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TERREMOTO : GRIDO DI DOLORE DI UN PADRE IN UNA LETTERA



Caro Domenico, Cara Maria Paola



Stamattina, come ogni mattina da un anno ormai,ho creduto, nel mio dormiveglia di sentire i rumori di una famiglia felice: porte che si aprono, l'odore del caffè che arriva dalla cucina, il libro che non si trova, l'ultimo ripasso prima dell'interrogazione, e poi l'uscio che si chiude, le portiere della macchina che sbattono, l'inizio di un nuovo giorno pieno di affanni, ma anche di gioie e fiducia nel futuro.
Da un anno non sento piu' rumori, se non quello del tuffo al cuore quando, come se non volessi arrendermi all'evidenza, scopro che le vostre camerette non ci sono piu', che là, sotto quelle macerie avete lasciato i sogni, le vostre cose, il cellulare per inviare i messaggi agli amici, il computer per studiare e per chattare, il diario con l'annotazione di un pensiero, di un appuntamento, di una festa alla quale non poter rinunciare.
Quella notte di un anno fa, eravamo tutti in quella casa che credevamo la piu' bella e sicura del mondo.
Ero io che ve lo avevo fatto credere e voi di papà avevate fiducia. Io ho tradito la vostra fiducia.
Quando tu Maria Paola, all'una di quella notte maledetta mi hai detto: papà, qui moriamo tutti, io ti ho rassicurato e ho segnato il tuo triste destino.
Quel grido alle 3.32 è arrivato dalla cameretta di Domenico non era "Aiuto, aiuto".
Era "Papà, papà". Quella notte non sono stato capace di salvarvi, mi sono arreso di fronte a una montagna di macerie, alla polvere che bloccava il respiro, all'incubo del quale non riuscivo a vedere i contorni.
Mentre voi ci lasciavate, papà e mamma erano lì, in pigiama a cercare l'impossibile, a fare nulla, perchè nulla c'era da fare, nemmeno piangere e gridare.
Noi eravamo vivi, io che vi avevo costruito una bara di sassi ero vivo e non so ancora spiegarmi perchè. In questi mesi tanto si è parlato dei crolli e delle responsabilità.
Io ho avuto la grande colpa di fidarmi di chi ci rassicurava, come voi vi siete fidati i me.
Ma della vostra morte sono il primo colpevole: non cerco alibi o giustificazioni anche se mi aspetto anch'io che la giustizia degli uomini faccia chiarezza fino in fondo e stabilisca se prima del sisma ci siano state leggerezze, superficialità, incompetenze.
Per quanto mi riguarda chi ha scelto di farmi restare vivo, mi ha condannato senza appello: non sono morto quella notte, me ne andrò pian piano fra i dubbi, i rimorsi, i sensi di colpa.
Voi non meritavate di morire così. Io forse non meritavo di restare in questo mondo.
Oggi un anno dopo, il dolore è piu' forte che mai.
Ogni volta che vi penso, e lo faccio ogni ora, ogni minuto, ogni secondo, per prima cosa vi chiedo perdono. Due giorni fa, da solo come sempre, sono venuto a farvi visita al cimitero.
Ho trovato tanti fiori e piccoli oggetti che vi hanno regalato i cugini e gli amici. E' stato l'unico momento in cui ho sorriso: non vi hanno dimenticato e questa per me è la piu' grande consolazione.
In questo anno sono andato in tante scuole a parlare con ragazzi che hanno piu' o meno la vostra età. In ognuno di loro ho visto i vostri volti.
Davanti alla tua foto, cara Maria Paola, spesso non reggo all'emozione. Quel tuo sguardo quando eri ancora fra noi, per me era il tuo modo per approvare o disapprovare una cosa che avevo detto o fatto. Per me contava solo quel tuo giudizio ed ero certo che mi avresti accompagnato negli anni del tramonto regalandomi tanti momenti sereni senza mai essere invadente, senza mai chiedere nulla, sapendo che su tuo padre ci potevi contare ed io potevo contare su di te. Ricordo il giorno quando fra me e te è come se fosse scoppiata una scintilla. Tu sai che io non sono mai stato un padre da bacetto della buona notte. E di questo, credimi, non me ne trovo pentito. Non ho mai sentito il bisogno di dirti ogni secondo che ti volevo bene, tu sapevi che te ne volevo e questo bastava a entrambi. Nel maggio del 2007 io e mamma ci siamo presi una bella paura. Ti era spuntata una piccola ciste sul collo.Per più di tre mesi abbiamo cercato di capire se fosse o meno una cosa grave. Alla fine i medici ci hanno rassicurato ma hanno anche consigliato di toglierla. Era in una posizione molto delicata,l'intervento chirurgico è durato più di tre ore. Siamo stati con il fiato sospeso. Quando ti hanno riportata in camera è iniziato il risveglio dall'anestesia. Tu tremavi di freddo e pronunciavi frasi sconnesse. Io ero lì vicino a te e non riuscivo a bloccare l'ansia. Allora ho fatto un gesto fra i piu' normali del mondo, ho preso la tua mano sinistra e l'ho stretta forte. Ho visto che ti sei tranquillizzata, mi hai fatto un sorriso.Ti ho chiesto:Come stai?Bene, mi hai risposto. Non era vero ma credo che tu l'avessi detto perchè ti sei sentita sicura e protetta. Come ti sentivi sicura e protetta quella notte, e io ho tradito la tua fiducia.Pochi giorni prima del terremoto mi avevi chiesto: perchè un giorno non ci facciamo una passeggiata?? Nella tua voce c'era una sottile ironia. Sapevi che anche per fare poche centinaia di metri prendevo la macchina. Eppure quella passeggiata che non ho fatto con te è uno dei tormenti delle mie notti.
Quando tutto fila liscio sembra che non ci sia mai tempo per fare le cose importanti.Poi, quando le cose importanti ti vengono a mancare ti accorgi di quanto era vuota la tua vita mentre inseguivi il nulla correndo di qua e di là come una trottola.
C'era un sogno nella mia vita che non ti ho mai confessato anche se a volte abbiamo parlato anche dei nostri piccoli segreti. Spesso quando ero in macchina mi piaceva ascoltare una canzone che parlava di un padre che porta la figlia all'altare nel giorno del suo matrimonio. Ecco quella era la cosa che mi avrebbe fatto felice. Sognavo quel momento- magari fra 10 o 20 anni-sarebbe stato uno dei giorni più belli della tua vita, ma lo sarebbe stato ancora di più per me. Quel giorno non arriverà e il nastro registrato con quella canzone è finito sotto le macerie insieme a tutto il resto.
Domenico, è difficile parlare di te solo come un figlio. Guardandoti crescere, e ormai eri diventato un ragazzone, rivedevo me con le mie timidezze, le mie paure, ma anche con un senso forte della famiglia, di un progetto da costruire insieme. Sai quante volte in questo anno
ho pensato ad una frase che mi dicevi sempre quando tornavi da scuola e mi trovavi seduto sul divano con l'aria un pò corrucciata: " che hai fatto papà, di che ti lamenti, hai due figli bellissimi" e con un pò di autoironia:"soprattutto il maschietto".
Ti ricordi quando, tu ancora piccolo, ci azzuffavamo sul letto anche se in realtà lo facevamo piu' per abbracciarci e stare un pò insieme per condividere momenti sereni. E poi per anni, ogni sera, prima di andare al letto sempre lì, a misurare quanto eri cresciuto.
Pochi mesi prima del terremoto avevi esultato:"sono piu' alto di te." Io ti ricordavo quando, a pochi mesi di vita, ti tenevo tutto su un solo braccio.Ora non ce l'avrei fatta nemmeno a tenerti sulle spalle. E tu che mi dicevi: Sarò il bastone della tua vecchiaia. Io a risponderti scherzando: "Si in testa me lo darai il bastone." Nel 2008, l'ultimo anno della nostra vita, a Maggio si svolse come sempre la festa parrocchiale. Tuo nonno Domenico, doveva"portare" la statua della Madonna delle Grazie. Tutti i portatori devono indossare la "divisa" della congregazione.Quel giorno tutti e tre avevamo quella "divisa" e ci facemmo fotografare insieme davanti all'immagine lignea della Vergine: quella foto oggi la conservo come una reliquia, in quella foto c'è il mio sogno infranto. E c'è tutta la mia solitudine.
Tu ricordi???? Avevamo creato insieme un posto dove stare tranquilli: era la nostra biblioteca.
Avevi contribuito a catalogare tutti i libri. Ormai erano a quota 5000. Quante sere passate ad arricchire il nostro sito Internet sulla storia di Onna. Non sapevamo che quelle fotografie che avevi scattato a febbraio sarebbero finite sul libro dedicato a te, a Maria Paola, a papà Domenico ai miei Onnesi, che quella notte se ne sono andati per sempre.
Quella era la nostra vita. Poi è arrivata la scossa e tutto è finito.Oggi quando mi chiedono quali sono gli obiettivi della mia esistenza rispondo che siete sempre e comunque Voi. Nessuno potrà ricostruire la mia vita e la nostra famiglia. Ma nessuno potrà cancellare dalla mia mente il vostro ricordo. Anche se questo per me significa senso del vuoto,pianto, angoscia, respiro che si ferma.
Io non sò se voi mi avete perdonato. So che comunque ho un impegno nei vostri confronti e di tutti quelli che sono morti. Voglio che i nostri luoghi vengano ricostruiti. Non per me. Io ho poco da chiedere al futuro. Quei luoghi però, noi li avevamo ereditati. Dobbiamo restituirli a chi tornerà a viverci e dovranno essere più belli e soprattutto più sicuri. Lo dico con una rabbia che si fa amarezza: nessun genitore dovrà soffrire come stò soffrendo io. Nessuno deve più morire sotto le macerie come voi, Domenico e Maria Paola e come le altre 306 persone. Ora, mentre chiudo questo scritto, con le lacrime agli occhi, ho una grande voglia di abbracciarvi.
Non posso, perchè non ci siete. Ma voglio dirvi che se il mio dolore è così grande, è perchè era grande la gioia che mi avete dato, in fondo sono stato fortunato ad avere due figli come Voi.


Ciao dal vostro Papà.
Fino all'ultimo giorno.
Fino all'ultimo respiro.


Giustino Parisse

  1. Caro Giustino e Dina, vi abbraccio forte, forte.
    Il dolore è immenso...ma sappiate che i vostri "bimbi" innocenti vegliano su di voi.

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  2. Bellissima Stella...Non agggiungo altro.
    Un abbraccio
    Lilly

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  3. PS
    Stella, potresti darmi il link di Alexia? O chiederle se si fa sentire nel mio blog. se le fa piacere naturalmente. L'ho appena conosciuta, e non volevo perderla.
    E' una bella persona.
    Grazie
    Lilly
    PS Ho letto la sua poesia. E' stupenda.

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  4. Lilly, per fare prima, clicca sul nome Alexia e ti trovi subito da lei.

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  5. Si può toccare con mano la disperazione e l'angoscia di quest'uomo.Il suo dolore e il suo rimorso per essere ancora vivo,lo distruggeranno!
    Non ha più scopo nella vita,non ha più sogni,più obiettivi...quelli erano rappresentati dai suoi figli!
    E' una vergnogna,che le persone debbano morire per l'incompetenza e la superficialità di altri essere umani.
    Perchè le cose non vengono fatte come Dio comanda!
    Un bacio Stella!
    Lu

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  6. Ho poca voglia di commentare ultimamente, ma questa lettera di Giustino mi ha strappato dentro.
    Vorrei solo dirgli che non si deve sentire in colpa, non poteva prevedere questo immane disastro.
    E poi voglio dirgli che è un uomo meraviglioso :E'UN GRANDE PADRE E LO SARA'PER SEMPRE!
    UN BACIO!

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  7. Di fronte a una lettera come questa posso dire forte, che questo padre sarà di sicuro protetto da i suoi algeli! Grande padre...

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  8. Grazie Stella. Ho letto sul blog di Alexia e mi sono iscritta così saremo in contatto
    Notte

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  9. in ogni parola si avverte l'amore di un padre distrutto dal dolore...tutta la mia comprensione e le mie preghiere!

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  10. Purtroppo contro il fato nessuno può fare niente e devo dare un abbraccio virtuale a questo padre per la forza nel raccontare questa storia.Esiste un aldilà e i suoi angeli veglieranno su di lui.Ti auguro una buona serata,saluti a presto

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  11. Cara Stella
    il mio pensiero e la mia piu' grande preoccupazione è per Dina ...che invece non riesce neanche a parlare....
    Un grande abbraccio a Lei e uno a Giustino (persona vi posso assicurare davvero in gamba!!)
    Un bacio a te Stella
    Ornella

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  12. Cara Stella
    il mio pensiero e la mia piu' grande preoccupazione è per Dina ...che invece non riesce neanche a parlare....
    Un grande abbraccio a Lei e uno a Giustino (persona vi posso assicurare davvero in gamba!!)
    Un bacio a te Stella
    Ornella

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  13. Ornella ci credo...terribile...!
    Sono angosciata anch'io e tanto.
    Tu mi conosci...

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  14. Ornella grazie per avermi permesso di pubblicare questa triste lettera.

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  15. Ho i brividi e non aggiungo altro!
    Buona serata,Stella

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  16. L'amore di questo padre è talmente grande che strazia il cuore sentirlo dibattersi nei suoi dubbi e rimorsi.. e poi non ha colpa di nulla!!! di certo i suoi figli gli sono vicini ora più che mai. Con il pensiero invio il mio abbraccio a lui e alla moglie... ma è poca cosa, lo so!
    Un bacio Stella

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  17. Da brividi. Non può comprendere quanto possa essere forte un dolore così.

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  18. Mi sono commosso davanti a questa lettera.

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  19. è bellissima questa lettera.
    sono d'accordo con te Stella!

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  20. Mi son venuti i brividi nel leggerla...
    Cinzia

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  21. Non ci sono parole per descrivere queste cose. Quando noi leggiamo i numeri dei morti, non ci pensiamo che ogni numero è una persona con la sua storia, la sua vita, i suoi sogni e i suoi desideri. Ricordo quando Simeone predisse a Maria che una spada le avrebbe trafitto l'anima: questa è la sensazione che ogni genitore prova dinanzi alla morte del proprio figlio. Maria da lassù protegge i genitori che come lei sopportano il dolore della morte del figlio. Lui si chiede perchè è sopravvissuto, ma io sono sicuro che c'è un motivo ben preciso e quell'uomo, forse, l'ha già trovato...

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  22. per fortuna che le parole devo scriverle,Stella...se dovessi pronunciarle,non credo che ce l'avrei fatta...il solo pensiero di perdere un figlio..mi distrugge anima e cuore..questi genitori,hanno un masso sul loro cuore..un dolore che diverra' sempre piu' grande..che Dio li aiuti...baci

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  23. Angel hai ragione, ci soffermiamo sui numeri di una tragedia, mentre la realtà è ben più tragica...anche per i superstiti.

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  24. Straziante e bellissima al tempo stesso.
    Grazie Stella :O)
    Un abbraccio immenso a Giustino e Dina.

    Robi

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  25. Una lettera che fa rabbrividire...solo ieri cara stellina abbiamo acceso una candela per essere solidali con gli Abruzzesi, certamente le vittime di un anno fa sono tante, troppe..la solidarietà deve andare anche ai sopravvissuti, come questo padre che non trova pace.
    Per dei genitori, perdere i figli in questo modo è un dramma nel dramma, voglia il buon Dio, intervenire in loro favore!

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  26. Stellina 6 grande ad aver scritto questa lettera x condividerla cn noi e credimi so bn quello che stanno sentendo loro anche se nn ho perso la mia bimba(nn e...)ma so cosa signiffica nn averli vicino e fa molto male.E molto triste sentirsi impotenti...1 forte abbraccio anche a loro

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  27. Una lettera sconvolgente,non riesco capire come possano succedere queste disgrazie..in un attimo la Famiglia è distrutta..non è giusto! non è giusto !

    Ciao Stella un abbraccio

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  28. Partecipiamo tutti al dolore di Giustino e Dina.

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  29. ciao...capito qui perchè spesso, molto spesso prego per le vittime di questa terribile tragedia...e per chi è rimasto a soffrire come sta succedendo a voi...mi si spezza il cuore solo a pensarci...che ingiustizia terribile!
    un abbraccio, un piccolo pensiero e una preghiera col cuore è il poco che posso fare...e mi fa male non poter fare di più...
    a presto
    Tamara

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