43

L' ISTRUZIONE



Se dai un pesce a un uomo
egli si ciberà una volta sola.
Ma se tu gli insegni a pescare
egli si nutrirà per tutta la vita.

Se fai progetti per un anno, semina il grano.
Se i tuoi progetti si estendono a dieci anni
pianta un albero.
Se i progetti abbracciano cento anni
istruisci un popolo.

Seminando un grano alla volta
ti assicuri un raccolto.
Se pianti un albero, tu farai dieci raccolti.
Se istruisci un popolo
tu raccoglierai per sempre.

Kuang-Tsen

Questa poesia venne letta in classe e un alunno racconta:

( il racconto è un po' lungo, ma merita di essere letto fino in fondo)

Al termine della sua appassionata recitazione, la maestra ci chiese che cosa ne pensavamo, io alzai la mano e dissi: ‘’ Ma perché i grandi si divertono a torturare gli altri con questa storia della ‘’Scuola’’? Questa poesia mi sembra una grande ingiustizia! Uno ha fame e gli si danno i libri: ma vi pare giusto questo?’’

La maestra mi guardò con lo sguardo torvo e … dopo qualche istante, mi mandò fuori dall’aula, per la mia insensibilità – mi disse – e per la mia impertinenza, in poche parole … era meglio che fossi stato zitto se non la pensavo come gli altri!

Fuori dall’aula, dopo aver urlato per la millesima volta dentro la mia testa i miei‘’Uffa la scuola’’, mi accorsi che stava nascendo in me un desiderio: un giorno me ne sarei andato in Africa, in un luogo dove non esistevano nè scuole né maestre né zaini pieni di libri!

Se gli anni della Scuola Media furono critici, quelli della Scuola Superiore furono… insopportabili, impossibili: sembrava proprio che gli UFFA e la mia insofferenza per la scuola e lo studio crescessero insieme a me!

Non capivo perché mi venisse negato il diritto di vivermi quegli anni come avrei voluto: gli amici, la ragazza, la discoteca, il calcio… c’era un mondo intero che mi aspettava e che dovevo imparare a conoscere ed invece… dovevo starmene in camera a studiare filosofia!

Che cosa avrei dovuto farmene di quella filosofia proprio non lo capivo!

Quel giorno… a scuola… l’ennesima punizione!

Il prof di filosofia mi chiamò all’interrogazione… ed io prontamente ‘’ Non ho potuto studiare perché…’’, ma non feci in tempo a terminare la frase che il prof aveva già messo sul registro un bel ‘’due ’’ a prova della mia ormai consolidata e consueta impreparazione.

In un gesto di estrema insofferenza, scaraventai i libri per terra ed uscii dall’aula sbattendo la porta ed urlando, per la prima volta apertamente, il mio sconfinato ‘’UFFA LA SCUOLA!!!!!!’’

Fu quella l’ultima volta che misi piede in un’aula scolastica!

Vagabondai per un po’ di città in città, in cerca di lavoro, ma ogni mio tentativo terminava sempre con la stessa domanda ‘’… il suo titolo di studio?’’ ed io, senza rispondere, me ne andavo in cerca di un posto in cui per lavorare non occorreva avere un titolo di studio!

Dopo aver bussato a svariate porte, mi resi conto che non sarei mai riuscito a liberarmi dall’incubo della scuola e così, sempre più arrabbiato,… moltiplicavo e centuplicavo i miei ‘’uffa… uffa…uffa!!!’’ che avrei voluto urlare a tutto il mondo.

Un giorno seppi che la Parrocchia del mio paese cercava giovani volontari che volessero partire con Padre Serafino, da anni missionario nella Nuova Guinea.

Colsi al volo l’occasione e mi offrii volontario, finalmente mi sarei liberato dei miei UFFA ed avrei messo migliaia di Km di distanza fra me e la scuola.

Padre Serafino fu felice di avermi con sé ed io fui felice di lasciare l’Occidente e le sue manìe per la scuola e la Cultura.

Giunti nel villaggio, Padre Serafino mi chiese se sapessi fare il manovale; io dissi di no, ma che avrei imparato subito, ero forte e di buona volontà!

‘’Bene – mi disse – allora da domani mattina lavorerai con gli altri volontari alla costruzione della Scuola del villaggio; con i soldi che hanno raccolto in paese forse riusciremo finalmente a terminarla!’’

Scuooooooola!!! Una scuola lìììììììììììì!!! Non potevo credere alle mie orecchie!

‘’ Ma padre – cercai di dire – che senso ha costruire una scuola qui…? Qui non hanno cibo, vestiti, scarpe, medicine, case… neanche una famiglia… e noi consumiamo i soldi per costruire una scuola? Non le sembra la più grande assurdità!?’’

‘’ Capirai - mi disse – capirai da solo!’’

Ma che cosa avrei dovuto capire… proprio non capivo!

Tornarono irrefrenabilmente i miei UFFA e questa volta fecero ancora più male: avrei mai trovato un posto dove qualcuno avrebbe mai capito i miei bisogni di … libertà!?

Anche se malvolentieri, cominciai il mio lavoro con gli altri giovani volontari.

Man mano che la scuola ‘’cresceva ’’ aumentava l’agitazione nei bambini e nelle donne presenti nel villaggio; ogni giorno venivano a trovarci sul cantiere decine di bambini e restavano lì a guardarci curiosi ed ansiosi!

Un giorno, alcuni bambini si avvicinarono e mi chiesero‘’ Quando sarà pronta la nostra scuola?’’

‘’Presto – dissi sbuffando – molto presto!’’

Allora loro, battendo le mani, si misero a girarmi intorno cantando: ‘’La scuola è bella! E’ bello andare a scuola! Evviva, anche noi abbiamo una scuola…grazie… grazie!!!’’

Non sapevo cosa pensare, ma rimasi turbato dal loro entusiasmo, non avevo mai provato così tanta vergogna per i miei ‘’UFFA LA SCUOLA ’’!

La scuola fu pronta in pochi mesi.

Giunse il giorno dell’apertura. Decine di bambini, seminudi e con il ventre gonfio per la fame, si affollarono davanti all’ingresso.

La maestra li fece entrare e sparpagliandosi nel grande stanzone, presero posto per terra.

Era una scuola senza banchi, né sedie, né armadi… non c’erano biblioteche, laboratori, palestre, mense… mancavano anche i servizi igienici!

I bambini non avevano né libri né quaderni, né penne, colori, matite… borsellini o zaini firmati, avevano le mani vuote, ma una gioia negli occhi che bastava per entusiasmare la maestra che immediatamente si mise al lavoro.

Io guardavo e non capivo il senso di quella gioia… ma ne restai molto turbato!

Non sarebbe stato meglio utilizzare quei soldi per costruire un ospedale o per comprare del cibo? Magari per scavare pozzi, visto che mancava anche l’acqua?

Perché, invece, gli uomini si ostinano a costruire le scuole?

Un giorno, prima della fine della lezione, un ragazzo uscì di corsa dalla scuola e si diresse verso i campi deserti.

Lo sentii borbottare nella sua lingua una frase minacciosa che mi sembrò suonasse come un ‘’UFFA LA SCUOLA!’’ e scappò via alzando un polverone dietro di sé.

Capii che era successo qualcosa, così gli andai dietro. Lo raggiunsi dopo alcuni minuti e lo fermai. Gli chiese che cosa gli era successo e … urlando ed agitando le braccia, mi disse che non ne poteva più della scuola, che odiava la scuola e che non ci sarebbe andato mai più.

Mi parve di sentire me stesso e ne rimasi molto impressionato. Per un attimo restai senza parole, non sapevo cosa dirgli, anzi … avevo paura di quello che avrei potuto dirgli…

Poi lo guardai negli occhi e le parole sgorgarono da sole: ‘’ Vuoi sentire una poesia che ho imparato quando come te andavo a scuola?’’, e prima ancora che lui potesse rispondermi, cominciai ’’ Se dai del pesce ad un uomo…’’.

Dopo i primi versi, vidi i suoi occhi farsi sempre più attenti e seguire il ritmo delle mie parole.

Quando finii la poesia, poggiai le mie mani sulle sue spalle e gli dissi ‘’ La mia maestra mi disse un giorno che all’art. 31 della Convenzione sui diritti dell’Infanzia è scritto che ogni bambino ha diritto al gioco, al riposo e allo svago, ma all’art. 28 c’è anche scritto che ogni bambino ha diritto all’istruzione, perché solo l’istruzione rende liberi e dà senso al gioco, al riposo e allo svago ’’.

Il ragazzo rimase per un attimo pensieroso, poi chinò il capo e quando lo rialzò, dopo qualche minuto, capii dal suo sguardo che la sua rabbia e il suo odio per la scuola erano andati via: aveva capito!!! Aveva capito!!! Lui aveva capito perfettamente il senso di quella poesia!

Aveva capito quel che io, per anni, non ero mai riuscito a capire!

Rialzando gli occhi verso di me, mi strinse la mano e si diresse con passo sicuro verso la scuola e lo vidi scomparire nel grande stanzone vuoto di arredi ma pieno di desideri e speranze.

Capii in quel momento che là dentro si stava costruendo qualcosa di molto più importante di quello che io avevo costruito esternamente: io avevo costruito una scuola, un luogo, ma loro stavano costruendo la qualità del loro futuro, la speranza per un futuro migliore e quella maestra stava dando loro gli strumenti fondamentali per poterlo fare nel migliore dei modi!

Avevo finalmente capito!!!

Avevo capito che cos'è veramente la scuola: La SCUOLA è quel luogo che permette ai sogni di diventare realtà!

Seppi, dopo qualche anno, che quel ragazzo, diventato adulto, aveva trovato il modo come portare l’acqua nel suo villaggio, tramite una rete di canali, riuscendo così a far crescere cereali in quantità tale da soddisfare i bisogni dell’intero villaggio.

Io, nel frattempo, ero passato di villaggio in villaggio, costruendo una scuola dopo l’altra… avevo appeso definitivamente quell’ormai logoro ‘’UFFA LA SCUOLA’’ e l’avevo sostituito con un più valido ‘’ Se istruite un popolo… non avrà più fame’’.

Ma sentivo che dentro di me c’era ancora qualcosa che non andava, c’era una subdola fame che non riuscivo a saziare. Decisi di riprendere gli studi, riuscii a laurearmi in pedagogia e divenni un maestro e quando sentivo i miei alunni borbottare o trattenere un ‘’UFFA LA SCUOLA!’’ dicevo loro:

‘’ Cari ragazzi, l’istruzione è un diritto, come il diritto di giocare e di vivere, in virtù della libertà che ogni diritto porta con sé… anche in questo caso si può scegliere di esercitare tale diritto oggi, domani oppure mai, ma chi decide di istruirsi oggi… avrà fatto un passo in più verso il domani, perché la scuola è una fabbrica… è la fabbrica del Futuro ed il Futuro è l’unica cosa che nessuno può costruire per gli altri o al posto degli altri."


  1. l'istruzione è un diritto, che emancipa l'uomo, la scuola è un bene che va tutelato e difeso. Anche se qualche volta dico anch'io UFFA LA SCUOLA!

    RispondiElimina
  2. Il male peggiore di questo mondo è l'ignoranza. Sosteniamo la scuola ed aiutiamo i nostri giovani a capirne l'importanza.
    Grazie sorellina per queto splendido post.
    Bacioni e...buon inizio di settimana!!!

    RispondiElimina
  3. L'istruzione è un diritto e un dovere... per questo mi arrabbio quando i governi maltrattano la scuola e gli insegnanti perchè così facendo colpiscono il futuro dei giovani.
    La scuola dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una nazione che si definisce civile e democratica.
    W LA SCUOLA !
    Bellissima la poesia ed anche il racconto...la copio Stella, la stampo e la leggerò ai ragazzi e poi pronuoverò un dibattito interattivo.
    Credo che non ti dispiacerà se copio la tua idea per la mia scuola.
    Ciao tesoro!
    Sei sempre un vulcano di idee, ti ammiro tanto!

    RispondiElimina
  4. Miryam ne sono orgogliosa!
    Fammi poi sapere del dibattito...

    RispondiElimina
  5. Sir dobbiamo educare i ragazzi in tal senso e fare in modo che essi amino la scuola...

    RispondiElimina
  6. Stella questa poesia mi ha commossa tantissimo...vero gioia,condivido con tutto ciò che ha scritto Myriam...poi aggiungo anch'io"W LA SCUOLA!"un caro abbraccio sincero...sei sempre unica e delicata nei tuoi post,bravissima!un bacione.

    RispondiElimina
  7. non posso ke farti i complimenti x questo post.
    Veramente bello e commovente.
    Sei grande :-)
    Lella

    RispondiElimina
  8. La poesia è consapevolezza.
    Il racconto meraviglioso, quel ragazzo meraviglioso.
    Meraviglioso perchè voleva capire lui, lui voleva capire bene.
    Non gli bastavano le perole, perchè forse aveva "captato"che nella scuola si dicono e insegnano tante belle cose, ma a volte non c'è riscontro nei fatti.
    Meraviglioso quel ragazzo, che si è reso conto che per una volta tanto era vero quello che gli dicevano e.......che la scuola è meravigliosa.
    Grazie Stella.

    RispondiElimina
  9. Cara Stella,
    la poesia è molto bella così come il racconto interessante.
    Grazie molte...ti saluto , notte notte..

    RispondiElimina
  10. Tutto vero, insegnare a fare è molto meglio che fare "l'elemosina" così come è vero che acqua e cibo sono beni primari in alcune aree del nostro mondo.

    Post interessante. Un caro saluto :)

    RispondiElimina
  11. Ciao Stella, bellissima poesia e piena di significati.
    Non solo la scuola e l'istruzione sono i pilastri di una società, ma anche il piacere della lettura e il continuare a leggere.
    Proprio l'Italia è tra i paesi al mondo con il minor numero di lettori ( eccetto i giornali sportivi!), far iniziare i ragazzi al piacere della lettura e al piacere di sapere è una iniziativa nobile.......in questo modo i sogni possono diventare davvero realtà.
    Bel post, complimenti Stella

    RispondiElimina
  12. Cara Sir è un impegno serio frequentare la scuola, per cui uffa è più che giustificato, ogni tanto!

    RispondiElimina
  13. Marina è come dici tu.
    Un forte abbraccio e buona giornata.

    RispondiElimina
  14. Bellissima poesia e bellissima storia. W l'istruzione! Solo la conoscenza rende liberi!
    Ciao Stella. :)

    RispondiElimina
  15. Grandissimo insegnamento! Se avessi la possibilità di insegnare leggerei ai miei alunni sia la poesia che il racconto del ragazzo. Soprattutto nel mondo in cui viviamo oggi bisogna studiare!
    Questo è un buon modo per farlo capire!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  16. Cara Fru, la scuola per me è stata vita vissuta.
    Credo di essere riuscita a farla amare dai miei alunni.

    Bacione a te.

    RispondiElimina
  17. Grazie Lella, detto da te è molto gratificante.

    Forza e coraggio, dai.

    Un bacione

    RispondiElimina
  18. Carissima Teo, è incredibile come ultimamente noi due ci troviamo in sintonia.
    Effettivamente a quel ragazzo saranno mancate le esperienze positive in classe.
    L'importante è che si sia ravveduto conseguendo poi risultati eccellenti per sé e per gli altri.

    Bacioni.

    RispondiElimina
  19. Ciao caro Massimo, lieta giornata.

    RispondiElimina
  20. Caro Romano, esatto!
    Non a caso ho aderito al progetto Karibuni che opera tramite microcredito per agevolare chi intende aprire un'attività artigianale in Africa.

    Un caro saluto.

    RispondiElimina
  21. Caro Logos,il tuo commento mi ha fatto molto piacere.
    Uno degli obiettivi di un buon insegnante è proprio quello di far amare la lettura, invece di imporla, compito piuttosto arduo.

    Grazie per i complimenti, un bacione.

    RispondiElimina
  22. Cara Mari, la tua affermazione è quanto mai veritiera.
    Solo la conoscenza può portare alla libertà.

    Un bacione.

    RispondiElimina
  23. L'unastella, anche se non insegni puoi trasmettere questo messaggio alla cerchia delle tue amicizie...

    Grazie delle belle parole.

    RispondiElimina
  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  25. C'è un proverbio tedesco che dice :"Wissen ist Macht" , che tradotto significa : sapere è potere . Aggiungerei che sapere e cultura sono anche libertà.
    Una storia che mi ha toccata particolarmente !
    Grazie Stella !

    RispondiElimina
  26. c'è amcora chi pensa che si possa vivere senza passato e senza futuro

    RispondiElimina
  27. Ola Minha Querida Amiga!
    Vim retribuir e sua visita.
    desculpe a demora. Mais as coisas ainda meio turbulentas por aqui.
    Fico muito feliz com a sua presença.
    Agradeço sempre.
    Fique com DEUS.
    Vc. é uma pessoa muito especial. Obrigada pelo seu carinho
    Sandra.

    RispondiElimina
  28. Giardigno, il passato dovrebbe insegnarci a non commettere più gli stessi errori, invece...

    RispondiElimina
  29. Cara Sandra(nome italiano), so che hai delle preoccupazioni.
    Stai serena, vedrai che andrà tutto bene.
    Sono felice di averti conosciuta.
    Il tuo blog è una meraviglia, complimenti!
    Ti abbraccio forte forte.

    RispondiElimina
  30. Cara stellina,l'esperienza di quel ragazzo per molti aspetti è simile alla mia... anch'io ero "allergico" alla scuola, non ne capivo l'importanza.
    Iniziai a rendermi conto quanta importanza ha l'istruzione, quando iniziai a lavorare.
    Solo allora mi resi conto che un benchè minimo titolo di studio era il lasciapassare per ambire a qualcosa, e allora?
    Allora lavoravo di giorno e studiavo di sera!
    Furono anni di sacrificio e di impegno, ma oggi ringrazio chi mi re-indirizzò verso gli studi!

    La poesia, più vera di così non potrebbe essere!

    Ti abbraccio, buona serata!

    RispondiElimina
  31. Ciao Stella, passo per un saluto veloce, ultimamente sono un pò latitante, ma nn per questo nn mi ricordo di te!
    Cinzia

    RispondiElimina
  32. Sireio, grazie della tua testimonianza.
    A tanti capita da adulti capire l'importanza del sapere e della conoscenza...
    Ma non è mai troppo tardi!

    RispondiElimina
  33. Bella! bella la poesia, bella la storia, che come tuttele storie di persone che si realizzano mi da sempre quel sano groppo alla gola :)
    Ciao

    RispondiElimina
  34. Cara Stella,
    un magnifico post!
    Chi non ha detto almeno una volta "uffa che barba sta scuola"? l'ho detto anch'io quando studiavo e mio padre mi ricordava sempre lo slogan di una pubblicità, se non sbaglio quello della Scuola Radio Elettra, che diceva: L'UOMO PIU' SA E PIU' VALE e solo persone con valori intellettuali e morali potranno cambiare il mondo in meglio per tutti.
    bacio baciooooooo......

    RispondiElimina



Grazie del tuo gradito commento.

Il bene in noidiGiannaDesign byIole