Da Facebook :
"MI PIACE la Didattica Inclusiva"
un post che mi ha fatto riflettere e che vi propongo:
Il primo giorno di scuola, il professore di diritto entrò in classe e la prima cosa che fece fu chiedere il nome ad uno studente che era seduto in prima fila: “Qual è il suo nome?”.
“Il mio nome è Marco, signore”.
“Fuori dalla mia classe e non tornare mai più!” gridò il maestro sgradevolmente.
Marco era perplesso. Quando ritornò in sé, si alzò in fretta, raccolse le sue cose e uscì dalla stanza. Tutti gli altri erano spaventati ed indignati, ma nessuno parlò.
“Molto bene! Iniziamo la lezione – disse il professore – A cosa servono le leggi?”
Gli studenti erano spaventati, ma a poco a poco cominciarono a rispondere alla sua domanda. “Per avere un ordine nella nostra società”
“No!” rispose il professore.
“Per mantenerle”.
“No!”
“Perchè le persone che sbagliano paghino per le loro azioni”.
“No! Qualcuno sa la risposta a questa domanda?”
“Per fare giustizia” disse una ragazza con timidezza.
“Finalmente! Per la giustizia. E ora, che cos’è la giustizia?”
Tutti hanno iniziato a preoccuparsi per l’atteggiamento così vile del professore. Tuttavia, hanno continuato a rispondere. “Al fine di salvaguardare i diritti umani…”
“Bene, cos’altro?” disse il maestro.
“Per distinguere il bene dal male, per premiare coloro che fanno il bene…”
“Ok, non è male, ma rispondete a questa domanda: ho agito correttamente ad espellere Marco dell’aula?”. Tutti restarono in silenzio, nessuno rispose. “Voglio una risposta all’unanimità!”
“No!” risposero tutti con una sola voce.
“Si potrebbe dire che ho commesso un’ingiustizia?”
“Sì!”
“E perchè nessuno ha fatto nulla al riguardo? Perchè vogliamo leggi e regole, se non abbiamo la volontà necessaria per metterle in pratica? Ognuno di voi ha l’obbligo di parlare quando è testimone di un’ingiustizia. Sempre. Non tornate a stare in silenzio. Mai più! Andate a cercare Marco! Imparate che quando non difendiamo i nostri diritti, perdiamo la dignità e la dignità non può essere negoziata.
“Il mio nome è Marco, signore”.
“Fuori dalla mia classe e non tornare mai più!” gridò il maestro sgradevolmente.
Marco era perplesso. Quando ritornò in sé, si alzò in fretta, raccolse le sue cose e uscì dalla stanza. Tutti gli altri erano spaventati ed indignati, ma nessuno parlò.
“Molto bene! Iniziamo la lezione – disse il professore – A cosa servono le leggi?”
Gli studenti erano spaventati, ma a poco a poco cominciarono a rispondere alla sua domanda. “Per avere un ordine nella nostra società”
“No!” rispose il professore.
“Per mantenerle”.
“No!”
“Perchè le persone che sbagliano paghino per le loro azioni”.
“No! Qualcuno sa la risposta a questa domanda?”
“Per fare giustizia” disse una ragazza con timidezza.
“Finalmente! Per la giustizia. E ora, che cos’è la giustizia?”
Tutti hanno iniziato a preoccuparsi per l’atteggiamento così vile del professore. Tuttavia, hanno continuato a rispondere. “Al fine di salvaguardare i diritti umani…”
“Bene, cos’altro?” disse il maestro.
“Per distinguere il bene dal male, per premiare coloro che fanno il bene…”
“Ok, non è male, ma rispondete a questa domanda: ho agito correttamente ad espellere Marco dell’aula?”. Tutti restarono in silenzio, nessuno rispose. “Voglio una risposta all’unanimità!”
“No!” risposero tutti con una sola voce.
“Si potrebbe dire che ho commesso un’ingiustizia?”
“Sì!”
“E perchè nessuno ha fatto nulla al riguardo? Perchè vogliamo leggi e regole, se non abbiamo la volontà necessaria per metterle in pratica? Ognuno di voi ha l’obbligo di parlare quando è testimone di un’ingiustizia. Sempre. Non tornate a stare in silenzio. Mai più! Andate a cercare Marco! Imparate che quando non difendiamo i nostri diritti, perdiamo la dignità e la dignità non può essere negoziata.
Cara Gianna come ti capisco, purtroppo questo sistema si dilaga sempre più, peccato!!!
RispondiEliminaCiao e buona serata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ricambio abbraccio e sorriso, caro Tomaso.
Eliminanon credo che nessuno abbia il diritto di buttare fuori dalla classe un alunno. A che serve? Fosse dopo una lunga chiaccherata si ripetesse la cosa allora forse un richiamo ufficiale ma mai troncare il dialogo.
RispondiEliminaCaro Andrea, il professore ha usato una strategia per affrontare il tema della giustizia...
EliminaA presto.
Bravo il maestro. Con un esempio così penso che tutta la classe abbia capito il concetto......e si sia vergognata un pochino.Ci vuole coraggio a imporsi quando si è testimoni di un'ingiustizia e purtroppo,nella nostra società,troppo spesso ognuno tende a farsi i fatti propri. Un abbraccio Giannina
RispondiEliminaCara Rita, la nostra società non sempre protegge i testimoni di giustizia...per cui alimenta l'omertà.
EliminaUn abbraccio fortissimo.
Giusto insegnare ai ragazzi che reticenza e omertà sono tra i peggiori mali della nostra società. Credo che quegli studenti abbiano appreso il concetto e non dimenticheranno mai. Un salutone.
RispondiEliminaRicambio, Sergente Elias.
EliminaCertamente il metodo del professore risulta essere molto efficace nel far capire il concetto di giustizia e ingiustizia. La tua domanda però è: noi come ci saremmo comportati (ovviamente al posto degli studenti intendevi). In tutta onestà ti dico: " non saprei"... anche se sono fondamentalmente "un contestatore"....
RispondiEliminaInteressante il tuo post, come sempre quando tratti argomenti di un certo spessore.
Ciao Gianna.
Caro Pino, ebbene la penso esattamente come te...contestare quel prof autoritario...farebbe paura e gli allievi sono "nelle sue mani"...
RispondiEliminaCertamente alla pari, avrei contestato sicuramente, sono per la giustizia...
Buona giornata
Sicuramente un metodo d'impatto, anche se discutibile e di sicuro la lezione sarà rimasta impressa agli alunni ma...povero Marco, chissà che avrà pensato?!
RispondiEliminaUn caro saluto
Carmen
Il prof ce l'ha con me...
RispondiEliminaL'mpatto è stato forte,sicuramnte per gli alunni il concetto di giustzia e ingiustizia sarà stato chiarissimo.
RispondiEliminaCara Gianna, alla tua domanda rispondo:avrei chiesto il perchè,sai sono molto instintiva .
Complimenti
Buona Pasqua
Rahele
Fa molto riflettere questa ingiustizia....
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