Era tutto più bello!!! Forse il cellulare è l'unica cosa utile, se sei solo e stai male... per il resto, si stava meglio prima. Grazie di tutto cara Gianna, ale
Sai Stellina... ...per quanto possa sembrare paradossale, io nel detto "si stava meglio quando si stava peggio" credo profondamente... ...con le dovute riserve per i casi particolari, s'intende...
Cara Gianna, come sono vere le cose e le descrizioni che hai scritto, soprattutto quante ferite e pericoli che ci andavamo a cercare con giochi pericolosi e per grazia di Dio ne malattie od altro ci ha danneggiati, ora ci si deve stare attenti a tutto. Ti lascio una carezza. gaetano
Gianna, hai visto, sono venuto subito ad iscrivermi tra i tuoi followwer. Quest'ultimo tuo post mi è talmente piaciuto che verrò con più calma a vedere tutto il resto. E' vero che non avevamo tutto quello che c'è oggi ed eravamo più veri. Ho fatto tutte le cose che descrivi tu, salvo una: non potevo girare in bicicletta per Venezia e mi accontentavo dei giardini pubblici a Piazzale Roma. Non avevamo telefonini, ma c'erano le cabine telefoniche (dove vai a trovarle oggi?) e i nostri genitori ci davano il gettone per chiamarli in caso di problemi. Erano anche altri tempi, più lavoro e meno delinquenza la quale inoltre era più "nobile" se così posso dire, più onestà e meno truffe ecc.ecc. Penso però che sta a noi prendere come si deve tutto quello che ci offre la tecnica moderna. Scusa la lungaggine, ma è un argomento che mi tiene a cuore. Ciao e buonanotte.
infatti penso che si stava meglio quando si stava peggio.........
è da qualche anno che gira in internet questo raccontino in varie versioni....... lo avevo messo anche nel mio blog http://ilcestinodeigomitoli.blogspot.com/2010/04/come-abbiamo-fatto-sopravvivere.html
Credo che importante sia recuperare e trasmettere ai giovani e ai bambini di oggi l'essenziale, positivo, di quegli anni: non era tutto oro che luccicava, ne' oggi tutto risulta da buttare. P.S. Io, come si sa bene ormai, degli anni '50 mi tengo caro ... l'"intrepido". :)
Ciao Gianna, non sono di quei tempi ma vorrei tanto che potessimo assaporare quei momenti. Ricordo ancora le parole che il mio nonno Alfonso diceva: la troppa industria porterà alla miseria.
Ragazzi, guardiamo avanti mantenedo ben saldo ciò che il passato insegna. Ma guardiamo avanti. Ciao Gianna, ho letto tutto all'indietro: mi son persa i festeggiamenti per la bellissima Sara!!! Congratulazioni nonna, benvenuta nel club!
Io sono sopravvissuto con la consapevolezza che tutto sarebbe finito e il mondo sarebbe peggiorato. Non prenderla come una frase triste, in realtà sto ridendo.
io sono degli 80, ma abitavo in un paesino quindi avevo tutte quelle cose più o meno sane, quella sicurezza della mamma sempre raggiungibile con poco e poi se non c'era lei c'erano tante zie che guardavano sempre fuori dalla porta per controllare i bambini ;-) le mamme c'erano, non stavano negli uffici o in generale a lavoro... si cresceva in famiglia non con le baby sitter... forse il problema è adesso... come fanno a sopravvivere i bambini di adesso in una giungla di tecnologia e di aria chiusa? quali saranno le sicurezze che svilupperanno per il futuro? come diventeranno autonomi? alla fine, siamo cresciuti bene... adesso anche i bambini sono i primi a sentire in tv che se esci ti rapiscono e non torni più a casa e per questo non vogliono uscire... cresceranno soli, ognuno in casa sua... buon martedì ^___________^
abbiamo vissuto bene ..io almeno ho vissuto. I bambini di oggi non sanno cosa sono i veri giochi , o stare in cortile senza paura che ti possa accadere qualcosa di spiacevoli , i nostri tempi erano di mamma con l'orologio al polso che se non ti ritiravi all'ora stabilita be li sentivi le grida buone della mamma, ma ora i ragazzi fanno le 4 le 5 di notte e i genitori sono assenti ...io ho VISSUTO ma loro che fanno?
Cara Pupottina, i tuoi interrogativi sono anche i miei. Quando per strada sorrido ad un bambino, questo si ritrae impaurito a causa dei genitori che sostengono di non dare confidenza agli estranei. Che tristezza! Buona serata.
Cara Marianna, avevo quasi diciotto anni quando andai a lavorare in una colonia invernale ed estiva, a Loano. Avevo la responsabilità notte e giorno di 30/34 bambini, e questo per 5 anni... Altrochè serate e divertimenti. Il cappellano diceva a noi giovani insegnanti che ci saremmo guadagnate il paradiso di sicuro, in quanto il Capodanno lo trascorrevamo tra i lettini della camerata, piuttosto che in un locale a brindare all'anno nuovo. Devo dire , però , che è stata un'esperienza molto utile per la mia professione.
sono di quel periodo, ma anche i miei figli. è vero, quante cose "normali" abbiamo fatto. tutto questo ci ha fatto diventare ciò che siamo ora. i bambini di oggi...chissà!
Quanto è vero tutto questo Stella! I cambiamenti ci stanno, si va avanti, la tecnologia progredisce, ma sai cosa penso? Che ora sia tutto così eccessivo e non mi sembra per nulla sano. Con la scusa di proteggere un figlio gli si impedisce di vivere, di fare esperienze, di cadere a terra e sbucciarsi un ginocchio. Ci si sente più sicuri a lasciarlo davanti ad una playstation o ad uno schermo a chattare con gli amici. No, non mi piace per nulla tutto questo. Ti abbraccio Sabrina&Luca
Era tutto più bello!!! Forse il cellulare è l'unica cosa utile, se sei solo e stai male... per il resto, si stava meglio prima.
RispondiEliminaGrazie di tutto cara Gianna,
ale
pensa, Pino, che ha scritto questo capolavoro è mio amico, piccolo il mondo ...io sono del '57...
RispondiEliminaVale sempre il detto: si stava meglio quando stavamo peggio!!
RispondiEliminaBaci
Hai ragione per il cellulare Ale, eppure allora non l'avevamo.
RispondiEliminaPer un certo periodo io non avevo neanche il fisso figurati, e insegnavo in Liguria, mentre i miei erano a Torino.
Antonietta, e chi è Pino?
RispondiEliminaDove posso trovarlo, per ringraziarlo?
Mary, avevamo meno preoccupazioni...
RispondiEliminaè vero come abbiamo fatto a sopravvivere??
RispondiEliminaciao Dany
Sai Stellina...
RispondiElimina...per quanto possa sembrare paradossale, io nel detto "si stava meglio quando si stava peggio" credo profondamente...
...con le dovute riserve per i casi particolari, s'intende...
Bacini in un abbraccione*
Maddy
Cara Gianna, come sono vere le cose e le descrizioni che hai scritto, soprattutto quante ferite e pericoli che ci andavamo a cercare con giochi pericolosi e per grazia di Dio ne malattie od altro ci ha danneggiati, ora ci si deve stare attenti a tutto.
RispondiEliminaTi lascio una carezza.
gaetano
E si, cara Gianna, la vita aveva un ritmo diverso e...si era più contenti.
RispondiEliminaUn bacio ed un sorriso
Comunque,quello che abbiamo perso veramente,e che riprenderei volentieri,sono certi valori della vita,che non ci sono più.Buona giornata Gianna
RispondiEliminaGianna, hai visto, sono venuto subito ad iscrivermi tra i tuoi followwer. Quest'ultimo tuo post mi è talmente piaciuto che verrò con più calma a vedere tutto il resto. E' vero che non avevamo tutto quello che c'è oggi ed eravamo più veri. Ho fatto tutte le cose che descrivi tu, salvo una: non potevo girare in bicicletta per Venezia e mi accontentavo dei giardini pubblici a Piazzale Roma. Non avevamo telefonini, ma c'erano le cabine telefoniche (dove vai a trovarle oggi?) e i nostri genitori ci davano il gettone per chiamarli in caso di problemi. Erano anche altri tempi, più lavoro e meno delinquenza la quale inoltre era più "nobile" se così posso dire, più onestà e meno truffe ecc.ecc. Penso però che sta a noi prendere come si deve tutto quello che ci offre la tecnica moderna. Scusa la lungaggine, ma è un argomento che mi tiene a cuore. Ciao e buonanotte.
RispondiEliminainfatti penso che si stava meglio quando si stava peggio.........
RispondiEliminaè da qualche anno che gira in internet questo raccontino in varie versioni.......
lo avevo messo anche nel mio blog
http://ilcestinodeigomitoli.blogspot.com/2010/04/come-abbiamo-fatto-sopravvivere.html
Credo che importante sia recuperare e trasmettere ai giovani e ai bambini di oggi l'essenziale, positivo, di quegli anni: non era tutto oro che luccicava, ne' oggi tutto risulta da buttare. P.S. Io, come si sa bene ormai, degli anni '50 mi tengo caro ... l'"intrepido". :)
RispondiEliminaCiao Gianna, non sono di quei tempi ma vorrei tanto che potessimo assaporare quei momenti.
RispondiEliminaRicordo ancora le parole che il mio nonno Alfonso diceva: la troppa industria porterà alla miseria.
ciao e felice giorno!
Ragazzi, guardiamo avanti mantenedo ben saldo ciò che il passato insegna. Ma guardiamo avanti.
RispondiEliminaCiao Gianna, ho letto tutto all'indietro: mi son persa i festeggiamenti per la bellissima Sara!!! Congratulazioni nonna, benvenuta nel club!
Dany, siamo ancora qui!
RispondiEliminaMaddy, hai ragione.
RispondiEliminaBello, bello davvero!!! Era tutto molto più semplice ma anche tutto più vero.... un abbraccio e buonissima giornata
RispondiEliminaCara, se hai voglia di passare da me, c'è una sorpresina per te!
RispondiEliminaBuona giornata
Io sono sopravvissuto con la consapevolezza che tutto sarebbe finito e il mondo sarebbe peggiorato. Non prenderla come una frase triste, in realtà sto ridendo.
RispondiEliminaGaetano e le malattie, col benessere, sono aumentate!
RispondiEliminaZicin, eravamo felici con poco.
RispondiEliminaio sono degli 80, ma abitavo in un paesino quindi avevo tutte quelle cose più o meno sane, quella sicurezza della mamma sempre raggiungibile con poco e poi se non c'era lei c'erano tante zie che guardavano sempre fuori dalla porta per controllare i bambini ;-)
RispondiEliminale mamme c'erano, non stavano negli uffici o in generale a lavoro... si cresceva in famiglia non con le baby sitter...
forse il problema è adesso... come fanno a sopravvivere i bambini di adesso in una giungla di tecnologia e di aria chiusa? quali saranno le sicurezze che svilupperanno per il futuro?
come diventeranno autonomi?
alla fine, siamo cresciuti bene...
adesso anche i bambini sono i primi a sentire in tv che se esci ti rapiscono e non torni più a casa e per questo non vogliono uscire... cresceranno soli, ognuno in casa sua...
buon martedì ^___________^
Sono sopravvissuto perché già avevo... Internet.
RispondiEliminaUn bussolotto forato nel fondo, un filo teso di corda, e un bussolotto posto all'altro capo, forato anch'esso.
Avevo anche un mio blog: "O parli o ascolti!"
Ho dovuto rottomarlo con l'avvento di sistemi operativi IBM :-DD
Quanta gioiosa serenità in quegli anni, mia cara Gianna :-))
abbiamo vissuto bene ..io almeno ho vissuto.
RispondiEliminaI bambini di oggi non sanno cosa sono i veri giochi , o stare in cortile senza paura che ti possa accadere qualcosa di spiacevoli , i nostri tempi erano di mamma con l'orologio al polso che se non ti ritiravi all'ora stabilita be li sentivi le grida buone della mamma, ma ora i ragazzi fanno le 4 le 5 di notte e i genitori sono assenti ...io ho VISSUTO ma loro che fanno?
Il mio saluto sarà breve fa troppo caldo. ciao.
RispondiEliminaTomaso
Erborista, sono proprio i valori che mancano in tanti giovani d'oggi...
RispondiEliminaElio ed io ti ospito volentieri.
RispondiEliminaCertamente la tecnologia ci aiuta molto, ma siamo più soli...
A presto.
Bellissima! un bacio Gianna
RispondiEliminaAndreina lo so, e la tua versione illustrata è molto accattivante e rende meglio i concetti...
RispondiEliminaCaro Adriano, da bravo storico hai tratto le dovute conclusioni...
RispondiEliminaL'intrepido mantiene tutta la sua filosofia, ora come allora.
Cara Simo, tuo nonno la sapeva lunga...e ha avuto ragione.
RispondiEliminaBen rientrata dalle vacanze, cara Sandra.
RispondiEliminaSara è nata e mi ha procurato tanta gioia.
Il passato dovrebbe sempre insegnare...
Cara Marifra, era tutto più genuino.
RispondiEliminaBuona serata.
Adriana grazie d'aver pensato a me per il premio
RispondiEliminaBuona serata.
Caro Vita, ridi per non piangere?
RispondiEliminaCara Pupottina, i tuoi interrogativi sono anche i miei.
RispondiEliminaQuando per strada sorrido ad un bambino, questo si ritrae impaurito a causa dei genitori che sostengono di non dare confidenza agli estranei.
Che tristezza!
Buona serata.
Caro Antonio sei sempre spiritoso.
RispondiEliminaIo giocavo alla settimana per strada, e non c'era nessun pericolo...
La serenità a me mancò di colpo per la perdita della mia mamma, avevo sei anni.
Cara Marianna, avevo quasi diciotto anni quando andai a lavorare in una colonia invernale ed estiva, a Loano.
RispondiEliminaAvevo la responsabilità notte e giorno di 30/34 bambini, e questo per 5 anni...
Altrochè serate e divertimenti.
Il cappellano diceva a noi giovani insegnanti che ci saremmo guadagnate il paradiso di sicuro, in quanto il Capodanno lo trascorrevamo tra i lettini della camerata, piuttosto che in un locale a brindare all'anno nuovo.
Devo dire , però , che è stata un'esperienza molto utile per la mia professione.
Caro Tomaso, come ti capisco!
RispondiEliminaQui l'afa sta aumentando, purtroppo.
Buona serata.
Un bacione a te, Viola!
RispondiEliminaBuona serata.
sono di quel periodo, ma anche i miei figli. è vero, quante cose "normali" abbiamo fatto. tutto questo ci ha fatto diventare ciò che siamo ora. i bambini di oggi...chissà!
RispondiEliminaVero, Raggio.
RispondiEliminagrazie gianna,mi hai fatta tornare bambina!!!
RispondiEliminaSi potesse tornare indietro...Sabrina.
RispondiEliminaQuanto è vero tutto questo Stella! I cambiamenti ci stanno, si va avanti, la tecnologia progredisce, ma sai cosa penso? Che ora sia tutto così eccessivo e non mi sembra per nulla sano. Con la scusa di proteggere un figlio gli si impedisce di vivere, di fare esperienze, di cadere a terra e sbucciarsi un ginocchio. Ci si sente più sicuri a lasciarlo davanti ad una playstation o ad uno schermo a chattare con gli amici. No, non mi piace per nulla tutto questo.
RispondiEliminaTi abbraccio
Sabrina&Luca
Sabrina lasciare il bambino "davanti alle "macchine" mai, si può e si deve evitare!
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