LA CICALA E LA FORMICA La Fontaine
Ebbra di sole, la cicala cantò tutta l’estate. Le formiche, invece, resistendo alla tentazione del buon tempo, andavano e venivano senza posa, ammassando quanto più potavano nel loro formicaio. Venne l’inverno nevoso e gelido…, non più goccia di linfa negli alberi scheletriti. E la cicala vide le formiche, a un po’ di sole, far asciugare il grano che sottoterra si era inumidito.
Affamata ne chiese qualche chicco in prestito. “Te le renderò prima dell’agosto, parola d’onore d’insetto”… promise.
Una delle parsimoniose formiche s’infuriò… “Ma nella buona stagione che cosa hai fatto? Non hai accumulato provviste?
“Non ho tempo – rispose la cicala – Dovevo cantare. Ho empito del mio canto cielo e terra”.
“Hai cantato? – replicò la formica – Ma benone! Ora, danza.
L'antica favoletta la conosciamo tutti: la formichina laboriosa e la cicala oziosa.
Morale: chi niente fa, niente ottiene.
E' giusto pensarla in questo modo?
Ho trovato molto istruttiva la recensione di Loris :
Vi sembra bello l’insegnamento che ci offre questa favola? Anzitutto si potrebbe osservare che nel racconto ci sono errori di carattere scientifico. Infatti la cicala durante l’inverno non si trova nella condizione della formica perché la natura provvede per lei come per tutti gli altri animali. Ma la cosa più importante è l’insegnamento che la favola vuol dare. Esso è contrario sia alla morale cristiana che a una più larga morale sociale. Infatti ci hanno sempre insegnato ad amare il prossimo nostro come noi stessi e soprattutto e soprattutto predisporre il nostro animo alla carità, virtù fondamentale dell’uomo. E se anche non avessimo avuto questi insegnamenti, vi sentireste voi tranquilli al calduccio della vostra casa, se sapeste che fuori della vostra porta un altro essere vivente sta morendo di fame e di freddo, mentre avreste la possibilità di salvarlo? Vi prego, non seguite l’esempio della formica. L’insegnamento di questa favola io lo trovo assurdo. Bisogna abituarsi a ragionare e a comprendere bene il significato di tutto quello che si legge. Non bisogna credere che tutto quello che è scritto sia buono. E’ vero che bisogna essere previdenti e pensare all’avvenire, ma è altrettanto vero che, chi ha, ha il dovere di dare, anche se il suo patrimonio è l’intelligenza. Bisogna abituarsi ad aiutare il nostro prossimo…, non negare al nostro vicino l’aiuto della nostra intelligenza e del nostro lavoro.
Ogni nostra azione avrà la sua ricompensa, magari lontana nel tempo, ma sicura.
Non è per una ricompensa materiale che si deve donare… la ricompensa sicura è la gioia che il donare procura a chi sa dare.
Qual è il vostro parere?
Buongiorno carissima,buona domenica grazie per gli auguri alla mia mamma,un abbraccio scappo alla finale di tennis kiss
RispondiEliminaBuona domenica, Elyis.
RispondiEliminala panso come Loris. Se da una parte è vero quel che insegna la favola, di dover lavorare e pensare al futuro e che l'ozio non è una gran virtù - è anche vero che la carità è un bene prezioso di cui gli uomini sono POCO dotati e quindi qualcosa che ce lo ricorda e al caso RE-INSEGNA non ci starebbe male.
RispondiEliminabuona domenica stella.....
RispondiEliminabeh direi di si, trovo giusto la morale della favola
Stella, approvo quello detto da Loris...
RispondiEliminaCome sempre ribadisco che questa società competitiva ha tolto in noi la parte umana..
Pensa che ci crediamo molto più intelligenti dei nostri padri o nonni..
Che PIRLA di persone che siamo, a credere a questa società basata SUL NULLA..!!!
Bacione grande grande.
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RispondiEliminaBuon giorno Stella!:)
RispondiEliminaNon mi è mai andata a genio questa favola.
Per la cicala mi è sempre dispiaciuto.
Errare è umano (insettesco in questo caso?).E che esseri umani siamo se ci comportiamo come la formica???
Certo è anche vero che perseverare è diabolico!;)
Non so se mi sono spiegata.
Guernica ti sei spiegata pienamente...
RispondiEliminaBuona domenica!
Davide...non a caso ho pubblicato questo post.
RispondiEliminaPoche parole a buon intenditor...
Buona domenica, Bruno!
RispondiEliminaLa carità cristiana ci raccomanda di aiutare in ogni caso, carissima Anna!
RispondiEliminaLieta domenica.
Ciao Stella, sto cercando di riprendermi un po' alla volta....
RispondiEliminasono venuta a salutarti e ad augurarti una buona domenica quando mi sono imbattutta nella favola...
ai miei figli l'ho sempre raccontata, ma con un finale diverso: la cicala viene accolta nel formicaio e, imparata la lezione, l'estate successiva aiutò (essendo anche più grossa) a fare un grande rifornimento di briciole per le sue amiche formiche...
un bacio
maria rosa
Maria Rosa, complimenti davvero...
RispondiEliminaFortunati i tuoi figli e grazie per la condivisione del finale.
Quest'anno è proprio cominciato male per te e continua...
Dai, presto arriverà il sereno!
Cara stella, penso che si debba essere così umili da ammettere che abbiamo bisogno del prossimo; analogamente dobbiamo mettere le nostre risorse,quali che siano,a disposizione di chi si trova in difficoltà.
RispondiEliminaCondivido in toto ciò che il tuo lettore Loris ha scritto!
Sirio, è proprio così!
RispondiEliminaAh ! Io sono con " Punto Croce" , avrei accolto la cicala, ma le avrei insegnato la dignità di mantenersi da sola. Non mi piace la carità, le persone devono aiutate ad imparare,la carità dà l' obolo e si sente a posto, la fratellanza ti insegna e ti aiuta a trovare uno scopo.Non si può passare una vita nei bagordi perchè i bagordi ti portano via la stima di te stesso.
RispondiEliminaTeodo perfetto, ma, mentre insegni, sfami, se no la poveretta muore d'inedia...
RispondiEliminaio dovrò dirti buona settimana cara Stella.
RispondiEliminaBella idea di scrivere la storia della cicala e della formica, una favola molto interresante. da prendere come esempio,
Un abbraccio, Tomaso
Grazie Tomaso, buona settimana a te!
RispondiEliminaSecondo me non bisogna sprecare ,bisogna conservare per poter dare, e tutti gli altri doni che possediamo , compresa l'intelligenza , metterli a disposizione degli altri ,cercando di usarli bene .
RispondiEliminaciao ciao
Paola, sono d'accordo.
RispondiEliminaBuon inizio settimana!
Una volta mi è capitato di leggere ( o vedere, non ricordo) un'altra versione, con un finale che mi piaceva di più: la formica diceva alla cicala"Tu hai allietato le nostre giornate piene di fatica e lavoro ed ora è giusto che noi ti offriamo qualche chicco di grano!".. decisamente è un finale per me più simpatico che insegna qualcosa di buono sia a chi si comporta come le formiche che a chi fa come la cicala.
RispondiEliminaCiao, bacio
bello il finale proposto da Paola. racconterò la favola di La Fontaine ai bambini dell'infanzia nei prossimi giorni, quando andrò per conoscerli. proporrò i due finali e...saranno loro a scegliere, ti saprò dire...
RispondiEliminaCara Paola, questa versione è più consona anche al mio modo di vedere.
RispondiEliminaTi abbraccio forte forte.
Raggio, che idea brillante!
RispondiEliminaSei favolosa...come le favole.
So che avrai già in testa i bambini della futura prima che si conquistano subito con dei raccontini e sorrisi.
Fammi sapere poi quale sarà il finale più votato.
Baci
Certo scoccia, dopo aver lavorato tutta l'estate e avere faticato tanto, dover dividere con chi per tutto quel tempo ha cantato e oziato... ma nella vita c'è bisogno anche di musica e canzoni. Le formiche avrebbero potuto godersi l'inverno insieme alla cicala che avrebbe dilettato con il suo canto le lunghe giornate e serate invernali!!!
RispondiEliminaL'ho raccontata ai miei bambini questa favola, ma sempre sottolineando questo mio pensiero!!!
Un abbraccio
Francesca
Francesca, bravissima!
RispondiEliminacome d'accordo eccomi per darti notizie dell'incontro con i bimbi di 5 anni. hanno ascoltato la favola con molta attenzione. ho raccontato il finale classico e ti riporto le risposte più interessanti.
RispondiEliminaun maschietto mi ha risposto che era giusto, perchè la cicala non aveva lavorato, un altro ha aggiunto che la cicala doveva pascolare al freddo,una bambina ha risposto che il finale non le piaceva perchè troppo triste. allora ho proposto di cambiarlo insieme e tutti hanno suggerito che la formica la faceva entrare nella sua tana e che avrebbero cantato insieme per tutto l'inverno. quando ho spiegato che le cicale non cantano come noi, con la bocca, ma sfregano le loro ali, un bimbo mi ha risposto che loro non hanno la bocca come le donne... ce l'ho messa tutta a restare seria....e quando ho confessato che ero stata la maestra della mamma di una bimba lì presente, mi hanno detto che non ero vecchia perchè non avevo le rughe , invece uno di loro mi ha detto che lui aveva le rughe nel...gomito. a modo suo mi ha fatto coraggio. questi saranno i miei futuri alunni...ciao
Ines, bellissimo incontro!
RispondiEliminaLa prima sarà faticosa, ma a me è sempre piaciuta per la freschezza dei bambini...
Teniamoci in contatto...
Bacioni...siamo ancora giovani : mi faccio coraggio!