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POVERTA' COME DENUNCIA


Di fronte alle ingiustizie del mondo, alla iniqua distribuzione delle ricchezze, alla diabolica intronizzazione del profitto sul gradino più alto della scala dei valori, il cristiano non può tacere.

Come non può tacere dinanzi ai moduli dello spreco, del consumismo, dell'accaparramento ingordo, della dilapidazione delle risorse ambientali.

Come non può tacere di fronte a certe egemonie economiche che schiavizzano i popoli, che riducono al lastrico intere nazioni, che provocano la morte per fame di cinquanta milioni di persone all'anno, mentre per la corsa alle armi, con incredibile oscenità, si impiegano capitali da capogiro.

Ebbene, quale voce di protesta il cristiano può levare per denunciare queste piovre che il Papa, nella "Sollicitudo rei socialis", ha avuto il coraggio di chiamare strutture di peccato?

Quella della povertà!

Anzitutto, la povertà intesa come condivisione della propria ricchezza.

E' un'educazione che bisogna compiere, tornando anche ai paradossi degli antichi Padri della Chiesa:

"Se hai due tuniche nell'armadio, una appartiene ai poveri".

Non ci si può permettere i paradigmi dell'opulenza, mentre i teleschermi ti rovinano la digestione, esibendoti sotto gli occhi i misteri dolorosi di tanti fratelli crocifissi. Le carte patinate delle riviste, che riproducono le icone viventi delle nuove tragedie del Calvario, si rivolgeranno un giorno contro di noi come documenti di accusa, se non avremo spartito con gli altri le nostre ricchezze.
La condivisione dei propri beni assumerà, così, il tono della solidarietà corta.

Ma c'è anche una solidarietà lunga che bisogna esprimere.

Ed ecco la povertà intesa come condivisione della sofferenza altrui.

E' la vera profezia, che si fa protesta, stimolo, proposta, progetto.
Mai strumento per la crescita del proprio prestigio, o turpe occasione per scalate rampanti.
Povertà che si fa martirio: tanto più credibile, quanto più si è disposti a pagare di persona.
Come ha fatto Gesù Cristo, che non ha stipendiato dei salvatori, ma si è fatto lui stesso salvezza e, per farci ricchi, sì è fatto povero fino al lastrico dell'annientamento.

L'educazione alla povertà è un mestiere difficile: per chi lo insegna e per chi lo impara.

Don Tonino Bello

  1. Continuare a denunciare è fondamentale.
    Ridurre i consumi e farsi promotori di una vita più austera, una necessità.
    Un abbraccio.

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  2. Ne' il vaticano ne' certi "cattolici" si meritano simili preti.

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  3. ciao e grazie di esserti aggiunta al mio nuovo blog ...
    Poi per quanto riguarda questo argomento ci sarebbe tanto da dire , e specialmente far smuovere un pò di culi da quelle poltrone...grazie ancora ciao

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  4. Parole "sante" purtroppo!
    ciao Michele pianetatempolibero

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  5. La condivisione dello stato di chi ha meno di noi è indispensabile!

    Periodicamente passo in una Parrocchia a donare capi di vestiario che non indosso più, in certi giorni fuori di quella porta vedo i poveri che fanno la coda, quelli vecchi e purtroppo anche quelli nuovi...!!

    Un bacione.

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  6. Caro Marco, una vita più morigerata non può che essere salutare, oltre a darci la possibilità di essere più attenti alle necessità di chi dispone di minori mezzi.

    Un abbraccio.

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  7. Caro Sciuscià,come cattolica ne desedererei tanti di don Tonino Bello...
    Se la gente si allontana dalla Chiesa come istituzione, è proprio in virtù di certi comportamenti.

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  8. Cara Gatta,benvenuta.
    L'opulenza di certi personaggi religiosi mi dà in testa.
    Desidererei tanti san Francesco,volontariamente nullatenenti.

    A presto.

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  9. Caro Michele, i santi sono le persone più normali di questo mondo, per idee e comportamento conseguente.

    Un bacione.

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  10. Caro sirio, bisognerebbe donare non solo il superfluo, come faccio anch'io.
    E' comunque un'attenzione verso il prossimo che non tutti hanno.

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  11. Don Tonino Bello!!!! Meraviglioso, grande, incommensurabile. Ce ne fossero di sacerdoti come don Tonino...tutto girerebbe in modo diverso.

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  12. La condivisione è anche gioia, se viene fatta con sentimento...
    dobbiamo compiere ancora passi da gigante, ma sono sicura che se tutti noi, un poco alla volta, riusciamo ad entrare nell'ottica giusta, cercando di convincere anche gli scettici, potremo ottenere dei buoni risultati...
    un bacione Stella, a presto
    Maria Rosa

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  13. Stella ...quanto potrà durare questa follia consumistica?...prima o poi..."L'Oste presenterà il conto, e sarà salato"...

    Un abbraccio

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  14. Mah, in questi casi ricordo la parabola del 'ricco e Lazzaro' dal Vangelo di Luca..

    Un affettuoso saluto

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  15. Sarebbe davvero bello se la condivisione non fosse soltanto un'utopia, il sogno sempre tale delle persone giuste.
    ...Sotto la tavola opulenta di pochi goderecci, per il resto del mondo molliche di pane...

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  16. Eccomi arrivato cara Stella,come vedi mi metto in coda per darti un grosso baciono forte forte,
    Tomaso

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  17. in effetti non può tacere..ma trovo semr eun silenzio così assordante in certi posti....mannaggia! un bacione

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  18. Paolo lo stiamo già vedendo con le variazioni climatiche.
    Presto le Maldive saranno sommerse...peggio di così si muore...

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  19. Caro Tomaso bentornato finalmente!
    A presto con un abbraccio

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  20. Lo, proprio nei luoghi dove dovrebbe essere attuato il Vangelo...

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  21. Come non condividere ciò che questo straordinario sacerdote afferma e grazie a te Stella che lo hai postato nel tuo blog. So anche che non è il solo, altri sacerdoti hanno espresso le loro opinioni al riguardo ancora più accentuate.
    Sarebbe molto saggio però che chi sta più in alto di loro ne prendesse piena coscienza.

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  22. Cara Stella, rispetto la tua buona fede, ma credo che il clero rappresenti la voce meno "indicata" per impartire lezioni di "condivisione" attraverso una "vocazione alla povertà". A fronte di pochissimi sinceri testimoni del vangelo, quello vero, e non quello studiato per fare proseliti e potere, la maggior parte degli esponenti della Chiesa, e non solo quella Cattolica, dovrebbero tacere... almeno questo...
    Condivisione può anche essere "aiuto silenzioso"...

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  23. Purtroppo siamo in un mondo in cui la ricchezza e il potere sono di molti: la povertà di tanti.Ma la povertà di spirito è di quei molti che non pensano ad altro se non arricchirsi ancora di più.
    Come dice Serenella di Don Tonino ce ne volrrebbero molti di più.
    Un bacione.

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  24. Aldo è proprio lì il punto...fatti e non parole...ormai non ci crediamo più!

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  25. Caro Maurizio sarebbe d'uopo che il clero si svegliasse una volta per tutte dal lungo letargo...perchè se così fosse, sai quante cose cambierebbero?

    Bentornato.
    Un abbraccio

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  26. Paola, la povertà di spirito rende l'uomo arido e insensibile oltre che indifferente verso i problemi altrui.

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  27. La povertà fonda il suo valore sulla certezza che è Dio che compie, Cristo compie il desiderio che fa nascere " Colui che ha iniziato in Voi quest'opera buona, la porterà compimento domani nel giorno di Cristo".Cristo, Dio presente, da la certezza di compiere ciò che fa desiderare e rende liberi dalle cose. Non si è schiavo di niente , non si è legato , non si è incatenato, non si dipende da niente.Si è liberi non si è schiavo di quello che si usa, perchè si è schiavi solo di Colui che da la certezza della felicità. La povertà si rivela come libertà dalle cose in quanto è Dio che compie i desideri, non la certa cosa cui si mira.Dalla libertà delle cose ,che nasce dalla certezza che Dio Compie tutto Lui,scaturisceun'altra caratteristisca dell'animo povero che è la letizia , la figura di S. Francesco è l'emblema che trova nel Vangelo la Magna Charta : "BEATI I POVERI DI SPIRITO"

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  28. Bellissimo commento Lorenzo, grazie!

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Grazie del tuo gradito commento.

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