La vita è come il cioccolato caldo
Un gruppo di laureati, affermati nelle loro carriere, discutevano sulle loro vite durante una riunione.
Decisero di fare visita al loro vecchio professore universitario, ora in pensione, che era sempre stato un punto di riferimento per loro.
Durante la visita, si lamentarono dello stress che dominava il loro lavoro, vite e relazioni sociali.
Volendo offrire ai suoi ospiti un cioccolato caldo, il professore andò in cucina e ritornò con una grande brocca e un assortimento di tazze.
Alcune di porcellana, altre di vetro, di cristallo, alcune semplici, altre costose, altre di squisita fattura.
Il professore li invitò a servirsi da soli il cioccolato.
Quando tutti ebbero in mano la tazza con il cioccolato caldo, il professore espose le sue considerazioni :
- Noto che sono state prese tutte le tazze più belle e care, mentre sono state lasciate sul tavolino quelle di poco valore.
La causa dei vostri problemi e dello stress è che per voi è normale volere sempre il meglio.
La tazza da cui state bevendo non aggiunge nulla alla qualità del cioccolato caldo.
In alcuni casi la tazza è molto bella, e alcune nascondono anche quello che bevete.
Quello che ognuno di voi voleva in realtà era il cioccolato caldo.
Voi non volevate la tazza ...
Ma voi consapevolmente avete scelto le tazze migliori.
E subito, avete cominciato a guardare le tazze degli altri.
Ora amici, vi prego di ascoltarmi:
La vita è il cioccolato caldo… Il vostro lavoro, il denaro, la posizione nella società sono le tazze.
Le tazze sono solo contenitori per accogliere e contenere la vita.
La tazza che avete non determina la vita, non cambia la qualità della vita che state vivendo.
Qualche volta, concentrandovi solo sulla tazza, voi non riuscite ad apprezzare il cioccolato caldo che Dio vi ha dato.
Ricordatevi sempre questo:
Dio prepara il cioccolato caldo, Egli non sceglie la tazza.
La gente più felice non ha il meglio di ogni cosa, ma apprezza il meglio di ogni cosa che ha!! -
Vivere semplicemente…
Amare generosamente…
Preoccuparsi profondamente…
Parlare gentilmente…
Amare generosamente…
Preoccuparsi profondamente…
Parlare gentilmente…
Lasciate il resto a Dio.
E ricordate:
La più ricca persona non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo.
Godetevi il vostro caldo cioccolato!!
Godetevi il vostro caldo cioccolato!!
Ma perché questi luminari, alla fine di discorsi bellissimi in loro stessi, devono metterci sempre dio..?
RispondiEliminaCiao Stella,che post da leccarsi i baffi,buona serata,un bacio.
RispondiEliminaMeno male che a me il cioccolato piace anche in un bicchiere di plastica.
RispondiEliminaMi posso consolare?
è una cioccolata stupenda!
RispondiEliminaPost molto bello .... e goloso !!!
RispondiEliminaUn abbraccio grande Starolosa
grazie per la cioccolata che mi hai offerto! la bevo sorseggiandola per gustarla meglio, imparando a mettere in pratica ciò che consiglia...
RispondiEliminaLo accetterei anche in una tazza senza manici, purchè di qualità!
RispondiEliminaPerchè non sarebbero luminari, altrimenti...
RispondiEliminaBuona serata Sciuscia.
Sì, Stella, ma quello che voglio dire è che questa storia del cioccolato sarebbe stata comunque bellissima e molto istruttiva anche senza il riferimento a dio.
RispondiEliminaEcco perché non mi fido della religione: vuole sempre mettere la bandierina sulle cose belle.
Ti piace un tramonto? L'ha fatto dio. Ti piace il mare? L'ha fatto dio. Ti piace una ragazza? L'ha fatta dio. Ti piaccino i pompini? Li ha fatti dio.
Ti sarai ristorato, achab...
RispondiEliminaQualche settimana fa anch'io ho postato questa storia. Bell'insegnamento vero sorellina?
RispondiEliminaUn bacione!!!
Aldo...alla grande...!
RispondiEliminaLa più ricca persona non è quella che ha di più, ma quella che ha bisogno del minimo
RispondiEliminavero, verissimo!
buona serata Stella
ciao Michele pianetatempolibero
Lo...se lo dici tu...
RispondiEliminaFeli, ami la cioccolata?
RispondiEliminaRaggio, perfetto!
RispondiEliminaAngelo, d'accordo!
RispondiEliminaSciuscia, chi scrive è un professore e se si è espresso pensando a Dio, tanto di cappello.
RispondiEliminaNon si può generalizzare.
Tanto di cappello da parte mia ad uno scienziato ateo, se è all'altezza della situazione.
Sorellina, ricordo molto bene...leggi i post precedenti.
RispondiEliminaBaci
Michele, quanto è vero...esperienza personale vissuta da bambina.
RispondiEliminaCiao carissima!!!
RispondiEliminaMERAVIGLIOSA descrizione di come veramente la nostra frenetica vita sia...
Sono "commossa"...credo che la rileggero per potermi di nuovo gustare l'essenza di questa emozione.
GRAZIE! Buona e affettuosa domenica! NI
Adattissimo a me. Io adoro il cioccolato in tutte le sue forme....e voglio dire...ho chiamato cosi il blog. E ho detto tutto^_____________^
RispondiEliminaadoro il cioccolato...che goduria!!!!
RispondiEliminaA parte il ciccolato che se c'è ed è buono va bene in qualsiasi contenitore, alla fine nn è quello che le da il gusto buono ma il saperlo apprezzare con il palato, sempre se si parla di un buon cioccolato, stessa cosa è la vita, se si gode di quello che si ha anche se è poco non fa niente, l'imporante anche quel poco che ci dia il gusto buono come nel cioccolato, nn sempre purtroppo è cosi, di solito si guarda solo il contenitore e mai quello che ne sta dentro, stesso discorso vale per le prsone, uno vede come si veste come si presenta ma poi dentro a quel vestito bello e luminoso ai nostri occhi c'è una persona buona? paragonare la vita con il cioccolato si capisce cosa voleva dire il vecchio professore, tazza, scodella, bicchiere non è altro che la metafora di un vestito o di atro ancora, c'è gente che si presenta con auto cosi belle e costose ma pi alla fine sono piu misci dei povei che girano con l'utilitaria. Come s dice...non è l'abito che fa...il resto a voi.
RispondiEliminaCiao a tutti
BOA NOITE AMIGA ESTOU COM SAUDADES...SUMIU!
RispondiEliminaESTOU PASSANDO PARA TE OFERECER "SELINHOS COM CARINHO"...PASSA NO BLOG "GRAÇA COM GRAÇA" ESPERO QUE ACEITE É DE CORAÇÃO!
PAZ NO SEU CAMINHO...
BJ
GRAÇA
Bellissima!
RispondiEliminaSul serio, mi è piaciuta moltissimo...
anche la cioccolata!
squisita!
Stella, ho letto il tuo commento ed ho fatto questo:
http://graficscribbles.blogspot.com/2009/10/per-stella.html
:(
mi vergogno un pò...
ciao
grazie di tutto
azzurra
Mi è piaciuta moltissimo Stella, ogni tanto ci vuole in mezzo a tanto cinismo di vita ... un cioccolato caldo servito così, anche con l'anima...
RispondiEliminaNotte
Giulia
Con immenso piacere cerco di godermi questa bella cioccolata calda e magari la metto in una tazza di vetro!ciao, ciao
RispondiEliminaSi amo la cioccolata calda e il cioccolato nerissimo. Miaooooo
RispondiEliminaNì vieni quando vuoi, sei sempre la benvenuta!
RispondiEliminaAnto...attenta alla dieta!
RispondiEliminaPatri, io lo apprezzo da poco tempo.
RispondiEliminaAlby, hai perfettamente ragione, è la sostanza che conta, non l'involucro.
RispondiEliminaGraca, grazie e buona giornata.
RispondiEliminaPasso subito da te.
Azzurra sono io che devo ringraziare te, sei stata grande, attenta e riflessiva.
RispondiEliminaBacioni e in bocca al lupo!
Giulia, sicuramente!
RispondiEliminaPaola, per me va bene anche in un bicchiere...
RispondiEliminaFeli, a me piace al latte...
RispondiEliminaBellissime considerazioni sulla vita....e poi una bella tazza di cioccolato, denso e fumante con un po' di panna è il massimo....la tazza viene in secondo piano!!!
RispondiEliminaCiao Bruna
Diana, è vero.
RispondiEliminaAvevamo dimenticato la panna.
Cara Stella,
RispondiEliminain prosieguo al bel racconto moraleggiante che hai postato mi piace coglierne il senso recondito.
Risalgo all'origine storico della pianta della cioccolata.
Questa pianta era nota già nel 1000 a.C. e sembra che i suoi primi coltivatori fossero i Maya e successivamente i Toltechi e gli Aztechi. La leggenda narra che il dio Azteco Quetzalcoatl donò al mondo il seme del cacao con il quale preparare una bevanda amara e piccante notevolmente energetica. In onore del dio, il seme venne chiamato "cacahualt" per poi mutare in "kocoatl".
Questa bevanda era considerata "cibo degli Dei", e il suo consumo era riservato solo ad alcune classi della popolazione (sovrani, nobili e guerrieri).
Altra cosa interessante, relativa al 600 D.C., è che i Maya usavano i semi del cacao come moneta di scambio, come unità di calcolo, oltre che per produrre la suddetta bevanda chiamata "xocoatl".
C’è poi questa leggenda che parla delle piante di cacao dal titolo "Il tesoro del Dio Quetzalcoàtl":
«La mitologia narra che il Dio possedesse un immenso tesoro composto da "tutte le ricchezze del mondo, oro e argento, pietre verdi chiamate chalchiuitl ed altri oggetti preziosi, come una grande abbondanza di alberi di cacao di diversi colori".
La leggenda narra che, quando Quetzalcoàtl era ancora un re, a causa di una grave malattia che lo aveva colpito, venne spinto a bere una pozione che gli avrebbe ridato la salute ed invece lo portò alla pazzia: fuggì verso il mare dove trovò una zattera di serpenti intrecciati e si allontanò scomparendo nel mistero.
Prima di partire però, Quetzalcoàtl promise che avrebbe fatto ritorno per riprendersi il suo regno nell’anno posto sotto il segno del "Ce-acatl".
Secoli più tardi, nel 1519, anno sotto il segno del "Ce-acatl", una grande nave carica di uomini con scintillanti armature come scaglie di serpente ed elmetti piumati, fece la sua comparsa vicino alla costa orientale del regno azteco.
Immediatamente l'imperatore Montezuma credette alla profezia ed accolse pacificamente quella nave pronto a restituire il regno al Dio Quetzalcoàtl.
Sul battello però non vi era il Dio azteco ma un conquistatore spagnolo: Hernàn Cortès.
Vennero offerti molti doni quali oro, argento, pietre preziose, schiave e… cesti pieni di semi di cacao.
I conquistatori diedero inizio all’espansione della conoscenza del cioccolato in tutti i continenti purtroppo però… distrussero una delle più brillanti civiltà della storia.».
Commento:
Si voleva legare la tazza di cioccolato con Dio e quei laureati, decisero di andare a trovare il loro vecchio professore universitario. Questi di buon grado li accolse e offri loro della cioccolata in tazzine, alcune delle quali erano pregiate. Sappiamo che scelsero senza riguardo le migliori tazzine, pur potendo prendere altre di modesto valore, senza curarsi del fatto che potevano cadere e rompersi e procurare molto dispiacere al professore. Di qui l'occasione per lui di insegnare ai vecchi suoi allievi ciò che non avevano appreso all’università, il valore delle cose più pregiate, in fondo del corretto uso del denaro e del rispetto per esso.
Domani ognuno di quei laureati avrebbe avuto una posizione sociale di primo rilievo e qualcuno diventare un personaggio importante, forse anche un presidente di società dell’industria o addirittura di governo.
E qui, bingo! Per cogliere il nesso che si cercava sul conto della cioccolata che era considerata dai Maya "cibo degli dei" e bevuta da sovrani, nobili e guerrieri. E quel che più conta il seme da cui deriva valeva come moneta di scambio.
Ma c'è di più per capire anche Dio quando è punitore legandoci al leggenda dei Maya, "Il tesoro del Dio Quetzalcoàtl".
Nell'Antico Testamento ebraico Dio viene indicato fra altri come Signore degli eserciti, Dio degli eserciti. Nell'Antico Testamento greco e nel Nuovo Testamento viene indicato coi nomi comuni Dio e Signore. Peculiarità del Nuovo Testamento è la definizione di Dio come Padre, perciò non più punitore, vendicativo come appare nel Vecchio Testamento.
Gaetano
Carissimo Gaetano, sei un mostro di cultura, mi inchino davanti a te.
RispondiEliminaNon conoscevo la leggenda del cacao molto interessante, da te c'è sempre da imparare..
Grazie!
Intanto grazie per i tuoi applausi, carissima Stella, ma questo mi stimola a perfezionare tutto ciò che ho esposto. Il post sulla cioccolata sotto le apparenze di un semplice racconto dalle credenziali didattiche, si presta a degli approfondimenti in virtù del coinvolgimento di Dio. Che significa questo? Che le cose in cui si nomina Dio devono poter poggiare su fatti veri che però nel nostro caso sfuggono. C’è da premettere che chi ha avuto l'idea di concepire il racconto sulla cioccolata contava - di certo - sulla simbologia assai convincente perché diventasse metafora di vita e non oltre. E se si vuole, similmente alle parabole che Gesù prediligeva per ammaestrare i suoi apostoli.
RispondiEliminaTuttavia, si trascura che Dio si adopera per ispirare coloro che insegnano in suo nome: donde si dice "non nominare il nome di Dio invano" che è il suo secondo comandamento.
Di qui la base del mio intervento alla ricerca della presunta verità sul racconto della cioccolata.
Ne è venuto fuori non la visione di Dio che si rivela buono, il Padre cui si riferisce Gesù, ma quello dei primordi, Javè (IHWH) del Vecchio Testamento. Ed è coerente questo versione in relazione al racconto, poiché i laureati si sono meritati la lezione ammonitrice del loro vecchio professore. Insomma è come se il Bisnonno Javè, nel vecchio professore, desse degli scappellotti a quei laureati.
In materia di religione cristiana c'è poca propensione a estrapolare messaggi "interni" dalle scritture sacre, convinti che si tratti di fatti veramente accaduti. Per esempio esaminiamo l'episodio dell'arresto di Gesù al Getsemani in cui egli viene arrestato dalle guardie del Tempio. Viene riferito nei Vangeli che Pietro interviene per impedire che il suo maestro venga fatto prigioniero e così estrae una spada e recide l’orecchio di una delle guardie.
Qual’è la pietra d'inciampo per far progredire la mente su questa situazione che è inverosimile. Non può essere vera. Può mai essere che Pietro e qualche altro andava in giro al seguito di Gesù armato e col consenso di questi? No! Assolutamente no!
Dunque l'unica spiegazione risiede nel fatto che si tratti di fatti spirituali che poggiano su verità pratiche di poco conto. Fatti spirituali che alludono alla spada della parola, ovvero al potere magico che molti di quell'epoca possedevano.
Altro esempio è quello dell'ultima cena dove Gesù è esplicito con i suoi apostoli sul tradimento di uno di essi, Giuda, additandolo. Anche qui non regge la cosa. Tutti gli altri apostoli si sarebbero opposti scandalizzati di subire la presenza fra loro di Giuda. Dunque anche qui gli evangelisti descrivono il fatto della cena eucaristica sul piano spirituale, cosa che deve esserci stata in effetti sul piano terreno ma senza che emergano i risvolti di Giuda traditore.
Buona serata,
Gaetano
Buona serata Gaetano.
RispondiEliminaIo penso ad un Gesù buono e misericordioso.
Ce ne fossero tanti di professori come questo, che insegnamento da sagggio!
RispondiEliminaAuguriamoci che ci siano anche tanti studenti disposti ad ascoltare ed a mettere in pratica...
Ciao stellina, un abbraccione.
Sirio, la spranza è sempre l'ultima a morire.
RispondiElimina