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Era l’alba a Betlemme.
L’ultimo pellegrino se n’era andato e la stella scomparsa.
La Vergine Maria guardava dolcemente il Bambino che si era addormentato.
Lentamente e cigolando, si aprì la vecchia porta della stalla. Sembrava spinta da un soffio di vento più che da una mano. Sulla soglia comparve una donna anziana, coperta di stracci.
Maria sussultò, come se avesse visto una fata cattiva.
Gesù continuava a dormire.
L’asino e il bue strappavano bocconi di fieno e paglia da un mucchio che avevano davanti al muso e non degnarono di uno sguardo la nuova venuta.
Maria la seguiva con lo sguardo.
Ogni passo della sconosciuta sembrava lungo come dei secoli.
La vecchia continuava ad avanzare, finché fu accanto alla mangiatoia.
Gesù Bambino spalancò gli occhi di colpo e Maria si meravigliò vedendo brillare negli occhi del bambino e della donna la medesima luce di speranza.
La vecchia si chinò sul Bambino.
Maria trattenne il fiato.
La vecchia frugò nei suoi abiti stracciati, cercando qualcosa.
Parve impiegare dei secoli a trovarla.
Maria continuava a guardarla con inquietudine.
Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, la vecchia estrasse dai suoi stracci un oggetto, che rimase però, nascosto nella sua mano, e lo affidò al Bambino.
Dopo tutti i doni dei pastori e dei Re Magi, che cosa poteva mai essere quel dono misterioso?
Maria vedeva solo la schiena della vecchia curva sulla improvvisata culla di Gesù. Poi la vecchia si raddrizzò, come se si fosse liberata di un peso infinito che la tirava verso terra. Le sue spalle si sollevarono, il suo capo si elevò, e quasi toccava il soffitto, il suo viso ritrovò miracolosamente la giovinezza, i suoi capelli ridivennero morbidi e lucenti come seta.
Quando si allontanò dalla mangiatoia, per scomparire nell’oscurità da cui era venuta, Maria poté finalmente vedere il dono misterioso.
Nelle piccole mani di Gesù brillava una mela rossa.
Quella donna era Eva, la prima donna, la madre dei viventi, che aveva consegnato al Messia il frutto del primo peccato.
Perché ora, con Gesù, era nata una Creazione nuova.
E tutto poteva ricominciare.
Bruno Ferrero
IL DONO MISTERIOSO
Era l’alba a Betlemme.
L’ultimo pellegrino se n’era andato e la stella scomparsa.
La Vergine Maria guardava dolcemente il Bambino che si era addormentato.
Lentamente e cigolando, si aprì la vecchia porta della stalla. Sembrava spinta da un soffio di vento più che da una mano. Sulla soglia comparve una donna anziana, coperta di stracci.
Maria sussultò, come se avesse visto una fata cattiva.
Gesù continuava a dormire.
L’asino e il bue strappavano bocconi di fieno e paglia da un mucchio che avevano davanti al muso e non degnarono di uno sguardo la nuova venuta.
Maria la seguiva con lo sguardo.
Ogni passo della sconosciuta sembrava lungo come dei secoli.
La vecchia continuava ad avanzare, finché fu accanto alla mangiatoia.
Gesù Bambino spalancò gli occhi di colpo e Maria si meravigliò vedendo brillare negli occhi del bambino e della donna la medesima luce di speranza.
La vecchia si chinò sul Bambino.
Maria trattenne il fiato.
La vecchia frugò nei suoi abiti stracciati, cercando qualcosa.
Parve impiegare dei secoli a trovarla.
Maria continuava a guardarla con inquietudine.
Finalmente, dopo un tempo lunghissimo, la vecchia estrasse dai suoi stracci un oggetto, che rimase però, nascosto nella sua mano, e lo affidò al Bambino.
Dopo tutti i doni dei pastori e dei Re Magi, che cosa poteva mai essere quel dono misterioso?
Maria vedeva solo la schiena della vecchia curva sulla improvvisata culla di Gesù. Poi la vecchia si raddrizzò, come se si fosse liberata di un peso infinito che la tirava verso terra. Le sue spalle si sollevarono, il suo capo si elevò, e quasi toccava il soffitto, il suo viso ritrovò miracolosamente la giovinezza, i suoi capelli ridivennero morbidi e lucenti come seta.
Quando si allontanò dalla mangiatoia, per scomparire nell’oscurità da cui era venuta, Maria poté finalmente vedere il dono misterioso.
Nelle piccole mani di Gesù brillava una mela rossa.
Quella donna era Eva, la prima donna, la madre dei viventi, che aveva consegnato al Messia il frutto del primo peccato.
Perché ora, con Gesù, era nata una Creazione nuova.
E tutto poteva ricominciare.
Bruno Ferrero
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meraviglioso questo racconto.ogni colpa viene rimossa se ti avvicini a Lui con umiltà.
RispondiEliminaGrazie di averlo postato.
Un abbraccio
Pinuccia
Bello questo racconto sorellina cara!!
RispondiEliminaBaciotti by Pixia!! :)
Mi cogli nell'ignoranza , non conoscevo questa storia ...bel racconto complimentiiiiiii Stellì!!!
RispondiEliminaChe bello questo racconto Gianna....
RispondiEliminaCri.
I racconti di Natale affascinano sempre, bello il presepe e ancora piuú bello il racconto, non ricordo di averlo mai sentito cosí.
RispondiEliminaTomaso
bellissimo e significativo racconto,un abbraccio
RispondiEliminaCiao Gianna, ma come mai nella Bibbia non si ha notizia di questo fatto eccezionale? Ottimo post, come il precedente con il quale mi rubi la musica (lol). Capirai la mia battuta se il 19/12 passerai da me.
RispondiEliminaBuona serata.
Caro Elio, sono, a volte, anche leggende...io riporto quanto leggo.
RispondiEliminaChe succederà il 19?
Sono ansiosa di sapere...
Favola superba!
RispondiEliminaAnche oggi cara Gianna ci hai donato qualcosa di speciale.
RispondiEliminaTi auguro tanta felicita'.
gaetano
Gianna mi lasci sempre meravigliata, questo racconto è bellissimo e grazie per avermelo fatto conoscere. Un abbraccio
RispondiEliminaOgni tanto sparisco, ma poi leggo tutti i post tralasciati. Ti scrivo un unico commento: belli i racconti, uno lo utilizzo domani con i miei piccolini "la leggenda dell'abete", e sempre domani andrò a procurare il libro "Campanellino", piccola cosa in un mare di dolore....
RispondiEliminaCara amica sono riuscita a venire a salutarti dall’Argentina, ti lascio un caloroso saluto con i 35 gradi che fanno qua…. Grazie per aver visitato il mio blog. Un salutone!!
RispondiEliminaUn racconto da meditare in assoluto silenzio così che il nostro cuore possa esultare di gioia
RispondiEliminaBuone feste Gianna!
Grazie mammaMarina.
RispondiEliminaGrazie Mirta, goditi il caldo, io mi godo il freddo.
RispondiEliminaAncora Buon Natale a te e famiglia!
I racconti di Natale hanno tanta magia!
RispondiEliminaMa che bel racconto cara Gianna! E' quello che ci vuole, sperare che tutto ricomincerà con questa nascita!
RispondiEliminaTi abbraccio!
Brava...riesci sempre a sorprendermi!!!!!!!!!!!
RispondiEliminabello questo racconto, non lo avevo mai sentito.
RispondiEliminaBello anche tutto ciò che riguarda l'atmosfera natalizia, che purtroppo io non sento affatto.
ciao
un racconto bellissimo!
RispondiEliminabrava, Gianna! un abbraccio
stupendo! grazie per la condivisione. ci prepari bene al natale...da brava insegnante qual sei!!! buona serata!
RispondiEliminaMai letta! con te si torna indietro nel tempo quando pubblichi queste leggende , sui banchi di scuola.
RispondiEliminaGrazie
Grazie a tutti per il consenso a questo post.
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