Appena conclusa la lettura di quest'interessante articolo, la mia mente è andata immediatamente a quando insegnavo.
Tanti erano i genitori che partecipavano attivamente alla vita scolastica dei figli, sostenendoli, accompagnandoli nel percorso didattico e collaborando concretamente con la sottoscritta.
Capitava, però, che qualche mamma eseguisse lei i compiti assegnati a casa, pensando erroneamente di aiutare il figlio non ancora autonomo ...
Aiutare i figli sì, ma mai sostituirsi a loro, per non danneggiarli.
"Quando si pensa costantemente ai problemi dei figli, non riuscendo a distinguere quelli che è giusto che affrontino da soli e quelli invece in cui necessitano di un reale aiuto, allora con ogni probabilità si è troppo coinvolti, rendendo un cattivo servizio ai figli stessi.
E’ certamente importante per un genitore partecipare emotivamente alla vita dei figli e ai loro problemi, tuttavia, lasciarsi ossessionare al punto che la propria vita personale ne sia condizionata, equivale a iperproteggerli impedendogli di fare esperienze naturali e necessarie al loro sviluppo.
Spesso genitori ben intenzionati credono che la preoccupazione eccessiva per i problemi dei figli sia un buon indice della propria umanità e della propria bravura come genitori. Sfortunatamente è vero il contrario: la misura in cui i tanti piccoli problemi dei ragazzi diventano problemi dei genitori, è di solito inversamente proporzionale all’efficacia degli interventi che si possono operare nei loro confronti.
E’ possibile fare un esempio di quanto appena affermato prendendo il caso di quei genitori che, preoccupati che i figli possano avere problemi con gli studi, si interessano talmente da impegnarsi a tempo pieno per aiutarli: parlano quotidianamente con gli insegnanti per sapere cosa possono fare per rendersi utili, cercano persone che possano dare lezioni private e disdicono impegni di lavoro e vacanze per essere vicini e poter essere d'aiuto. In casa non si parla d’altro e la sera, quando i genitori si recano nella loro stanza per riposare, la ricerca di soluzioni continua. Soluzioni a problemi che il più delle volte vedono soltanto genitori eccessivamente preoccupati.
La domanda fondamentale che ci si deve porre in questi casi è: La responsabilità del risultato scolastico di chi è? Dei genitori o dei figli?
La risposta non può che essere: dei figli.
E se è dei figli, allora perché alcuni genitori se ne assumono il compito?
Forse perché pensano che i figli non siano in grado di impegnarsi efficacemente, li valutano non preparati, incapaci. Se si pensa questo ci si sostituisce a loro, si fanno i compiti al loro posto, ci si preoccupa per loro. Bisogna essere consapevoli che la scuola non rientra nella responsabilità dei genitori, ma dei figli, che al genitore spetta il compito di osservare e aiutare soltanto nel caso di richiesta diretta dei ragazzi o degli insegnanti, e che quando le cose procedono, anche se non nel modo e con i risultati ottimali che si vorrebbe, conviene restare in disparte e permettere ai figli di organizzarsi come meglio credono.
I figli di genitori troppo preoccupati e interventisti ricevono di continuo un messaggio ambiguo: da una parte gli si comunica che li si aiuta perché gli si vuole bene, ma per altri versi si comunica che li si aiuta perché si pensa che non possano riuscire senza aiuto.
Come asseriva Oscar Wilde: è con le migliori intenzioni che si producono i danni peggiori".
a cura di
Andrea Fiorenza
E’ certamente importante per un genitore partecipare emotivamente alla vita dei figli e ai loro problemi, tuttavia, lasciarsi ossessionare al punto che la propria vita personale ne sia condizionata, equivale a iperproteggerli impedendogli di fare esperienze naturali e necessarie al loro sviluppo.
Spesso genitori ben intenzionati credono che la preoccupazione eccessiva per i problemi dei figli sia un buon indice della propria umanità e della propria bravura come genitori. Sfortunatamente è vero il contrario: la misura in cui i tanti piccoli problemi dei ragazzi diventano problemi dei genitori, è di solito inversamente proporzionale all’efficacia degli interventi che si possono operare nei loro confronti.
E’ possibile fare un esempio di quanto appena affermato prendendo il caso di quei genitori che, preoccupati che i figli possano avere problemi con gli studi, si interessano talmente da impegnarsi a tempo pieno per aiutarli: parlano quotidianamente con gli insegnanti per sapere cosa possono fare per rendersi utili, cercano persone che possano dare lezioni private e disdicono impegni di lavoro e vacanze per essere vicini e poter essere d'aiuto. In casa non si parla d’altro e la sera, quando i genitori si recano nella loro stanza per riposare, la ricerca di soluzioni continua. Soluzioni a problemi che il più delle volte vedono soltanto genitori eccessivamente preoccupati.
La domanda fondamentale che ci si deve porre in questi casi è: La responsabilità del risultato scolastico di chi è? Dei genitori o dei figli?
La risposta non può che essere: dei figli.
E se è dei figli, allora perché alcuni genitori se ne assumono il compito?
Forse perché pensano che i figli non siano in grado di impegnarsi efficacemente, li valutano non preparati, incapaci. Se si pensa questo ci si sostituisce a loro, si fanno i compiti al loro posto, ci si preoccupa per loro. Bisogna essere consapevoli che la scuola non rientra nella responsabilità dei genitori, ma dei figli, che al genitore spetta il compito di osservare e aiutare soltanto nel caso di richiesta diretta dei ragazzi o degli insegnanti, e che quando le cose procedono, anche se non nel modo e con i risultati ottimali che si vorrebbe, conviene restare in disparte e permettere ai figli di organizzarsi come meglio credono.
I figli di genitori troppo preoccupati e interventisti ricevono di continuo un messaggio ambiguo: da una parte gli si comunica che li si aiuta perché gli si vuole bene, ma per altri versi si comunica che li si aiuta perché si pensa che non possano riuscire senza aiuto.
Come asseriva Oscar Wilde: è con le migliori intenzioni che si producono i danni peggiori".
a cura di
Andrea Fiorenza
Importante alerta nesse texto! Vale sempre!!! beijos, linda semana,chica
RispondiEliminaFelice settimana a te, Chica.
EliminaBaci e a presto.
Ciao Gianna, è molto vero quanto ho letto...tuttavia io ho avuto una pessima esperienza, specialmente col secondo figlio ..le maestre mi dicevano sempre che dovevo seguirlo di più, invece la pedagogista di lasciarlo fare da solo..ma quello non aveva voglia di fare quasi niente, che faticaccia!!
RispondiEliminaBuona serata
Carmen
Fare da solo va bene, ma con l'incoraggiamento della mamma, secondo me.
EliminaI figli vanno aiutati, non ci si può sostituire a loro nei compiti, nè a qualunque altra cosa trovino difficoltà, altrimenti non impareranno mai, si pensa di fare del bene, e invece si fa solo un danno.
RispondiEliminaUn abbraccio Gianna.
P.S. Tecnologica mi stai diventando… :-)
Davvero...
EliminaPensa che ho saputo disinstallare un antivisus e metterne un altro,e non basta... tutto da sola ...
Proprio vero, chi la dura la vince...alla fine, però, avevo la testa che mi fumava...
Questa è la scuola che vale di più… sbattersi, provare e riprovare senza arrendersi mai, e con me funziona alla grande! ;-)
Eliminaciao..è importante partecipare alla vita scolastica dei figli ma non sostituirsi a loro..mi viene in mente quando mia figlia ripassava ad alta voce e io facevo centrini all'uncinetto... però ascoltavo....ciao..luigina
RispondiEliminaDetto bene cara Maestra!!! Ciao cara Gianna, con questo post hai portato a galla tanti errori che i famigliari commettono continuamente. Credono di fare del bene hai propri figli ma invece li aiutano a restare degli asini!!!
RispondiEliminaCiao e buona notte cara amica, è tardi e vano ananna!!!
Tomaso
Questo post offre lo spunto per riflettere...
EliminaSia io che mio fratello abbiamo sempre fatto tutto da soli. Negli ultimi anni invece pare che a scuola ci vadano i genitori piuttosto che i figli. Non mi pare sia un comportamento adeguato.
RispondiEliminaBaci
Negli ultimi anni, i genitori proteggono e difendono i figli a spada tratta, quando questi vengono ripresi dagli insegnanti.
EliminaGiusto oggi parlavamo di questo argomento con una mia amica: sua madre, maestra, non la aiutò mai nei compiti, perché "devi essere responsabile delle tue azioni." Forse è stato giusto così, ma credo che neanche i miei abbiano sbagliato. Non si sono mai sostituiti a me (anche mio papà era insegnante), ma mi hanno sempre seguito. E forse, se non l'avessero fatto, io mi sarei convinto che studiare non serviva, perché di mio sono abbastanza pigro e se una materia non mi interessava non la studiavo; ma bocciature non le ho - né le avrei - mai rischiate.
RispondiEliminaBenvenuto, Marco!
EliminaDal momento che eri pigro, era giusto che i tuoi ti spronassero negli studi.
Grazie del tuo contributo.
Quando stavo alle elementari, mia madre (buonanima) aveva l'abitudine di farmi i compiti di aritmetica per cui, quando poi sono passato alle superiori, ho incontrato grosse difficoltà proprio in quella materia; per fortuna che me la cavavo abbastanza bene nelle discipline umanistiche, per cui sono arrivato ugualmente alla "meta".
RispondiEliminaUn caro saluto ;-)
Cara la tua mamma, lo faceva in buona fede e tu ne approfittavi, birbante...
EliminaChe eccelli nelle materie umanistiche, me ne sono accorta da un bel po', caro Antonio.
Mi dispiace che non ti abbiano fatto amare la matematica.
ciao Gianna sono d'accordo con te,aiutare troppo i figli fino ad arrivare a far loro i compiti non e' educativo ne' si fa il loro bene , si abitueranno sempre ad essere aiutati e imbeccati nella vita, senza impegnarsi e prendersi le loro responsabilita', faranno certamente molta piu' fatica degli altri, sucessivamente, quindi hai fatto bene a mettere questo post, molto istruttivo, grazie, ciao baci rosa a presto.)buona giornata
RispondiEliminaCara Rosa, è più facile sostituirsi ai figli che seguirli passo passo, se ne hanno bisogno.
EliminaI figli vanno "accompagnati" a scuola...e non bisogna "andarci" al posto loro!
RispondiEliminaVanno accompagnati nella vita...si cammina al loro fianco...e non bisogna mai anteporsi a loro (se non assolutamente necessario).
Crescere vuol dire anche sbagliare e soprattutto bisogna togliersi dalla testa che i loro risultati devono essere necessariamente quelle che solitamente sono le "aspettative" dei genitori. In questo solitamente io vedo ..."genitori che non hanno saputo raggiungere certi obiettivi" e vogliono assolutamente che i loro figli li raggiungano, spacciandoli loro come "mete" normali e necessarie!...se non addirittura "indispensabili da raggiungere!"
Guardiamoli crescere...intervenendo solo nelle fasi di criticità!...e ci apprezzeranno...ma non aspettiamoci ora questo apprezzamento...questa è una condizione di quando saranno...grandi!
Ciao Gianna.
Buona giornata.
Durante il mio lungo percorso scolastico, ho trovato anche genitori ambiziosi, per i quali il loro figlio "doveva" eccellere in qualunque attività, scuola compresa.
EliminaPensa che dopo le medie, decidevano loro l'indirizzo scolastico del figlio, indipendentemente dalle sue inclinazioni naturali ed alle indicazioni dei professori.
non mi sono mai sostituita ad uno dei miei ragazzi nei compiti .....neanche quando c'erano quelli da loro più odiati e forse visti con importanza relativa .....tipo alle elementari quando c'erano da colorare le schede (che a volte erano odiosissime perchè fotocopie ) ma sono stata accusata di questo ...da insegnanti che mi conoscevano da 5 anni .....penso che quello che manchi tra scuola e famiglia è la collaborazione e fiducia .....forse perchè arrivati a non avere per niente fiducia e rispetto per il prossimo in tutta la società......
RispondiEliminamai sostituirsi ...aiutarli sorridergli dare loro premi che possono essere abbracci carezze e baci quando riescono penso che sia l'aiuto migliore che possiamo dargli .....oltre a stargli vicini quando perdono fiducia in loro stessi ..il compito (brrrrrr che vrutta parola) di u genitore è molto difficile ...perchè anche quando si fa bene c'è il rischio di sbagliare ....ma penso che sia solo quello di amare il proprio figlio .....un bacione gianna e grazie
p.s. gianna non rispondo nel blog condiviso perchè domani o dopo cmq toglierò il post ...ma a volte si arriva a dei limiti ...e come ti ho detto sul tuo post della rabbia .....quando ce vo ce vo ....stai serena .....un'abbraccio immenso
Se non ci sono fiducia e collaborazione tra scuola e famiglia, il processo educativo del bambino non si può realizzare con successo; sono d'accordo con te, Barbarella.
EliminaNon esiste una regola matematica per essere buoni genitori, ma, come hai affermato tu stessa, è molto importante che i figli si sentano amati.
Non devi prendertela per certe affermazioni che non hanno né testa, né coda.
hai ragione gianna, sono d'accordo con te.
RispondiEliminabaci felce giornata!! :)
Buon pomeriggio a te, Nan.
EliminaCara Gianna leggerti è sempre un piacere immenso.
RispondiEliminaFino alle medie stavo accanto a mio figlio e lo aiutavo nei compiti anche se non lo ritenevo giusto perchè pensavo dovesse assumersi lui la responsabilità di gestire le sue cose ma le insegnanti mi chiedevano di seguirlo.
Alle superiori l'ho lasciato stare pur standogli vicino ed ogni inizio anno era una ansia pazzesca. Risultato sta ripetendo la terza volta la terza (dovrebbe essere già diplomato)
Un anno di bocciatura l'ho ammesso visto che può sempre capitare il periodo di crisi in cui non sai cosa vuoi essere e fare.
Ma quest'ano dopo l'ennesima bocciatura mi son sentita dire dalle insegnanti che avrei dovuto aiutarlo a studiare a comprendere...ma dico io più di stargli vicino spronarlo pagargli le ripetizioni (o meglio suo papà alla seconda terza ha pagato lui xchè io non ero d'accordo. Ho sempre sostenuto che doveva essere Ale a decidere se continuare oppure andare al lavoro visto che lui ha avuto la fortuna di scegliere la scuola che più gli piaceva, cosa che a me non fu concessa ma nonostante tutto mi sono impegnata)...scusa la lungaggine.....
A giugno l'ho amabilmente cacciato di casa e mandato da suo padre a lavorare e capire cosa voleva fare del suo futuro. Se fosse rimasto com me non so se sarei stata così calma da non riversagli addosso tutta la frustrazione nel vederlo così apatico che si faceva scivolare la vita dalle mani.
Risultato: ha voluto tornare a scuola, ha voluto tornare a casa ed io non sono più in ansia per il nuovo inizio anno. Ogni giorno mi racconta cosa ha fatto anche se non glielo chiedo. Che sia maturato? spero per lui visto che tra due settimane compirà 19 anni....
Buona giornata :-)
Cara Robi, non hai proprio nulla da rimproverarti nei riguardi di tuo figlio.
EliminaSono anni che ti conosco e so con quanta attenzione e amore tu lo seguissi.
Quando intervengono, purtroppo, contrasti tra genitori, un figlio soprattutto se è adolescente ne risente al punto da pregiudicare il carattere e gli studi.
Tornando da te, e desiderando continuare la scuola, è già a parer mio un grosso risultato, e come dici tu è cresciuto...
Grazie della tua testimonianza.
Grazie :-)
EliminaCiao Gianna,
RispondiEliminasi, i figli vanno aiutati, ma devono anche sbagliare da soli, se non sono capaci, se non riescono un bravo genitore deve spronarli a provare per cercare di raggiungere l'obbiettivo, ma con le loro forze. Facendo le cose al posto loro si creano solo adulti insicuri e convinti che nella vita si possa barare o cavarsela chiedendo aiuto agli altri, non va cosi, si vede perdere per essere forti e migliorare. Iniziando dalla scuola, da un brutto voto ecc..
buona giornata
Condivido pienamente il tuo pensiero.
EliminaVuoi mettere la soddisfazione di riuscire da solo? Anche mia madre insegna ma non ha mai interferito con il lavoro dei suoi colleghi. I miei genitori sono stati presenti è lo sono tuttora alla mia vita scolastica e cosa più importante mi hanno dato la possibilità di poter sbagliare per crescere e maturare.
RispondiEliminaUn abbraccio :)
Sii orgoglioso e fiero dei tuoi genitori.
EliminaZietta non ho figli, da figlia posso dirti però che sono d'accordo con questo articolo. I figli bisogna sostenerli e mai sostituirsi a loro nell'esecuzione di compiti o nello studio.
RispondiEliminaUn bacino e buon pomeriggio
A te un bacione, Ele.
EliminaSono d'accordo con te.
RispondiEliminaSaluti a presto.
A presto!
EliminaUn input me l'hai dato pure tu...grazie!
RispondiEliminaFrase fatta e molto banale ma come in tutte le cose la soluzione giusta sta nel mezzo. Io penso che si debba aiutare e partecipare sempre alla vita dei ragazzi ma senza ossessionarli e non stravolgendo la propria vita.
RispondiEliminaBuona serata, un abbraccio
enrico
E dici giusto, caro Enrico.
EliminaNon è facile trovare il giusto equilibrio.
RispondiEliminaUn intervento massiccio da parte dell'adulto è errato, ovviamente: il ragazzo non apprende, e si abitua all'aiuto altrui. Il lasciar fare e il non intervento è ugualmente sbagliato (quando si è in grado di intervenire), perché il ragazzo con un po' di aiuto potrebbe risolvere una situazione insolubile, e così comprendere meglio ciò che a scuola non ha ben appreso.
Come sempre, "in medio stat virtus": un intelligente intervento da parte dell'adulto in situazioni difficili o complesse, e un sano lasciar fare in condizioni normali. Del resto, spesso sono i ragazzi stessi che non vogliono essere aiutati... ;-)
Un abbraccio, carissima Gianna :-)
Grazie del tuo prezioso contributo, caro prof.
EliminaAspetta Gianna, freniamo un momento.
RispondiEliminaIo sono un formatore e posso dire che la non riuscita dei ragazzi a scuola è un tema delicatissimo.
Ci sono ragazzi svogliati, e qui si deve verificare se la svogliatezza e connaturata o se è frutto di un background familiare non acculturato; ci sono ragazzi che si impegnano (io sono stata una di quelle) ma qui allora entra in gioco la scuola e lo Stato.
I costi scolastici sono alle stelle, la formazione docenti fa schifo, abbiamo programmi obsoleti e strutture anteguerra, non siamo all'avanguardia e non siamo meritocratici ma come sempre si va per raccomandazioni.
Mi sembra assurdo e sbagliato dare sempre e solo la colpa ai giovani.
Un bacione
Cara Melinda, ciò che affermi, ahimé, è vero, ma il post non verte sui giovani e la scuola, ma sui rapporti genitori-figli.
EliminaSono d'accordo, sostenerli, aiutarli ma mai sostituirsi nell'esecuzione dei compiti, sia di scuola che di vita!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata da Beatris
Giusto, educare i figli anche per la vita...
Eliminaquante cose avrei da raccontare...mi astengo!
RispondiEliminaconcordo appieno e ti saluto con affetto!!!
Ci credo fermamente, Ines.
EliminaGianna! Hai esposto molto chiaramente oserei dire un male societario, molti ragazzi con i genitori molto apprensivi, quando diventano adulti non sanno essere capaci di prendere decisioni, ecco perchè le briglie devono essere allentate quel tanto che basti a farli crescere più responsabili, figli si nasce, genitori si diventa, per grazia di Dio.
RispondiEliminaTi lascio un affettuoso abbraccio.
E come darti torto, Gaetano.
EliminaDifficile non aiutarli quando chiedono aiuto e vedi che gli errori ci sono. Devono si essere autonomi, ma la supervisione ci vuole, soprattutto alle elementari, poi crescendo l'autonomia si farà strada. Prendi l'esempio del bacio, quando sono piccolini e li saluti davanti alla maestra o agli amici della scuola materna tutto va bene, se lo fai in prima elementare va bene ancora, ma in seconda elementare...? Insomma con il tempo cresceranno e noi con loro. Un abbraccio. GO.
RispondiEliminaCertamente, GO !
EliminaSempre vigili...
Abbraccio ricambiato.