi di chi parlava mentre la maestra era via... che ricordi!
RispondiEliminaRaimondo,birbante!
RispondiEliminaLucien benvenuta!
RispondiEliminaE' una storia da raccontare ai bambini e poi ascoltare le loro osservazioni e riflessioni...
Interessante davvero.
Laumig, io dicevo di scrivere i buoni,era più efficace!
RispondiEliminaE' bella questa favola: ricordo come mi piaceva disegnare sulla lavagna,usando i gessetti colorati che la mia maestra ci dava...era fantastico! come al solito ci inviti alla riflessione.
RispondiEliminaCiao cara Stella...sto pensando alla poesia per te...un abbraccio
Cara Paola,sei di una squisitezza unica, sotto tutti gli aspetti.
RispondiEliminaFelicissima di averti conosciuta!
Un forte abbraccio.
ho scritto un intervento che secondo me ti può interessare non ti svelo di cosa parla perchè se non non ci sarebbe gusto . Se vuoi passa da me per lasciare un commento ok?? Salute e buona gestione del blog
RispondiEliminaChe bella storia!!!!
RispondiElimina;-)
Adriano,considerato i contenuti di alcuni tuoi post e che hai troppi link,cancellami pure.
RispondiEliminaGrazie.
Silvia,sorella,abbraccio.
RispondiEliminaAnch'io non voglio svegliarmi fino a quando il mio sogno non diventerà realta.
RispondiEliminaBellissimo post.
Un caro saluto.
Belli i sogni. Belli quando sono belli.
RispondiEliminaComplimenti Stella..bella bella bella..
RispondiEliminaUn bacione
Mi piacciono le storie e oggi che ho un pochetto di tempo sono passata anche di qua, ciao :)
RispondiEliminaCioè mai.... Sempre che con la nuova riforma della Scuola ci sia ancora spazio in aula per le lavagne...
RispondiEliminaBella fiaba.
Caro Alberto,almeno sognare,nessuno può impedircelo.
RispondiEliminaMarco sarebbe bello,eh!
RispondiEliminaDavide, sai apprezzare.
RispondiEliminaBacione.
Cara IS ricordo bene che ti piacciono le storie...
RispondiEliminaUn forte abbraccio.
Dani, se mancano pure le lavagne...addio ...insegnamento!
RispondiEliminaStella
RispondiEliminasolo un bacio
Ornella
Ornella tesoro,tanti baci e un abbraccio forte.
RispondiEliminaSei sempre la benvenuta!!
La lavagna era il mio terrore, ora la rimpiango.
RispondiEliminaPeppe non sempre sappiamo apprezzare le cose al momento giusto...col senno di poi invece...
RispondiEliminaChe bei ricordi....legati alla lavagna....i buoni e i cattivi, chi ha parlato.....le interrogazioni,quanti anni sono passati!!!
RispondiEliminaCiao stella e grazie per i due premi, un abbraccio forte forte.
passo veloce veloce..per un saluto e un abbraccio...a presto
RispondiEliminagturs non c'è di che !
RispondiEliminaBacioni
Lo,ricambio.
RispondiEliminaRacconta la storia alla gnoma,poi fammi sapere!
Andare alla lavagna è sempre stato un trauma ...anche se ero preparata, però la tua storia fa diventare la lavagna un oggetto meno temibile!!!
RispondiEliminaSuysan per me, infatti, la lavagna non era temibile neanche da scolara.
RispondiEliminaqui è scienza !
RispondiEliminae va bene...
Alunno benvenuto!
RispondiEliminaOdio la scuola!!!
RispondiEliminaPerchè?
EliminaMi dispiace.